10. Vicolo cieco...?

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Ryker

"Il mondo si sta trasformando in una
caverna proprio come quella di Platone:
tutti guardano le immagini e
credono sia la realtà."
José Saramago

«Tuo padre? Cosa potrebbe aver fatto tuo padre?» le parole di Eileen continuavano a scorrermi nella mente da quella mattina.

La rete dei miei pensieri era così fitta che, in quel momento, era impossibile sgrovigliarla e mandare avanti la lettura di una delle mie opere preferite, L'anticristo di Nietzsche.

I miei occhi si appesero a una parola fortuitamente e non ci fu modo di proseguire, rimuginando l'enigma delle lettere e il suo esito.

Doveva essere sbagliato, la soluzione era sicuramente un'altra.

Mi ripetevo dentro di me da troppo per ricordarmi quando avevo iniziato.

Mio padre non avrebbe mai fatto del male a una singola mosca e voleva bene a tutti e due i suoi figli.

Poteva essere incastrato in qualcos'altro, e Adam era venuto a saperlo e voleva mettermi al corrente di ciò. Solo... perché sei anni dopo la sua morte?

Sei... sei... sei...

Cosa diavolo aveva di così speciale quel numero?

La psiche di mio fratello era fin troppo complicata anche per me, che non possedevo le sue stesse capacità e il suo intelletto.

«È impossibile, cazzo!» Sbottai con i nervi a fior di pelle, più che stufo di ascoltare quelle parole nella mia testa come una cantilena che aveva stancato. Chiusi il libro con un colpo secco e mi alzai dal letto.

«Niente è impossibile, ci devi solo provare», fui fermato da qualcuno.

La mia testa si girò di scatto verso la porta del bagno e, spaventato, mi accorsi che vi era Adam con la schiena appoggiata allo stipite e seduto per terra.

Da quanto era lì?

Ma che domande... Ovviamente da quando avevo cominciato a pensare a lui. Era un'allucinazione.

«Non stavo parlando con te» lo ammonii con un'occhiata tagliente, e mi infilai gli scarponcini.
«Dico sul serio, puoi riuscirci, io credo in te. Hai solo paura di parlare con papà»

Quell'ammissione mi provocò un'immensa voragine nel mio stomaco, come quando mi aprivo troppo con Eileen.

Ero nudo davanti al mio inconscio, non c'erano segreti tra me e Adam.

«Ma che dici? Sto andando da lui proprio adesso.» Asserii gonfiando il petto.

Sicurezza, dovevo mostrare sicurezza e avrei convinto anche me stesso.

«Non lo vuoi davvero, ci vai solo perché devi»

«Dovrai rompermi i coglioni ancora per molto?» tagliai freddo, anche se non avrei mai potuto offenderlo.

Non potevo ferire la mia stessa mente, ma potevo ferire me.

«So che ti vuoi sbarazzare di me, però continuo a stare qui. E c'è un motivo ben preciso.», si mise le braccia conserte al petto e mi guardò con aria boriosa.

«Per tediarmi a morte ogni volta? Come se la mia vita non facesse già schifo...» Il mio petto si gonfiò in un sbuffò.

Mi sollevai dal materasso e mi misi la giacca, che non fu difficile trovare per via dell'ordine che aveva messo Eileen in quella stanza prima di andarsene.

The Love In Your EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora