Ryker
"A volte non abbiamo bisogno
di qualcuno che ci aggiusti.
A volte abbiamo solo bisogno
di qualcuno che ci ami,
mentre ripariamo noi stessi."
Julio CortàzarSi era fatto mezzogiorno, e il sole splendeva alto sopra il cielo, riversando una luce cruda e implacabile su tutto ciò che lo circondava.
Le pietre del ponte in cui stavo erano arroventate, il calore attraversava i miei jeans e risaliva lungo le gambe, mentre sotto di me il ruscello continuava il suo percorso, indifferente a tutto. L'acqua scorreva limpida e veloce, riflettendo il bagliore del sole in mille scintille dorate che mi abbagliavano se fissavo troppo a lungo.
Il suono dell'acqua che si infrangeva sulle rocce e sibilava tra i ciuffi d'erba che spuntavano qua e là aveva un ritmo ipnotico, quasi da farmi dimenticare i miei stessi pensieri.
Il verde intorno al ruscello era riarso, le erbacce che crescevano ai margini del ponte erano secche, con punte ingiallite che si agitavano appena in una brezza leggera e quasi impercettibile.
Alle mie spalle, ignoravo il profilo della città che si stagliava contro il cielo azzurro e senza nuvole.
Mi chiedevo quanto sarebbe durato ancora quel momento di calma, quel fragile equilibrio tra il sole, l'acqua e il silenzio.
La mia vita stessa era un continuo cambiamento.
E, in qualche modo, stavo sempre più male.
Era un casino su un casino.
Ero curioso di sapere fino a dove sarei potuto arrivare prima di scomparire, morire senza che nessuno se ne accorgesse.
Sino a qualche settimana fa, mi sarei buttato da questo ponte per far smettere tutto. Non volevo affrontare i miei mostri, adesso, invece, sapevo come fare.
Avevo un motivo per resistere.
Due motivi.
La mia intenzione era quella di uccidere mio padre: dopo aver scoperto del suo prossimo incontro con Masked7 mi ero rifugiato qui per meditarci indisturbato.
Avevo la chiave elettronica che disattivava ogni tipo di allarme nel palazzo in cui lavorava Hank. Me la rigiravo tra le mani, nel frattempo rifletteva alla luce.
Potevo eludere i sistemi di sicurezza, disattivare le telecamere, in questo modo sarei entrato senza dare nell'occhio, uccidere lui e chiunque si sarebbe messo in mezzo.
Da solo.
Perché tutti dovevamo affrontare le proprie paure da soli e mostrare di potercela fare.
«Ryker? Che ci fai qui?»
La voce di Alexander mi richiamò alla realtà. Si avvicinò da dietro, sorpreso di vedermi.
E come dargli torto?
Non andavo in quel posto dalla morte di Adam. Troppi ricordi...
Mi voltai appena per vederlo, con i suoi riccioli scompigliati e quell'aria da duro, anche se sapevo bene che non lo era. Mi affrettai a nascondere la chiave elettronica prima che la notasse e cominciasse a fare domande.
«Amico, non sto scherzando. Cazzo, quanto è bello vederti qui. Hai presente quando...»
«Sto per andarmene. Ero solo di passaggio.» lo fermai freddamente, interrompendo il suo flusso di parole mentre si stava sedendo accanto a me.
Anche se non era vero. Ero venuto qui apposta, dall'altra parte della città, guidato da qualcosa di più profondo.
«E dopo sei anni ti capita di passaggio solo oggi?» obiettò con un sorriso spavaldo, gettando un'occhiata attorno.
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The Love In Your Eyes
Romance𝐃𝐚𝐫𝐤 𝐫𝐨𝐦𝐚𝐧𝐜𝐞 ✰ "A volte per chi amiamo dobbiamo buttarci a capofitto nel vuoto senza sapere cosa ci aspetta. Sconfiggendo le nostre paure e le nostre insicurezze. Tutto solo per amore." Trasferitasi a Manchester per condurre una vita nuo...