66. Fragole e cannella

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«M-ma...» tentenno.

«Sorpresa!» esclama Zoe. «Bene, ora posso andare, vi lascio soli!» Raccoglie le scarpe.

«Ma...e...Liam?»

«Ti avevo detto una bugia, stupidino! Ma ti pare che invito Liam a un pic-nic romantico?» ride.

«Cosa c'entra Liam?» chiede Louis, avvicinandosi. «Wow...Garri! Hai...hai fatto...questo...per me?»

Vorrei chiedere a Zoe se era una bugia anche il fatto che le piacesse, ma è già andata via, rapidissima.

E a dire il vero dopo mezzo secondo già non me ne importa più. Louis è qui! È venuto! Non è stata fatica sprecata!

«Ma non eri a cena con D-daria?» gli chiedo.

Fa una smorfia incerta. «Sì...ma Zoe mi ha chiamato, mi ha detto che avevi fatto una cosa importante per me e dovevo venire e...»

«Ti ho rovinato l'appuntamento?»

Scuote la testa e ridacchia. «No, no! Non era appuntamento romantico. Lei voleva parlare con me e io ho detto ok. Poi ho salutato lei un po' veloce alla fine, mi dispiace un po'...» Scuote la testa di nuovo, con maggior vigore. Alza le spalle. «Ma non importa, con Dasha posso parlare anche domani!» Mi sorride. «Hai organizzato un pic-nic per me! Un pic-nic sul prato di Wimbledon!» Ride. Fa due saltelli. «È il secondo regalo che mi dai e sono i due regali più belli che ho mai avuto in vita mia!»

Sorrido. Non riesco a far altro che sorridere.

Si frega le mani. «Cosa c'è nel basket? Cosa buona da mangiare?» Si siede sul prato, accanto alla tovaglia e al cesto e lo guarda, senza aprirlo. «Che bello, che bello! Candele! Pic-nic!» Aggiunge qualcosa in russo. Mi guarda. Mi rende felice vederlo contento. «Non ci credo» dice. «Non...» Batte i piedi a terra, ridendo.

«Uh! Le scarpe! Avevo p-p-promesso al g-giardiniere che ci toglievamo le scarpe!»

«Subito!» esclama lui. Le leva e le lancia lontano, lungo il bordocampo. «Sono così contento! Ma cosa c'è nel basket?»

«In italiano si dice c-cesto.» Lo apro, mentre lui ripete sommessamente: «Cesto.» Estraggo i due bicchieri di fragole con la panna. «Non abbiamo tanto tempo, quindi ho preso solo...»

«Wooooo! Strawberries with cream! Buonissimo!» Mi prende un bicchiere dalla mano. Poi lo alza verso di me. «Facciamo un toast?» dice mettendo l'altra mano nel cesto.

Per qualche secondo penso che mi stia proponendo di fare un panino col pane tostato, ma capisco da ciò che dice subito dopo che intendeva, invece, "toast" nel senso di "brindisi".

«Oh...» fa una faccia delusissima. «Pensavo che avevi portato vodka, o champagne...c'è solo ghiaccio, qua. Perché non hai portato niente per fare toast in questa bellissima serata?»

«Facciamolo con le fragole!» gli propongo, alzando il bicchiere verso di lui.

Louis spalanca gli occhi come se avessi appena detto un'eresia. «Ma no! Non si può fare toast senza neanche un pochino di alcol!»

«E perché no? lo non bevo mai alcolici, q-quindi non potrò fare mai un b-brindisi in vita mia?»

Louis fa un sospiro. «Aspetta, idea. Guarda!» Mette una mano in tasca e tira fuori...

...niente.

Però sta facendo finta di tenere un oggetto in mano. Io aguzzo lo sguardo, come se potessi veder apparire qualcosa dal nulla.

«Questa è virtual vodka, speciale per fare toast...no, come hai detto in italiano?»

«B-brindisi.»

Play - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora