10. Un fiore appassito

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"Io non odio le persone,
mi sento solo meglio
quando non mi stanno intorno."
Charles Bukowski

La verità faceva sempre male, soprattutto dopo aver creduto a una grande menzogna. Ti apriva gli occhi, chiusi dalla luce abbagliante.

Eppure, quello che avevo scoperto non era niente di distruttivo. Non era una verità taciuta.

Semplicemente, non la conoscevo.

Quel segreto emerse a galla all'improvviso. E venne illuminato dalla luce.

Mi aveva colpita come un proiettile. Eppure, non causò nessuna ferita, affatto. Al posto di quel proiettile c'era una voragine vuota, desiderosa di sapere. Conoscere meglio ciò che mi girava intorno.

In particolare una persona, lui.

Essere venuta a conoscenza di quel piccolo pezzo, mi portava a voler scoprire ogni cosa su di lui. Pezzo per pezzo, il vaso si sarebbe ricomposto.

Ma dovevo essere io a farlo?

Mi sarei imbattuta solo in sventure o avrei trovato l'acqua che dava vita al fiore?

«Ryker era il figlio della signora Stacy» mi ripetevo ancora incredula. Ero seduta alla mia scrivania e svolgevo gli esercizi di matematica. Anche se il foglio era rimasto bianco.

Oltre a pensare e a ripensare quello che avevo scoperto quel pomeriggio, un'altra parola riecheggiava nella mia mente.

Incidente.

A quanto pareva, aveva subito un incidente... Quando? Ed era la causa del suo comportamento?

E se ne avessero parlato sul giornale locale?

Avrei saputo certamente di più.

Avrei ottenuto risposte per le mie domande.

Spostai la sedia con le gambe e, ancora seduta, mi diressi indietro verso il mio letto. Presi il PC e lo appoggiai sulle mie cosce ricoperte dal mio pigiama.

Andai nell'archivio online della biblioteca di Manchester e navigai per il sito in cerca di qualche articolo promettente che spiegasse quello che volevo sapere.

Tuttavia, in quella città vi erano stati innumerevoli incidenti. Era come cercare un ago in un pagliaio.

Mi servivano più dati.

Conoscevo solo il nome della persona che era coinvolta. Ryker.

Digitai "Ryker Gray" sulla tastiera e cliccai il tasto d'invio.

'Nessun risultato trovato' comparve sul mio monitor.

Era come un fantasma che non voleva essere trovato. Di quell'incidente non c'era nessuna traccia.

«Eileen! La signora Collins ha portato un pacco per te!»

Mi avvisò mio padre dal piano inferiore, interrompendo le mie ricerche. Chiusi il laptop e scesi di sotto per prenderlo.

«Dov'è?» Chiesi a lui una volta giunta in salone.

«Davanti alla porta»

Mi diressi lì e lo vidi. Uno scatolone di cartone di media grandezza. Tenuto chiuso da dello scotch adesivo.

Mi chinai per afferrarlo e lessi anche una scritta.

'Per Eileen'.

Sembrava che le lettere tremassero, infreddolite dal clima d'autunno inoltrato. Invece, erano così per la mano tremolante di Edith.

The Love In Your EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora