32. Спасибо

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«Priviet, Garri!» Louis si alza di slancio dalla poltroncina su cui era seduto, mentre io e Cloe entriamo nel salottino privato che ha prenotato apposta per questo incontro, in hotel, qui al Lotte Palace.

Ha portato la chitarra, è lì appoggiata accanto alla poltrona. Gliel'ho chiesto io, avevo paura che saremmo rimasti senza niente da dirci e in imbarazzo reciproco. Se dovesse succedere gli chiederò di suonarmi qualcosa. Essendo lui un esibizionista ha ovviamente accettato volentieri.

Cloe è già corsa da lui, a differenza del padrone è una cagnolina molto socievole. Louis le dà qualche carezza e poi si dirige a passo deciso verso di me, che sono ancora all'ingresso.

Oddio. Perché mi viene incontro? Cosa devo fare? Con Zoe le stringevo la mano e ci davamo due baci sulle guance (che non ho mai capito perché si chiamino "baci", visto che consistono nell'appoggiare guancia contro guancia). Devo fare lo stesso con lui? O forse il bacio sulle guance non è una cosa da maschi? È quasi qui, aiuto, avrei dovuto pensarci prima!

Ma mi accorgo che non vuole un contatto fisico. Ha qualcosa in mano. Me lo sta porgendo.

Un pacchetto regalo.

«Per te!» dice.

«Uuuuun regalo?»

Un altro?

Avrei dovuto fargliene uno anch'io? Tomlinson ride. «Apri! È stupidaggine.»

È una confezione piccola e morbida che contiene tre o quattro oggetti, lo sento al tatto.

Mentre lo scarto lui sbircia ondeggiando sulle punte dei piedi, mentre Cloe mi gironzola intorno alle gambe, scondinzolando curiosa.

È una bustina di plastica con dei disegni infantili...è...

«Qu-queeeel cane della ca-canzoncina?»

Lui ride di nuovo. «Apri, guarda dentro!»

Apro la chiusura a zip e dentro c'è uno spazzolino da denti per bambini con la testa di quel cane alla fine del manico, un tubetto di dentifricio il cui tappo è sempre la testa del cane e persino una piccola confezione di filo interdentale decorata da disegnini dello stesso cane.

Non mi piace. Mi fa venire in mente Daria, è stata lei la prima a tirar fuori la canzoncina.

«Ti sei lavato denti stasera?» mi chiede. «Certo!» rispondo.

«Ho pensato così adesso ti diverte quando ti lavi denti! Ahah!»

«Qu-questo spazzolino non po-posso usarlo, è troppo piccolo. Il dentifricio è ssssssicuramente dolce, io uso quello sssssalato. Il filo interdentale forse funziona.»

Lui fa una smorfia un po' seccata. «Tu fai molto sul serio di lavare i denti.»

Mi rendo conto solo ora di essere stato maleducato. Vorrei tornare indietro e non avergli detto ciò che ho appena detto. Era evidente che fosse un regalo scherzoso e che non me l'abbia preso perché lo usassi davvero. Perché ho detto quelle cose?

Sono un disastro. Perché sono venuto a questo appuntamento? Sta già andando malissimo, perché sono un inetto sociale.

«Chiki Chiki Chiki Cha» dico in un momento di estrema disperazione. Perché l'ho detto? Mi sembrava di essere simpatico, ma ora mi sento un cretino.

Lui sorride. «Dai, andiamo a sedere.»

«La bustina mi p-p-piace molto» aggiungo. «La userò per t-tenere il mio spazzolino» (è una menzogna, il mio spazzolino è troppo grande, non ci starebbe).

Lui mi sorride di nuovo, mentre andiamo verso le poltroncine.

«Vuoi qualcosa da bere? Posso chiamare il cameriere. Io ho preso un tè intanto che aspettavo» dice lui indicando una teiera appoggiata sul tavolino. Cloe, quasi avesse capito di cosa stava parlando, appoggia le zampette al tavolino (ci arriva a malapena) e fiuta. Ci sono dei biscotti, su un piattino accanto al tè, ma non li può mangiare, le cose dolci fanno male ai cani.

Play - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora