7. L'ammiratore segreto

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"Alcune persone non meritano
il nostro sorriso, figuriamoci
le nostre lacrime."
Charles Bukowski

L'amore, la perdita, tutto che si ripeteva... in breve, emozioni. In grado di farti sentire il più forte e, subito dopo, il più debole. Eravamo guidati dal nostro cuore, ognuno di noi lo era. Chi seguiva la ragione, spesso, lo faceva perché non lasciava spazio al muscolo più importante del corpo, quello che ci donava la vita.

Una leggenda cinese raccontava di un filo rosso del destino. Secondo la tradizione ogni persona portava, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo legava alla propria anima gemella. Il filo aveva, inoltre, la caratteristica di essere indistruttibile: le due persone erano destinate, prima o poi, ad incontrarsi e a sposarsi.

Quella era una tra le tante storielle che amavo leggere da piccola.

Sognavo il principe azzurro, ma non vivevo sperando di trovare l'altra persona legata al mio filo. Affatto.

Vivevo per trovare il mio navigante di Stelle. Colui che avrebbe affrontato tutto insieme a me. Aiutandoci a vicenda.

Una coppia era legata dal forte sentimento d'amore, ma poteva essere distrutta facilmente. Bisognava combattere insieme.

Da bambina vedevo i miei genitori felici come in una fiaba.

Credevo che quello fosse il vero amore e, un giorno, avrei voluto provarlo anche io.

Eppure, adesso, scoperta la verità, ero disgustata da quella relazione.

Forse erano davvero contenti, ma, quando mia madre aveva avuto bisogno di mio padre, lui non rimase. Spaventato, scappò via.

Allora, mi chiedevo, quella leggenda di famiglia esisteva?

Il getto fresco della doccia mi bagnò la pelle e mi ripulì da ogni sensazione che provavo.

Desideravo l'acqua calda, ma temevo di svenire di nuovo per l'eccessivo calore. Passai sopra il corpo il bagnoschiuma. Usavo lo stesso della mamma perché mi ricordava il suo odore.

Sfregai bene sulla pelle, per far scivolare ogni parola detta da mio padre. Purtroppo, non potevo perdere molto tempo perché a momenti sarebbe arrivato Josh.

Mio padre era uscito a fare la spesa e i due non si sarebbero dovuti incontrare.

Da quando mi ero svegliata, i miei pensieri erano andati su quel biglietto trovato la sera precedente. Volevo correre da Ryker a chiedere spiegazioni in merito. Che fosse lui era ovvio, ma il motivo mi era ancora sconosciuto.

Lui era così, le sue poche parole che mi aveva rivolto erano profonde, pregne di significato, però non le capivo.

Dopotutto, un quadro non si guardava mai con gli occhi, ma con l'anima. E io, dovevo imparare ancora a farlo.

Aprii la porta in vetro della doccia e uscii. Avvolsi il corpicino nel mio accappatoio beige e mi asciugai per bene.

Spalmai la crema di rose su ogni parte del mio corpo e nell'aria si sprigionò quell'odore delicato.

Vestita con jeans e una maglietta pulita, mi occupai della mia testa. Pettinai i miei lunghi capelli profumati e poi li tamponai con una tovaglietta di spugna per togliere l'acqua in eccesso. Infine li asciugai con il fon.

Stetti attenta a non perdere tempo e in mezz'ora fui già pronta. Adesso mancava solo lui, Josh.

Preparai tutto. Oggi era il giorno libero di Angie, quindi dovetti cucinare anche degli spuntini, in caso il mio ospite avesse avuto fame.

The Love In Your EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora