23. Obbligo o tequila?

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"Chi dà luce
rischia il buio."
Eugenio Montale

Battei più volte gli occhi e stropicciai le palpebre, leggermente irritati dal fard in polvere che stava applicando Chloe sulle mie guance.

Aveva detto che avrebbe acceso il mio colorito cadaverico, ma più passava e ripassava quel pennello più mi veniva da pensare che stesse esagerando e che non avrei dovuto affidarmi a lei per il trucco.

«Sei sicura di quello che stai facendo?» Le chiesi, sfuggendo dalla sua mano, che aveva catturato il mio mento per farmi alzare la testa, e mi girai verso lo specchio della toeletta di camera mia.

Osservai il mio viso più abbronzato e rosso nelle gote, addirittura erano andate via anche le mie occhiaie, e gli zigomi erano più scavati. Mentre il mio sguardo era reso più intenso da dell'eye-liner nero e dalla matita bianca nelle palpebre inferiori.

«Eileen, non ho ancora finito! Ti vedrai allo specchio dopo, così che ti possa innamorare di te stessa ancora meglio!» M'ordinò, e mi fece voltare un'altra volta verso di lei, prima di afferrare un rossetto rosa, che non era nulla di troppo smodato per me.

«Fidati di lei» pronunciò Micol sul mio letto, mentre si stava limando le unghie e aveva i bigodini in testa.

Ci stavamo preparando per una festa che aveva dato un ragazzo di scuola, quella sera, e avevano insistito di farmi partecipare.

Nonché avessi di meglio da fare. Se fossi rimasta a casa, avrei fatto sicuramente una maratona di qualche serie tv o film che avevo già visto e rivisto, con in mano una cioccolata calda e l'intenzione di non chiudere occhio per tutta la notte.

«Abbiamo una missione questa sera.» Esordì Chloe, tamponando un piccolo pennello sulle mie labbra per rifinire il rossetto.

Lei era già pronta; si era raccolta i capelli in una chioda stretta e aveva fissato i piccoli ciuffetti con del gel. Per quanto riguardava il make up, invece, aveva messo una goccia di illuminante sulla punta del naso, del blush e un lucidalabbra trasparente. Non aveva bisogno di un trucco pesante, era già bellissima com'era e lo sapeva, evidentemente, poiché non abbondò con i cosmetici.

«Cioè?» Domandò Micol, e soffiò su alcune sue dita una volta terminato il lavoro.

L'avrei chiesto anch'io se la biondina davanti a me non mi stesse tenendo occupata.

«Divertirci e passare la serata con più persone possibili.» Esclamò.

Terminò con le mie labbra e si voltò verso il suo beauty-case, posto sulla toeletta. Allora, sfruttai il momento per parlare.

«Veramente sono due... E non eravate fidanzate voi due?» Obiettai, cercando spiegazioni.

Non era di mio interesse sapere la loro situazione sentimentale, avevo sempre preferito rimanerne all'oscuro, ma la frase pronunciata da Chloe mi stranì parecchio.

«Una è scontata, Eileen» rispose Riccioli D'oro. «Noi due stiamo ancora insieme, ma nel frattempo ci piace fare anche più esperienze, ecco» seguitò Micol, avvicinandosi verso noi due e lasciando un bacio a stampo tra i capelli biondi della sua ragazza.

Chloe sorrise. Si girò da lei e le due si scambiarono un bacio pudico, per mia fortuna.

Volevo scomparire, fuggire, andare in qualsiasi altro posto.

Poi, afferrò il suo vestito posato sul letto e se lo portò al petto, facendolo aderire con il suo corpo.

«Che ne dite?» Volle sapere la nostra opinione e la osservammo bene.

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