⚠️Prima di incominciare la lettura, vorrei precisare che questo capitolo non è inerente al continuo della storia. È un capitolo speciale in occasione di Natale e in collaborazione con la storia "Genome" di harlowwood . Entrambi abbiamo voluto farvi un nostro dono di Natale.
Per leggere questo capitolo non vi è bisogno aver letto tutte e due le storie, non ci sono alcuni riferimenti ad altre scene o spoiler, tranquill*.
Buona lettura!Ryker
"Il vero messaggio del Natale è
che noi tutti non siamo mai soli."
Taylor CaldwellSe c'era qualcosa che più preferivo in questo mondo empio e adiaforo alle ingiustizie, era proprio il freddo dell'inverno.
Attenzione, però. Non amavo quella stagione in cui tutto sembrava perire per qualche mese, a piacermi era il clima gelido che la caratterizzava.
Mi invogliava ancora di più a rintanarmi nella mia stanza e mi consentiva di creare più scuse per non uscire. E, per di più, possedevo tanti bei ricordi di me e Adam, infagottati fino alla punta del naso, sulla neve.
Anche in quel momento le temperature basse stavano penetrando nella mia pelle, come chiodi appuntiti, fino alle ossa, immobilizzando i muscoli.
Fortunatamente indossavo un giubbotto termico che mi fasciava il busto, dei guanti neri, un paio di pantaloni scuri e pesanti e non percepivo così tanto il freddo di Dicembre a New York.
Ci ero andato per fare compagnia a mio padre in un'assemblea di lavoro, dato che me l'aveva richiesto.
Lui sarebbe giunto il giorno seguente, a Natale.
E, oggi, che era la vigilia, mi ritrovavo a girovagare per le vie larghe e ricoperte di neve della città metropolitana, mentre osservavo dall'alto una testolina dai lunghi capelli castani. La seguivo da quando eravamo scesi da un taxi.
«L'hotel dovrebbe essere dopo il prossimo incrocio...» bofonchiò Eileen, con il naso fine sullo schermo del suo cellulare.
Era da mezz'ora che stavamo attraversando vicoli, strade e marciapiedi alla ricerca del luogo in cui avevamo prenotato per quei giorni, lì.
Tuttavia, avrei dovuto capire prima che non avesse un buon senso dell'orientamento neanche se aiutata da Google Maps.
«Sai almeno in che quartiere siamo? Non voglio ritrovarmi in qualche vicolo cieco impolverato e pieno di topi.» Mi lamentai, enfatizzando il mio lato schizzinoso.
«Sono più che sicura che questa sia la strada giusta. Neanche oggi le tue scarpe laccate si sporcheranno, Ryker»
Tähti mi rassicurò, ma stentai a crederle del tutto. Odiavo la sporcizia e, al solo pensiero di trovarmi in un posto abbandonato a se stesso, mi faceva ribrezzo.
Camminammo a piedi per un altro po', quasi per un altro mezzo miglio. Ci volle molta pazienza, soprattutto perché i marciapiedi che percorrevamo erano gremiti di gente e odiavo respirare la loro stessa aria.
Eppure, nel momento in cui avemmo di fronte un grattacielo in stile art déco e leggemmo un'insegna che spiccava tra le altre per la presenza di quattro bandiere d'America sopra essa, ci accorgemmo che eravamo arrivati.
Era stato mio padre a pagarci l'alloggio, e il suo conto in banca aumentato sproporzionatamente negli ultimi anni gli aveva consentito di garantirci una stanza di lusso al The Manhattan at Times Square Hotel.
Appena l'avevo comunicato a Eileen, le erano brillati gli occhi dall'emozione. Era felice, al contrario di me, che non sopportavo stare in un ambiente troppo sfarzoso.
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The Love In Your Eyes
Romance𝐃𝐚𝐫𝐤 𝐫𝐨𝐦𝐚𝐧𝐜𝐞 ✰ "A volte per chi amiamo dobbiamo buttarci a capofitto nel vuoto senza sapere cosa ci aspetta. Sconfiggendo le nostre paure e le nostre insicurezze. Tutto solo per amore." Trasferitasi a Manchester per condurre una vita nuo...