capitolo 2 - Brian

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Brian

Oggi è il dodici Luglio, a New York è tempo di Manhattanhenge.
In questi giorni, nella Grande Mela, si può ammirare quello che viene erroneamente chiamato “Solstizio di Manhattan”.
Il sole tramonta in perfetto allineamento con la griglia stradale sull’asse Est-Ovest di Manhattan, proiettando un bagliore sul cemento delle strade e sui vetri dei grattacieli, sembrando enorme.

Capita tutti gli anni ed è visibile in particolare su alcune strade, come ad esempio sulla 23esima, dove si trova il mio locale, lungo il fiume Hudson, il "Last Soul".

Ma uno dei punti di osservazione per godersi al meglio il fenomeno è il Tudor City Bridge, sulla 42esima strada, ed è lì, nel preciso istante in cui il sole stava tramontando, che confessai alla donna che, ho amato di più nella mia vita, di essere perdutamente innamorato.

Non sono un tipo molto romantico e non fu una cosa programmata, ma vedere i suoi occhi brillare, essere coinvolto dal suo entusiasmo, venire abbagliato più dal suo sorriso che dall'enorme sole che in quel momento illuminava tutta New York, mi fece tremare, letteralmente. Quel "ti amo" venne fuori senza controllo.

Scrollo il capo per scacciare quei ricordi dolorosi, ormai è acqua passata e l'ho accettato, tolgo gli occhiali da sole e sul tetto del mio amato locale, mi godo lo spettacolo, sdraiato sulla mia amaca.

Ormai vivo solo per il Last Soul.

Questo club è diventato tutta la mia vita, amo dare la possibilità a cantanti esordienti di trovare la loro strada, far esibire le drag queen con libertà, far divertire i clienti con le serate dedicate al karaoke e, soprattutto, evitare che almeno nel mio club, ci si possa ubriacare.
C'è una sola regola al Last Soul, non più di due drink, ho sotto controllo le consumazioni con dei timbri sulla mano. A chi sta bene è il benvenuto, altrimenti non obbligo nessuno ad entrare.
Di sicuro dopo ciò che successe alla ragazza di Aiden, il mio più caro amico, a causa di un ubriaco al volante, siamo rimasti tutti segnati, ed è cambiato il nostro rapporto con l'alcool.
Purtroppo non sono in grado di inculcare il buon senso all'umanità, ma ci provo con i clienti che ogni sera popolano le mie sale.

Tutti ci siamo ubriacati almeno una volta nella vita e soprattutto abbiamo fatto cazzate, maggiormente ai tempi del college, o magari per amore, ma bisogna sempre darci un limite, delle regole personali, perché alcuni errori ci segneranno per tutta la vita.
Spesso noi abbiamo, purtroppo, anche la responsabilità di condizionare il corso degli eventi nella vita degli altri.

Cerco di non badare molto ai ricordi che bussano alla porta del mio cuore, provo a godermi lo spettacolo che madre natura ci offre, la tranquillità del momento.
Bhe, in realtà in questa città non è una parola che puoi usare comunemente, clacson tutto il giorno e tutta la notte, via vai di turisti che provengono da ogni dove, sirene di polizia o ambulanza di frequente.

Ma quando sono qui, su questo tetto, mi estraneo dal mondo, come se per un frammento di secondo, fossi di nuovo nel passato, a tre anni fa.
I ricordi sono l'unica cosa che mi sono rimasti di lei, l'ho persa perché sono stato un grandissimo coglione e mi merito di vivere in questo mio inferno personale.

Anche il club è un omaggio alla donna che è riuscita a rubarmi il cuore, le avevo promesso che avrei reso possibile il mio sogno e, di conseguenza, quello di chiunque meriti un'occasione.
Il Last Soul è stato il trampolino di lancio per molti artisti che sono poi diventati famosi, l'occasione che io non ho mai avuto, ad oggi mi sta bene così, ho capito che non era quello il mio destino, diventare un cantante.
Ma di certo non ho abbandonato la musica, fedele compagna delle mie notti in bianco, l'unica che mi dà la possibilità di non sentirmi solo, l'unica in grado di liberarmi dei miei demoni.

Scrivere pezzi è la cosa che amo di più al mondo e, grazie a lei, ho avuto l'occasione di vendere le mie modeste creazioni alle case discografiche e farmi un nome col tempo.
Una mattina il mio telefono stava letteralmente esplodendo, telefonate e notifiche sui vari social, il suo sorriso impertinente che urlava silenziosamente vittoria, uno sguardo di chi sapeva di aver ragione.
Nel corso delle settimane precedenti aveva girato dei video di nascosto dove cantavo e suonavo le mie creazioni, nel mio appartamento, pubblicandole.
Da quel momento fu tutto in discesa per la mia carriera, ma mi servì anche per capire che era quella la mia strada, restare dietro le quinte.
Dopo circa un anno avevo già messo da parte un bel gruzzoletto e insieme fantasticavamo sul club che oggi è realtà.

Ma lei, purtroppo, non fa più parte di questa realtà.

"Brian."
La voce di Sally mi fa voltare verso la porta alla mia sinistra, la sua figura avanza verso di me mettendo in risalto il suo bel sorriso, poggia i gomiti sul muretto basso al mio fianco e si sporge per vedere meglio lo spettacolo.
Quella gonna, che sembra fatta all'uncinetto, corta al punto giusto e stretta abbastanza da evidenziare il suo bel sedere, attira la mia attenzione più del dovuto, ma ho praticamente le sue belle chiappe spiaccicate a trenta centimetri dalla mia faccia.

" Che spettacolo."
Dice riferendosi al tramonto.

" Sai che qua su non ci voglio nessuno."
Forse il mio tono è un po' duro, ma la cosa che odio di più è quando mi ritaglio un momento per me e il mio mondo viene invaso da altri.
Il tetto era il nostro posto preferito, ed ora, è il mio, ma quando sono qui, stupidamente, riesco ad immaginare a volte di averla ancora accanto.

"Sì, scusami, ma non ho saputo resistere, la vista del tramonto ho immaginato che sarebbe stata stupenda da qui e avevo ragione."
Sorride, stringendosi nelle spalle, come se volesse scusarsi.
Sospiro pesantemente lasciando perdere, in fondo è una brava ragazza e non riesco ad avercela mai con lei.

Le regole sono fatte per essere infrante, proprio come diceva la donna che oggi è solo un fantasma nella mia vita, invece Sally è qui, in carne ed ossa e so che spera che fra noi possa nascere qualcosa.

Non posso non ammettere di non esserci andato a letto, prima e dopo averla assunta nel mio club per aiutarla a risolvere alcuni problemi economici.
Dal momento in cui ha messo piede qui, un anno fa, ho ceduto al suo corpo formoso ed invitante solo due volte, andando contro un'altra mia regola, mai fare sesso con le donne con cui lavori.
Sono sempre stato onesto con lei, io non posso dare più niente ad una donna, solo briciole di ciò che è rimasto di me e, nessuno merita questo, quindi meglio che non si faccia castelli in aria.

Mi alzo dalla mia comoda amaca e la affianco, poso i gomiti sul muretto piegandomi.
Osservo la città sotto di me, le strade brulicano di persone con il naso rivolto verso l'orizzonte, anzi, verso uno schermo rivoltovi.
Tentano tutti di immortalare il momento, questo tramonto di fuoco puro, dimenticandosi di vivere in prima persona l'attimo che li investe.

All'improvviso, un battito rimbomba come un tuono nel mio petto, rammentandomi di avere ancora un cuore qui dentro.
I miei occhi d'apprima si spalancano per lo sconcerto, per poi assottigliarsi, con la speranza di mettere meglio a fuoco, data la distanza, della figura di spalle di quella ragazza che mi ricorda qualcuno che non posso più stringere a me.

Pur sapendo di essere impazzito, non riesco a controllare i miei istinti, con uno scatto sono già per le scale, corro attraverso la sala del mio club e dopo soli tre secondi spingo la porta e sono in strada.
Mi guardo intorno, la cerco fra la calca di gente, che continua a ostacolare la mia vista, ma non riesco a trovare i suoi occhi da nessuna parte.

Possibile che fosse proprio lei?

Possibile che fosse proprio lei?

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