6. Traditore

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"Sii sempre con me,
prendi qualsiasi forma, portami
alla follia. Solo non lasciarmi
in questo abisso, nel quale
non riesco a trovarti."
Emily Brontë

Se mi avessero detto da piccolina quello che avrei dovuto affrontare nel corso della mia adolescenza e preadolescenza, probabilmente avrei gettato le armi prima che iniziasse la guerra.

Non che qualche volta non l'avessi pensato, certo, ma se avessi avuto scelta, avrei preferito altro per me stessa. Soprattutto per mia madre.

Mi avrebbe fatto comodo tornare indietro e rivivere tutto, ogni singolo momento. Come avrei cambiato diversi avvenimenti che mi avevano segnato a vita.

Tuttavia, ogniqualvolta che ci pensavo, non potevo non rimuginare un piccolo consiglio che mi aveva detto la nonna, e che non avevo capito minimamente allora.

«Il passato crea te stessa, il presente ti finisce di formare, e nel futuro, invece, sarai tu a scegliere se essere la parte migliore di te o quella incastrata nel passato

Ora come ora, non potevo che essere d'accordo, totalmente.

Io ero la Eileen frantumata dalla malattia di mia madre e dall'assenza di mio padre. Eppure, in quel preciso istante, potevo decidere di mettere da parte quello che era successo e guardare l'avvenire, auspicando di essere quella persona che aveva imparato dai propri traumi e che si era rialzata in piedi, ripartendo a camminare.

La vita, dopotutto, era una scuola.

Ti insegnava e ti metteva davanti compiti difficili e facili, avresti dovuto apprendere da solo come superarli.

Io, fino a quel momento, ce l'avevo fatta.

Tuttavia, qualcuno lassù aveva scelto di far incrociare la mia strada con quella di un paio di occhi celestiali e dallo charme enigmatico. Era diventato lui il mio prossimo compito.

Ryker si era inserito nella mia vita mettendo alla prova tutte le forze che avevo.

E io, testarda qual ero, avevo accettato la sfida.

Era quello ciò che pensavo mentre camminavo per le viuzze sterrate di Heaton Park, con passo calmo e lo sguardo rivolto alla natura che mi stava intorno. Il verde era diventato il colore sovrano di quel luogo.

Faceva così caldo che mi ero tolta la giacchetta di jeans ed ero rimasta con le spalle scoperte, poiché indossavo un abitino bordeaux ed estivo con fantasie di fiori.

La tenevo appesa a un avambraccio mentre ascoltavo disattenta il discorso di Josh, al mio fianco.

Mi aveva proposto lui di uscire quella sera e, non avendo avuto scuse per declinare l'invito, avevo accettato.

«Ti sto annoiando, vero?» Mi chiese ad un certo punto insicuro.

Tra i mille pensieri che mi vagavano per la testa, ero riuscita a sentire qualche sua parola sull'università in cui sarebbe andato e su qualche argomento del test d'ingresso.

Stava parlando di molecole, atomi e particelle subatomiche. Non era sicuramente una conversazione nelle mie corde, ma mi sforzavo di stare al passo con il discorso.

«No, assolutamente. Continua» Chiarii, arricciando il naso e tenendo stretta la mia borsetta a tracolla.

Avvertivo i sassolini scappare sotto le suole delle scarpe e l'odore di terra bagnata.

Mi concentravo sulle sensazioni quando mentivo, in modo da distrarmi e da non incentrarmi troppo sulla menzogna, divenendo poco convincente.

«In realtà, vorrei che sia tu a parlare.» M'incitò. «Sei stata in silenzio per quasi tutta la sera, avrai di sicuro qualcosa da discutere...»

The Love In Your EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora