27. Cocci di cuore

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"Era uno strano essere,
quasi sempre in tempesta."
Stendhal

Non c'era mai stato un momento ben preciso della mia vita in cui avevo voluto possedere qualcosa che, invece, non avevo. Come non avevo mai desiderato un'altra famiglia o un'altra casa, seppur i mille problemi che mi avevano fornito i miei genitori, e benché la vecchia dimora in cui stavamo io e la mamma a Belfast non fosse il massimo.

Avevo sempre condotto una vita al servizio della mamma, stavo dietro alla sua malattia e non mi perdevo in fantasticherie simili, poiché mi accontentavo facilmente.

Eppure, quel pomeriggio non facevo altro che ringraziare me stessa per aver insistito con Ryker.

Ciò che era successo la notte prima ripartiva milioni di volte nella mia testa come la pellicola di un film. Infatti, ormai, avevo realizzato bene quel ricordo ancora vivido.

«If the tide takes California» cominciai a canticchiare, con gli auricolari alle orecchie e i fili bianchi che mi facevano solletico al petto.

La scuola era finita, e con sé anche i pomeriggi pieni trascorsi a studiare. Dunque, mi ero messa a ordinare la mia stanza e a sistemare tutto ciò di cui avrei avuto bisogno il giorno dopo, quando Daniel e Amanda avrebbero celebrato le loro nozze.

And if the sky falls from Heaven above.

Sentii la voce intonata e suadente di Ashe, che cantava il suo singolo Till Forever Falls Apart, e feci una giravolta verso la mia scrivania, su cui ancora c'era il mio zaino aperto.

Lo chiusi e andai davanti all'armadio.

«I've spent a lifetime giving you my heart» Sussurrai, mentre sollevai la gruccia in cui vi era appeso l'abito per il matrimonio e mi avvicinai allo specchio per constatare con i miei occhi se mi stesse veramente bene.

Uno dei due auricolari mi cadde sulla spalla, ma non lo presi.

Rimasi ferma a osservare come l'indaco chiaro del tessuto si associasse perfettamente alla mia pelle quasi nivea. La scollatura abbondante del vestito rivelava parte della maglietta che indossavo quel giorno, invece le due fasce che avrebbero dovuto ricoprire i seni si congiungevano sull'addome creando un nodo. Infine, venni colpita soprattutto dalla lunghezza della gonna, che accarezzava le punte dei miei piedi e il pavimento, proprio come quella di una principessa.

Mi girai di lato due volte, sfiorai più volte l'indumento che tenevo in mano e lo ammirai, finché non venni interrotta da qualcuno che aveva appena bussato alla porta.

Al che, urlai di poter entrare, posai ciò che stavo provando e mi voltai verso l'ingresso della mia stanza.

«Eileen, posso? Scusami il disturbo, io sto uscendo per andare a ritirare il vestito per domani, ti andrebbe di accompagnarmi?», la figura di Amanda entrò nella mia visuale quando si fermò sul ciglio della porta e lanciò qualche occhiata attorno a me.

Non fui in grado di rifiutare quella richiesta, non dopo aver udito il tono affabile con cui mi aveva chiesto di venire con lei.

Sapevo che Amanda aveva bisogno di distrazioni e niente stress per il matrimonio che si avvicinava, ma anche per Olivia. Purtroppo gli agenti si erano sbagliati ed erano finiti in un vicolo cieco. Non avevano trovato neanche una traccia di Olivia all'indirizzo che avevano intercettato.

Amanda l'aveva saputo a notte tarda, e pianse per il resto delle ore notturne, sino all'alba.

Seppur avessi svariati motivi per non presentarmi neppure al matrimonio, scelsi il bene di quella donna; presi la borsetta a tracolla che solitamente utilizzavo e uscimmo insieme, una volta salutato mio padre.

The Love In Your EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora