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Gli strumenti ripartirono così come la voce della cantante che si prodigava a finire quella canzone

Senza notare, che le dita di Hibiki si erano fermate, che il fiato affannato stava aumentando la tachicardia del ragazzo, mentre altre due gocce salate si aggiunsero alle precedenti su quel palco

E le pupille erano spaventosamente ridotte e tremanti

Incollate a quelle dell'altro ragazzo che spaventato e stupito quanto lui, lo aveva finalmente riconosciuto, unendo nella sua mente tutti i punti mancanti

H,Y : "H-i-bi / Yori "

***

Yori guardava il ragazzo sul palco senza nemmeno sapere cosa pensare.

Non sentiva nulla mentre l'immagine del suo ex ragazzo si sovrapponeva perfettamente a quella del chitarrista di fronte a sé.

Non poteva essere vero

Hibiki... Hibiki era morto, troppi anni addietro perché quella visione potesse essere vera

Non riusciva a pensare

Nella sua mente solo un ronzio frastornato riempiva ogni singola sinapsi

Le palpebre non si chiudevano

Il respiro non dava sollievo alle sue membra

Mentre il suo corpo, muovendosi da solo, gli fece allungare un braccio verso quel ragazzo così come il primo passo venne posto in avanti per raggiungerlo
E anche il secondo ed il terzo si sarebbero susseguiti se non fosse stato per una forza, che divenne sempre più ferrea, sul suo polso.
Tanto da costringere Yori a voltarsi, tanto da permettergli di mettere a fuoco un altro volto, al suo fianco, pallido e preoccuparto.

L'alpha al suo fianco muoveva le labbra, ma alcun suono raggiungeva le sue orecchie

Quel ronzio fastidioso nella sua testa si trasformò in un fischio doloroso

Ma, ancora una volta, le iridi del castano cercarono quel volto di fronte a sé, solo, per scorgere una coda a lui fin troppo nostalgica, sparire, di nuovo, dietro le quinte del locale.

Numerosi puntini neri iniziarono ad offuscargli persino l'unico senso rimastogli, mentre, portandosi le mani alle orecchie, Yori si accovacciò su se stesso scuotendo ripetutamente il capo

Sapeva cosa stava per succedere

Ma non aveva né la forza né la voglia di opporvisi

Non voleva, perché combatterlo voleva dire ricominciare a pensare e pensare significava cercare risposte, risposte che in quel momento non voleva sentire.

In fondo quel ronzio non era così male

Faceva male, era nauseante e sentiva la terra mancargli sotto i piedi, ma sicuramente era un dolore più sopportabile di quello che avrebbe dovuto affrontare altrimenti.

Gli occhi gli si chiusero e in un istante si sentì realmente sollevare da terra.

Non sapeva perché, non sapeva come, solo il suo omega lo rassicurava, assicurandogli che non ci fosse un estraneo a tenerlo fra le braccia in quel momento.

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