"La virtù migliore del diavolo?
La pazienza."
Alysa Ley8 anni prima...
«Ed è così che l'uomo è riuscito a salvare le Stelle, sacrificando la sua stessa vita per loro.» fui esigente di dire, poiché quella frase racchiudeva il significato di quella storia sussurrata più volte nel silenzio della notte, nella mia camera, da mia madre.
Stringevo il mio quadernino rosa con delle fragole disegnate sopra nel momento in cui un mio compagno m'interruppe, esprimendo un suo pensiero.
«È una lagna questo racconto, possiamo passare al prossimo?»
Benjamin O'Connor esclamò la sua lamentela dal primo banco, era così vicino a me che il veleno nelle sue parole mi ustionarono la pelle e provai vergogna.
«Benjamin, vai immediatamente fuori. Se ti stai annoiando, non pensi che prendere una boccata d'aria ti farà bene?» la nostra insegnante l'avvisò, difendendomi con gli artigli che ancora a dieci anni non sapevo tirare fuori.
A quell'età si permetteva che tutto scivolasse via, che niente importava più dei giocattoli e dei migliori amici.
Ero una bambina ingenua, non avevo la minima idea di come funzionasse il mondo.
Dunque, andai avanti per concludere il mio racconto dopo che la porta della classe si era richiusa e il bambino che mi aveva dato fastidio era sparito.
«Infine, le Stelle hanno custodito il corpo dell'uomo per sempre, che prese il nome di navigante di Stelle. Si aiutarono a vicenda e rimasero insieme per l'eternità.» Terminai, recitando le parole di mia madre.
Riuscivo anche a sentire la sua voce soffice e leggera vibrare nell'aria e a vederla baciarmi la fronte, come faceva ogni sera.
I miei occhi marroni captarono il movimento di un'altra mano alzarsi in mezzo all'aula, e Sophia ottenne la parola.
«Credo che Eileen abbia interpretato male la consegna, qual è la tradizione?» Osservò, senza alcuna mal intenzione come il bambino di prima.
Quando scelsi di portare questa storia come tradizione della mia famiglia, avevo sperato che si sarebbe capito.
Avevo evaso le linee di ogni schema e tentato, con la mia testardaggine, di proporre qualcosa di nuovo, insolito.
«Io credo che...», le parole della mia insegnante frenarono bruscamente quando nell'aula la mia voce cristallina tentò di farsi valere.
«È una storia che si tramanda da almeno tre generazioni nella mia famiglia. Prima l'ha fatto la mia bisnonna con mia nonna, poi lei con mia madre e, infine, l'ho scoperta anch'io. Ve l'ho raccontata perché il significato è quello di...»
«È infantile, una storiella stupida.»
La voce di Sophia, la bambina dalle due codine bionde ai lati, riaprì bocca e io mi zittii come se quelle parole m'avessero cucito la bocca e dato un pugno nello stomaco.
Di riuscire a combattere le tenebre, trovare qualcuno o qualcosa che ci aiuti a farlo, così avrei voluto continuare.
«Anche tu, Sophia. Non è educato, vai fuori.» proferì austera Miss. Griffiths.
Tuttavia, essere protetta da una seconda persona, poiché io non ne ero in grado, a quanto pareva, mi aveva procurato la ferita più grave.
Mi sentivo una bambina qual ero, d'altronde.Lo ero in quel momento.
Lo ero agli occhi degli altri.
Ma a dieci anni, quella bambina, doveva aiutare una madre fin troppo malata per farcela da sola.
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The Love In Your Eyes
Romance𝐃𝐚𝐫𝐤 𝐫𝐨𝐦𝐚𝐧𝐜𝐞 ✰ "A volte per chi amiamo dobbiamo buttarci a capofitto nel vuoto senza sapere cosa ci aspetta. Sconfiggendo le nostre paure e le nostre insicurezze. Tutto solo per amore." Trasferitasi a Manchester per condurre una vita nuo...