26. Un passo in due

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"C'è uno spettacolo
più grandioso del mare,
ed è il cielo;
C'è uno spettacolo
più grandioso del cielo
ed è l'interno dell'anima."
Victor Hugo

Seduta al tavolo del Vronx, sentivo il calore delle luci soffuse danzare sulla mia pelle.

Mentre Ryker e i suoi amici intorno a me chiacchieravano, la mia mente era in balìa di pensieri complessi. Le parole degli altri sfumavano in un sottofondo indistinto, mentre il mio sguardo si perdeva nella vita al di fuori di quel locale. Le note alte di un frastuono lontano sembravano cercare di penetrare il mio universo interiore, dove riflessioni profonde si intrecciavano come fili invisibili.

Un ciuffo dei miei capelli era ricaduto sulla mia guancia e, quando battevo le palpebre, lo sfioravo con le ciglia, ma non mi dava abbastanza fastidio da sistemarlo dietro l'orecchio e ridestarmi da ciò che c'era nella mia mente.

Amavo fissare un punto indefinito e perdermi nei miei pensieri, poiché mi percepivo in solitudine e credevo che il tempo non passasse mai.

Tuttavia, una voce più accesa tra le altre mi fece tornare con i piedi per terra. Si trattava di Max e Izzy che avevano fatto il loro ingresso nel Vronx e avevano appena preso posto davanti a me, nel divanetto con Alexander.

Non li conoscevo bene quanto Alex e Ryker, ma avevo insistito di esserci anch'io a quest'incontro per prendere meglio conoscenza di quello che stava accadendo con i The Masked.

«Mi stava cominciando a crescere la barba... Finalmente siete qui.» Esclamò Alexander con uno sbadiglio, e si mise più comodo.

«Ho avuto un problema con la moto» si giustificò Max.

A quel punto, intervenne Isabelle.

«Ovviamente per colpa tua. Ti avevo detto di fare il pieno ieri, ma non mi ascolti mai...» Inveì e sollevò gli occhi al cielo.

«Ieri non era ancora il momento.» Replicò suo fratello.

Mi ritrovai a essere spettatrice di un litigio, ciò che mi mancava dopo una giornata infinita.

Quella mattina c'era stata la cerimonia di diploma e mi ero affaticata molto, specie poiché ero stata dietro alle telefonate di congratulazioni che avevo ricevuto. Anche se le emozioni positive avevano preso il posto della stanchezza per un po'.

«Ah, no? Allora lo è quando rimani per strada?» I toni di Izzy si accentuarono soprattutto in quelle sue ultime parole.

Si riusciva a capire dallo sguardo che avrebbe voluto strangolare Max.

«Ehi, ehi. Adesso siete qua, non c'è più motivo di bisticciare. Izzy, dolcezza, non sprecare le tue energie inutilmente.» Intervenne Alex, strizzando un occhio alla ragazza davanti a me.

Lei, in risposta, fece un sospiro per vinta.

Ancora non comprendevo il motivo per cui il ricciolino continuasse ad andare dietro a Isabelle se non ricambiava gli stessi sentimenti.

Senza alcun preavviso, tutti sobbalzammo e volgemmo lo sguardo verso Ryker, poi scendemmo sull'oggetto che aveva posizionato sul tavolo e aveva provocato quel rumore che ci aveva spaventati.

«Avete finito? Leggete.» Ordinò austero, avendo avuto già abbastanza di quello a cui stava assistendo.

Max, Izzy e Alex si soffermarono proprio sul display dell'iPhone, in cui era raffigurato il messaggio che aveva ricevuto il giorno prima da uno dei The Masked.

Una volta che lo lessero, i loro volti mutarono radicalmente e sbiancarono. Avvertivo il loro timore avvinghiarsi alle ossa e risalire per tutto il corpo sotto forma di brividi, proprio come era successo a me.

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