6. Vronx

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"Insegnami a scordarmi
di pensare"
William Shakespeare

Un suono assordante irruppe nelle mie orecchie. Davanti allo specchio c'era Chloe che si asciugava i capelli. Il sole già alto li rendeva ancora più lucenti.

Dopo quella dormita mi sentii rinata. I vari dolori lungo il corpo erano scomparsi, restava solo la ferita sulla mano. Almeno non sentivo più gli occhi bruciare e la testa scoppiare.

Mi mossi da dov'ero e lei mi notò fermandosi.

«Buongiorno. La colazione la trovi di sotto. I miei sono usciti.» riferì riaccendendo il fono. Pensai che stesse per uscire, poi mi ricordai di quello che aveva detto ieri sera.

«Domani ci aspetta una festa e un pomeriggio impegnativo per la preparazione»

Si stava sistemando trucco e parrucco per quella sera. Aveva cominciato di mattina, ci metteva così tanto a prepararsi?

Con malavoglia lasciai il comodo letto e presi il mio cellulare. Sul display comparvero un sacco di notifiche da parte di mio padre. Messaggi e chiamate alla quale non avrei risposto.

Guardando l'ora mi accorsi che non era mattina, bensì primo pomeriggio. Mancavo da casa da circa sedici ore e la sua preoccupazione era plausibile, ma per il mio orgoglio lo ignorai.

Avvertii lo stomaco brontolare e desiderai fare una buona colazione. Uscii dalla camera da letto e camminai velocemente giù per le scale verso la cucina.

Era molto più piccola rispetto alla mia. I mobili erano mantenuti bene, ma si vedeva che avessero già qualche anno. E stranamente trovai tutto ordinato, Chloe non era di certo una ragazza ordinata.

Dentro il frigo c'era una bottiglia d'aranciata, fatta probabilmente dalla signora Darling, e una ciambella con glassa al cioccolato.

Non avevo voglia di un pasto dolce, così scelsi solo la spremuta d'arancia. Andai a prendere una tazza nel lavello e afferrai l'unica che era rimasta. Sopra vi era disegnato Spiderman, circondato da uno sfondo rosso. Insolito per un adolescente, pensavo che i supereroi non le piacessero.

Versai il liquido arancione dentro di essa e mi sedetti alla penisola in legno.

La bevanda era ancora fredda e mi creò una piacevole sensazione alla gola secca quando mandai tutto giù. Mi ci volle qualche minuto per finirla e, ad un certo punto, sentii qualcosa tirare la mia maglietta blu verso il basso. Girai la testa e mi accorsi di una piccola testolina guardarmi.

«Tazza... mia»

Posai gli occhi nuovamente su essa e capii tutto. Non era della mia amica, ma del suo fratellino!

«Ciao piccoletto. Te la ridò subito, aspetta un attimo»

Scesi dallo sgabello e la sciacquai, una volta asciugata la riportai al suo padroncino.

«Cibo» spalancò la bocca e con un dito fece segno di avere fame. Lo guardai perplessa non sapendo cosa fare, ma fortunatamente arrivò Chloe.

«Michael, sei sveglio! Vieni che ti do da mangiare»

Lo prese in braccio come se fosse una piuma. Poi, insieme, si diressero verso il tavolo e lo lasciò lì seduto. Aprì l'anta del frigorifero e prese un piatto con due tramezzini e delle verdure come contorno. Dopo averlo sfamato tornò su di me.

«Scusa, mio fratello...» Alzò gli occhi e sbuffò.

«Tranquilla non-» mi afferrò con la mano il braccio sinistro e mi tirò.

The Love In Your EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora