capitolo 25 - Brian

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Brian

Il locale si sta svuotando, saluto la band e distrattamente li incoraggio a tornare perché stanno facendo un ottimo lavoro.
Scruto le persone che si aggirano ancora per la sala, cerco qualcuno di ben preciso e proprio come mi aspettavo, lo trovo a guardarsi intorno, ma non la troverà.
Ho mandato Iris in cucina con Sally, raccomandando quest'ultima di tenerla lì, perché ho intenzione di fare due chiacchiere con Joshua senza rischiare di essere disturbati, o visti da lei.

Mi avvicino a lui e, non appena i nostri occhi si incontrano, la sua espressione serena si tramuta, serra la mascella e si mette in piedi.
Col capo gli faccio segno di seguirmi e lo conduco fuori, dietro l'angolo verso il retro.
L'aria gelida di metà dicembre è quasi un toccasana per la mia pelle accaldata, ma non per i miei nervi tesi.
"Allora, cosa vuoi Brian?"
Joshua passa nervosamente la mano sulla testa rasata per poi strofinarla all' altra e tentare di scaldarle col proprio fiato.
"Devi stare lontano da Iris."
Finalmente ho la sua totale attenzione e lo sguardo fisso su di me, peccato che la mia voglia di spaccargli la faccia viene accentuata dal luccichio che vedo in quegli occhi scuri come la pece.
"Altrimenti?"

Ha sempre amato sfidarmi e, se in passato io abbia sempre vinto contro di lui, temo che stavolta non sia io ad avere una mano vincente per aggiudicarmi la partita.

"Caro Brian, mi sembra di capire che lei non ricordi di te, visto che ti chiama capo e vive nel tuo appartamento, ma da sola."
Stringo le mani in due pugni che mi piacerebbe molto potergli assestare in faccia per spegnere quel sorrisetto compiaciuto.
"Non sai cos'è successo."
Ringhio a denti stretti a quest'idiota.

"A quanto pare nemmeno lei, mi ha chiesto di aiutarla e voglio farlo, ma puoi stare tranquillo, le parlerò solo di noi due."
Si volta pronto per andare via, ma urlo nella notte la verità e questo lo blocca.
"Non c'è mai stato."
È risentito dalla realtà che gli ricordo, così tanto da avvicinarsi a muso duro.
"Questo lo dici tu, se non fossi entrato nella sua vita, l'avrei fatta innamorare di me."
Povero idiota, quando una donna ti reputa un amico, è complicato farle cambiare idea, trasformare il sentimento di amicizia in altro.

" Sarebbe successo solo nei tuoi sogni."
Affermo spingendo il viso vicino il suo, gustandomi il momento, almeno fino a quando non controbatte sorridendo.
" Beh, magari succederà adesso."
Afferro istintivamente il bavero del cappotto e lo sbatto schiena al muro, non riuscendo più a contenere l'ira che mi scorre nelle vene.
È la metà di me e non faccio fatica addirittura ad alzarlo di pochi centimetri da terra, quel tanto che serve per farsì che ora l'altezza dei suoi occhi combaci con la mia.
Avvicino il viso al suo e gli sputo in faccia la verità, con odio.
" Iris non si innamorerà mai di te, non la avrai mai."
Afferra le mie mani con le sue cercando di divincolarsi e non mi fa pena l'espressione mista di paura e dolore che ha disegnata in volto.

Aiden, sbucato da non so dove, nel vedere la scena,si precipita a dividerci, o meglio, a salvarlo, cercando di farmi allontanare e lasciare la presa.
"Brian, che cazzo stai facendo, lascialo."
Io, faccio scontrare con ferocia le nostre fronti emettendo un ringhio, per poi allontanarmi di getto, come se mi fossi scottato.
Joshua barcolla e si sistema tentando di riprendere fiato e orgoglio.
" L'ho sempre saputo che eri un tipo pericoloso, non adatto a lei, spero vivamente che tu non ti sia mai comportato allo stesso modo con Iris."
Ma come cazzo osa pensare una cosa simile, nemmeno con un fiore toccherei una ragazza, di sicuro non lei che è stata la donna più importante della mia vita.
Avanzo verso quel coglione con slancio, pronto stavolta davvero a fargli capire che non deve neanche nominarla, ma la figura del mio amico si frappone fra noi rovinando i miei piani.

" Stai esagerando e soprattutto rischiando che ti metta davvero le mani addosso, stavolta non lo fermerei."
Aiden lo avverte, per poi dirgli di andarsene, cosa che quel bamboccio fa, poi si rivolge a me nervosamente.
" Che cazzo volevi fare?"
Non ho una buona risposta, mi limito a fissarlo truce, proprio come sta facendo lui, nonostante la penombra che ci regala la notte, i suoi occhi sono come fari.
" Non lo so, va bene? Non so più un cazzo da quando è tornata, non so più un cazzo da quando l'ho vista parlare con lui."
Indico il punto dove pochi minuti fa è sparito quel figlio di puttana, l'ansia per il loro incontro e per ciò che le dirà mi fa vivere nella mia testa scenari che ancora non sono accaduti.
Immagino loro due insieme e il bisogno di urlare, di correre da lei, di stringerla, mi dilania le viscere.
"La riempirà di bugie per mostrarsi migliore di quel che è in realtà, oppure le dirà la verità e per me sarà finita, ancora."
Porto le mani fra i capelli, frustrato.

"Allora va da lei e dille tutto, ora, risolvi una volta per tutte questo dannato casino."
Mi fuoriesce una risata amara mentre alzo gli occhi al cielo, mi perdo a fissare le stelle lontane e, lei, è lontana quanto loro.
" Non mi perdonerebbe, proprio come è già successo e, avrebbe ragione ad odiarmi, ancora."
Sospiro abbassando il capo e strizzando gli occhi.

"Sei tu che non riesci a perdonarti per aver incasinato tutto, sappi che lo stai rifacendo."
Aiden si volta per andare via, ma prima di sparire dietro l'angolo, come sempre, colpisce.

"Dimmi la verità, davvero sei in grado di perderla ancora?"
Attende nella penombra, mentre con i suoi occhi cerca di scavare dentro di me, con le sue parole tenta di colpirmi per spronarmi a combattere, lo so, ma non ho diritto di farlo dopo i miei peccati.

" Voglio solo che non riviva le pene che ha vissuto quel giorno e che per fortuna, non ricorda."
È stato terribile infliggerle tutto quel dolore, vedere nei suoi occhi l'amore per me sgretolarsi e diventare granelli di sabbia soffiati via dalle mie parole, dalle mie azioni.

"Brian, cerchi di proteggerla dal dolore, ma sei certo che in primis non vuoi proteggere te stesso?"
Abbasso gli occhi colpevole, perché probabilmente è così, ma non so se sarei in grado di rivivere quei momenti ancora.

Mentre lui va via, lasciandomi solo con i miei demoni, noto la luce accendersi dal balconcino del piano di sopra, dopo pochi minuti Sally sbuca dall'angolo e preoccupata mi raggiunge.

"Brian, che ci fai qui senza cappotto?"
Le sue mani corrono ad accarezzare le mie braccia e mi specchio un attimo nei suoi occhi scuri come la notte.
Le dita risalgono fino al mio viso ma non mi scosto come faccio di solito, perché mi manca un gesto affettuoso, anche se non è da lei che vorrei queste attenzioni.
Solo quando le sue labbra si schiudono e mirano alle mie mi rendo conto di non provare nulla.
Mi ritraggo dolcemente da questo contatto, dispiaciuto per ciò che sta provando Sally in questo momento.
"Buonanotte."
Lei abbassa il viso senza rispondere e va via.

I miei passi mi conducono verso il mio ufficio, apro il mio nascondiglio, afferro il bicchiere e la bottiglia di Whisky, ma non faccio in tempo a versarlo perché un grande tonfo, proveniente dal piano di sopra, attira la mia attenzione.

Gli occhi sono fissi al soffitto, ma quando risento lo stesso rumore mi avvio su per le scale.
Non ho intenzione di entrare, solo constatare che stia bene, ma quando il terzo rumore tonante, seguito dal suo lamento, attraversa la porta che ci divide, d'istinto spalanco quest'ultima di colpo.
"Iris."
La scena che mi si palesa davanti è quella di una pasticciona col sedere a terra, nell'evidente tentativo di tirare giù la scaletta retraibile posta sul soffitto che dà l'accesso al tetto.
I suoi occhi finiscono nei miei, mentre con la mano si massaggia la parte lesa.

Mi avvicino ridacchiando e tirando anche un sospiro di sollievo per trovarla tutta intera.
La mia mano è tesa a mezz'aria, pronta a tirarla su, ma dimentico cosa siamo ora.
" Ragazzina, mi hai fatto spaventare, stai bene?"
Mi rendo conto della gaffe solo nel momento in cui lei si blocca con le sue dita che sfiorano le mie.
"Come mi hai chiamata?"
Incastra i suoi occhi nei miei ed io, inizio a tremare, non sapendo se sperare che ricordi o no.

"Come mi hai chiamata?"Incastra i suoi occhi nei miei ed io, inizio a tremare, non sapendo se sperare che ricordi o no

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