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Quando i due ragazzi varcarono la soglia della camera, a Kaito parve di aver inalato la miglior sostanza mai esistita.
L'odore del suo compagno era letteralmente ovunque e lo circondava avvolgendolo in una spirale di beatitudine ed euforia che gli avrebbe dato alla testa se solo la consapevolezza di avere i genitori del minore a portata d'orecchio non lo avesse costretto a rimanere con i piedi per terra e le braccia lungo i fianchi.

Decise, perciò, di concentrarsi piuttosto sull’ambiente in se che sulle sensazioni che quella camera gli procurava.
Un sorriso tenero ed un battito mancato gli scaldarono il petto quando notò il CD che lui stesso gli aveva regalato posato sulla scrivania accanto al computer, la custodia aperta, il disco assente, chiaro segnale che l'oggetto fosse stato riprodotto almeno una volta.

Segno, che il suo omega aveva pensato a lui anche in quei momenti in cui erano costretti alla distanza.
Anche quando entrambi conoscevano poco dell'altro e l'astio era ancora la fiamma che maggiormente li univa.
Gli sembravano passati secoli dalle loro prime uscite, nonostante a conti fatti solo pochi mesi separavano il loro incontro.

Per qualche istante Kaito si chiese cosa sarebbe successo se le loro strade si fossero incrociate prima.
Se fosse andato alla stessa scuola con Yori ed Hibiki, forse sarebbe riuscito ad evitare le sofferenze ai due ragazzi?
Forse avrebbe potuto salvarli?

L'alpha scosse animosamente la testa a quei pensieri.
Non poteva permettersi certi sproloqui.
Non era lì allora e non poteva cambiare il passato.
Ma era con loro adesso e tutto quello su cui voleva fare affidamento e concentrarsi era il futuro.
Un futuro in cui gli avrebbe donato tutto l'amore di cui entrambi avevano bisogno per accettarsi.

Distolse lo sguardo e si perse ad osservare le pareti scure, così come le tende che filtravano la luce solare.
I muri erano adornati con una quantità infinita di quadri, per lo più paesaggi stagionali, animali selvatici ed emozioni astratte ma ben identificabili dalle particolari linee e sfumature che gli parlavano più di un libro stesso,quando uno in particolare catturò la sua attenzione.

In una tela di notevoli dimensioni appesa proprio di fronte al letto, due fiori, due gigli, di un bianco candido e brillante, maestosi ed eleganti, in contrasto con la tempesta che li incorniciava.
Le gocce si depositavano sui petali e sulle foglie ma quel cataclisma sembrava solo farli risplendere ancora più intensamente.

Le dita di Kaito si alzarono a tracciarne i contorni in leggero rilievo, come se le pennellate fossero state applicate con una forza ed una rabbia tale da lasciare piccoli grumi di colore al loro passaggio.

K:"sono dedicati a lui vero?"

Non vi era bisogno di pronunciare il suo nome per sapere a chi si stava riferendo il ragazzo.
Yori, seduto sul suo letto si perse ad ammirare lui stesso la sua opera più sofferta, come ogni sera, da otto anni.

Y:" sono la sua essenza… il suo… profumo… era, tutto quello che mi rimaneva di lui dopo l’incidente, il ricordo di un delicato profumo floreale e la quiete che l’odore della pioggia porta con se… l’ho odiato così tanto… mi sono, odiato così tanto, per… per tutto, per lui e contro di lui, ma non sono mai riuscito a sfregiare quel dipinto, non potevo, se l’avessi fatto, avrebbe significato tradirlo, dimenticarlo, cancellarlo, non potevo… mentre ora più lo guardo, più sento la rabbia muovere il sangue che mi scorre nelle vene, sangue che fa battere il mio cuore ancora ed ancora, sempre più velocemente, come se fosse la prima volta, mentre mi ripeto che non appena lo avrò sotto mano  strangolerò la sua trachea finché non lo sentirò supplicare per ogni lacrima versata… per poi lasciarlo respirare di nuovo, permettergli di vivere e stroncargli l’ossigeno ancora una volta con le mie labbra finché non mi avrà consolato abbastanza da sradicarmi la paura di perderlo di nuovo… ti sta bene?"

Un brivido d’eccitazione percorse la schiena di Kaito mentre le pupille gli si dilatarono al solo pensiero.

K:"miseria Yori… ora mi ricordo perché la prima volta che ti ho visto ti ho sbattuto al muro…sai essere così... Wooow, dicevi che da mio padre ho preso la testardaggine ma anche il masochismo non è da meno"

L’omega roteò gli occhi al soffitto con l’espressione rassegnata di chi ormai aveva perso ogni speranza di risultare minaccioso.

K: "perversione a parte, Yori, ti seguirei all’inferno pure se questo significasse bruciarmi le piume e camminerei con te, al tuo fianco, nelle tenebre più oscure solo per non permetterti di tremare.
Non ti negherei niente, nemmeno di malmenare il nostro futuro ragazzo… dimmi cosa fare e lo farò"

Kaito si avvicinò al minore prendendo i suoi palmi e posandoseli sul volto per poi allungarsi per un dolce bacio a fior di labbra.

K:"sono nelle tue mani, fai di me quel che vuoi, il tuo compagno, il tuo migliore amico, il tuo scudo, la tua spada, sono tuo in qualsiasi modo desideri, basta solo dirlo."

Yori si sporse a sua volta ricambiando e rincorrendo quel calore da cui iniziava ad avvertire l’astinenza quando vi era distante.

Y: "voglio diventare un noi Kaito, lo voglio davvero… lo voglio mio, lo voglio nostro, se prima ero in grado di far pace con i miei istinti perché non mi sembrava possibile un universo in cui lui potesse esistere, ora sono certo che questo è quell’universo e non voglio lasciarmelo sfuggire per nessun motivo, non quando è così vicino da potermi nuovamente beare della sua tempesta, non quando posso, per una volta, essere egoista e avere tutto.
Siete il mio tutto e io non voglio più rinunciarci."

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