16. Lei

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Ryker

"I mostri e i fantasmi sono reali.
Sono dentro di noi e, a volte, vincono."
Stephen King

Il boato che si sentì provenire dal piano inferiore fu causato da una pistola. Avrei potuto riconoscerlo anche a chilometri di distanza.

Di rumori del genere ne sentivo frequentemente, nei miei incubi.

Mi raggelò il sangue pensare che potessi essere in uno dei miei sogni. In fondo, il mio subconscio era così profondo e contorto da potermi serbare uno scherzo del genere.

Sarebbe stato perfetto.

Io ed Eileen da soli, a parlare. Lei, in un abito incantevole, da renderla la creatura più bella che avessi mai visto. Io, sempre lo stesso ragazzo che cercava un appiglio per continuare a sopravvivere. E, giusto giusto, mentre stavamo tenendo una conversazione, uno sparo ci aveva interrotti.

Lo stesso che avevo sentito e risentito per anni.

Dunque, mi fu difficile riconoscere la realtà.

Capii che lo fosse solo quando non mi svegliai in un bagno di sudore, iniziando ad avere una delle mie crisi. Era tutto vero.

Notai la faccia di Eileen farsi pallida dallo spavento e vidi la paura nei suoi occhi, la stessa che avevo avuto anch'io tempo prima.

Poi, mi voltò le spalle e a grandi falcate si diresse fuori, affacciandosi sulle scale per scendere. Non potei far altro che seguirla.

A ogni scalino che attraversavamo, eravamo a un passo in più per scoprire la verità. Cosa fosse realmente successo. Mi sembrava tutto vissuto milioni di volte.

In diversi scenari, in diversi tempi della mia vita. Con persone differenti, ma un dettaglio li accomunava tutti. Quella pistola c'era sempre.

Non provavo più niente, per me vederla era normale, ormai. Non urlavo, non scappavo e non frignavo. Non facevo niente.

Solo quando sentivo la sicura scattare e il rumore della canna fare un colpo mi smuovevo. Come se, anziché il grilletto, avessero premuto un tasto per farmi accendere.

Ed era in quel punto che mi svegliavo.

Non scoprii mai a chi fosse destinata la pallottola o chi sparasse.

Aprivo gli occhi terrorizzato nel bel mezzo della notte e per calmarmi mi mettevo a fumare.

Lo facevo sempre per zittire ciò che mi passava per la testa. Le Winfield erano la mia medicina.

Mentre, i libri erano il mio mondo. Dove mi rifugiavo per pensare ad altro. Perché, oltre ad adorare la cultura, che con i libri potevo arricchire, mi piaceva pensare a una dimensione dove tutto era possibile. Dove ero a casa.

Ora, stavo rivivendo quello che mi tormentava. Tuttavia, ero pronto. Sapevo come agire. Lo avevo immaginato una miriade di volte.

Entrammo a passo svelto in sala da pranzo. Tensione e paura erano arrivate tra noi e circondavano i corpi di tutti tranne che il mio. Mi disprezzavano persino loro.

Le prime facce pietrificate che scorsi furono quelle dei miei genitori.

Vi erano tre sconosciuti incappucciati nella stanza e uno di essi stava tenendo una pistola rivolta alla fronte di mio padre.

Un tremolio mi percosse il cuore e temetti che, facendo una mossa sbagliata, quella serata si sarebbe trasformata in una tragedia.

Lo avrei perso e non potevo permetterlo.

The Love In Your EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora