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Non sapevano quanto tempo fosse trascorso in quell'abbraccio ma quando i singhiozzi di Yori iniziarono a placarsi, fu la rabbia a prende il sopravvento sul ragazzo.
Le dita si strinsero in un pugno che iniziò a martellare sul petto dell'albino mentre l'omega digrignava i denti in preda alla disperazione.

Y: "perché, perché mi hai fatto tutto questo... "

Con ancora i farmaci in circolo Hibiki sentiva le parole del ragazzo come un sussurro, sentiva la pressione sul suo petto ma non la viveva.
Si sentiva come uno spettatore di fronte a quella scena, viveva il dolore, la frustrazione e la sorpresa in modo distante, li percepiva ma come se tutta quella sofferenza fosse di qualcun altro e lui, fosse seduto al di là del palcoscenico mentre il primo pensiero razionale da giorni lo colse alla sprovvista.

Lui avrebbe voluto provarlo.

Per la prima volta da quando ne ha memoria Hibiki avrebbe voluto provare dolore, avrebbe voluto sentire su sé stesso le lacrime che nonostante scivolassero lungo le sue guance erano come gocce d'acqua prive di significato.

Voleva soffrire, perché avrebbe significato condividere con Yori una parte di sé.
Voleva provare quelle emozioni, perché non era solo.
Voleva farsi carico del cuore spezzato dell'omega e unirlo al proprio.

Non voleva essere solo, non quando il suo tutto era fra le sue braccia.

Perché nonostante l'agonia il suo cuore batteva ancora e quella scheggia di vetro infranto sarebbe stata la sua unica fonte di gioia per i giorni a venire.
Ed Hibiki si odiò così tanto per non riuscirla a provare.

Valeva davvero la pena smettere di soffrire se nemmeno quei pochi attimi di pace gli sarebbero stati concessi?

Hibiki lo sapeva, le sue migliori amiche glielo avevano ripetuto da sempre

La felicità ha un sapore dolce amaro
La felicità non è per tutti e allo stesso tempo l'uomo non può vivere senza di essa.

Tentavano di rassicurarlo nei momenti peggiori dicendogli che
solo chi ha provato la vera tristezza può conoscere la gioia.

Ma solo in quel momento quelle lettere smbrarono assumere un significato nella mente contorta e spezzata del ragazzo.

La sua continua carenza del sentimento ne ha fatto scaturire un desiderio così intenso da risultare vano, insufficiente e inaffidabile.
Per questo si prova a nutrirsi della felicità altrui.
Per colmare quel vuoto che proprio lei lascia dopo il suo passaggio.
Per tentare, invano, di vivere quella giornata che non possiamo avere.
Perché se anche ci si ritrovasse nella stessa situazione che da sempre sognamo ed ammiriamo, quell'utopia di dolce agonia che risplende nell'immagine di una cinepresa o nelle parole di un racconto altrui.
Soccombermmo sotto il suo peso rimanendo impassibili, come uno spettatore esterno della sua stessa vita.

Ed era esattamente quello che stava succedendo.
Hibiki stava cedendo, in bilico fra la realtà e l'illusione o almeno finché non sentì quelle parole

Y: "ti prego, dammi un cenno, non ti lascerò andare di nuovo Hibiki ma ho bisogno di sapere che lo vuoi anche tu, non puoi lasciarmi di nuovo, ti prego, non abbandonarmi ancora, io... Io ho bisogno di te... Io voglio anche te... Ti prego, per favore... Resta"

Un piccolo cenno, mentre le braccia dell'albino si stringevano a quel gracile corpo.
Quello era semplice.
Agire, quando si ha la testa ed i pensieri soffocati era facile.
Hibiki non avrebbe mai voluto lasciare il suo ragazzo, non voleva farlo dieci anni fa e per nessuna ragione avrebbe voluto farlo adesso che lo aveva di nuovo con sé.

Annuire fu semplice.

Sopportare il bruciore che ne conseguì un po' meno.

Si era reciso le ghiandole anni addietro per non andare avanti.
Per non avere un futuro.
Perché non voleva, un futuro se non era Yori.
E di certo non si sarebbe mai aspettato di essere marchiato.

Ma i canini dell'omega erano affondati nelle vecchie cicatrici, penetravano in profondità e si spingevano nella sua carne alla ricerca della verità.

Non sapeva se il dolore fisico che provava in quel momento era aggravato dal suo tentativo di eliminare quella parte di sé ma quando i denti strapparono quell'ultimo frammento del passato   gli sembrò di essere riemerso dall'oceano.
Respirando l'ossigeno che non si era mai accorto di star trattenendo.

Il suo odore esplose nella stanza, riempiendo le pareti del profumo di un temporale estivo.
L'omega al suo interno si sentì rinascere, tutto quello che aveva sempre provato a reprimere si espanse nel suo petto come una fiamma che invece di distruggere donava vita.

E le lacrime, salate sul suo volto, iniziarono ad avere un significato.
La luce della speranza tornò a fare capolino fra le sue tenebre.

La paura che ne seguì fu devastante, ma il calore accogliente e rassicurante che gli faceva battere il petto gli permise di accantonare per un po' le paranoie.

Ed un'ultima goccia lasciò le sue ciglia.

Un raggio di sole vi si riflesse sopra, un caleidoscopio vi era riflesso, invisibile agli occhi ma pieno di vita.

Rosso, risentimento
Arancione, pace
Giallo, gioia
Verde, speranza
Blu, dolore
Viola, paura.

Un arcobaleno che lo fece sentire vivo e reale, quando le dita di Yori gli sfiorarono le guance e le sue labbra morbide si posarono delicatamente sulle sue.

Gli occhi di entrambi i ragazzi si chiusero sigillando quella promessa e ricominciando a respirare.
Nutrendosi della rispettiva aria e cavalcando l'onda della felicità che avevano sempre e solo visto riflessa nelle vite altrui.

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