capitolo 35 - Brian

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Brian

Sally ordina un sandwich e una birra, io nulla, il mio piano è quello di restare seduto in questo bar non più di quindici minuti.
"È triste dover mangiare da soli, potevi prendere qualcosa anche tu."
Mi porge ancora il piccolo menù, ma per l'ennesima volta metto in chiaro le cose.
" Pochi minuti e andrò via, te l'ho detto, devo andare..."
"A parlare con Iris, certo, è abbastanza chiaro il concetto dopo la quarta volta che lo ripeti."
Mi interrompe annoiata.

Si sistema meglio sulla sedia e inizia ad aggiustare i suoi indomabili capelli riccissimi , lo fa sempre quando è nervosa.
" Allora, si può sapere cosa avevi di così urgente da dirmi? Così tanto da non poter aspettare e trascinarmi qui."
Le mie dita iniziano a picchiettare sul tavolo nero, in attesa di una risposta da parte sua, che però tarda ad arrivare.
È visibilmente agitata e inizio a preoccuparmi quando lascia il posto di fronte e occupa la sedia al mio fianco.
"Sally, è successo qualcosa?"
Cerco i suoi occhi neri, che mi raggiungono quasi tremanti, per poi trovare la forza necessaria per inchiodarmi lì.

" Che intenzioni hai, Brian?"
Abbastanza confuso chiedo di cosa stia parlando, ma le parole che seguono mi innervosiscono.
" Di Iris, di questa sceneggiata che hai messo su, del fatto che vuoi rovinarle ancora la vita."
È un colpo basso, talmente basso che ho una fitta al ventre come se davvero mi avesse colpito con un bel gancio destro.
"Brian, non credi sia meglio lasciarla andare?"

La sua mano dolcemente  si posa sul mio pugno stretto, teso, irrigidisco all'istante il resto dei muscoli non appena continua.
"Mi dispiace ricordarti che quella notte l'hai distrutta, hai scelto tu, con le tue decisioni di rovinare entrambi, ma lei ha una nuova occasione di essere felice e con il tempo la avrai anche tu."

I sensi di colpa, senza aver premura di bussare, irrompono nella mia coscienza, armati di martelli pneumatici e pronti a distruggere la speranza che stava nascendo.

Ritraggo la mano facendo contorcere le labbra rosse della mia amica.
"Iris deve sapere la verità, poi deciderà se perdonarmi o meno."
Striscio i palmi delle mani sulle cosce, il jeans ruvido mi da una sensazione sgradevole, come l'amaro in bocca che all'improvviso arriva a ricordarmi il sapore della mia vita.

"Credi davvero di riuscire a fare ammenda? Brian, eri disposto ad abbandonarla quella notte, subito dopo aver scoperto di..."
Non le faccio terminare la frase perché non ho la forza di sentire quelle parole ad alta voce, ci pensa già la mia coscienza a condannarmi ogni fottuto minuto scrivendo a lettere cubitali le mie colpe nella mia testa.
"Io non l'avrei mai lasciata sola, ho avuto solo paura in quel momento e ho detto stronzate che non pensavo."
Le parole di quella conversazione, dei pensieri dettati dall'ansia di non essere abbastanza maturo, abbastanza responsabile, mi tormentano ancora.

" L'hai spezzata, al punto da farti lasciare e correre sconvolta in auto, al punto da farle fare un incidente."
Un accenno di nausea mi suggerisce di andare via e non riesco a guardare negli occhi la donna che infierisce sulle mie ferite.

"Non ti perdonerà mai."
Vedo ancora nei miei incubi la sua auto che finisce fuori strada, che si capovolge e provo ogni volta la stessa paura quando mi avvicino correndo alla macchina urlando il suo nome.
A volte la trovo piena di sangue, a volte lei è cosciente e mi chiede di salvarla, altre notti mi accusa di essere il colpevole di tutto, mentre altre non c'è e la cerco disperatamente.

"Lo so, e non merito perdono, non merito una seconda possibilità, per questo ho cercato di sparire dalla sua vita, ma lei è qui..."
" Non si ricorda di te."
Sally ha ragione, ma l'amore può andare oltre.
" Nonostante questo c'è qualcosa fra noi, un legame che va oltre, che continua a legarla a me."
Le rivelo con fervore, sporgendomi verso di lei, ma inizia a guardarmi con un velo di compassione.
" Brian, è ciò che vorresti, ma non siamo in una commedia romantica, questa è la vita vera."
Scuoto la testa poggiando la schiena alla sedia.
" Non capisci, Sally."

" Sei tu che non capisci mai niente."
Guardo la mia amica confuso, aggrottando le sopracciglia quando lei fissa la sua borsetta e inizia nervosamente a giocare con la cerniera.
Le chiedo di darmi spiegazioni pur avendo l'impressione di non fare una giusta mossa.

" Brian, sono sempre stata qui, al tuo fianco, a sopportare i tuoi malumori, le volte in cui ti sei ubriacato per anestetizzare il troppo dolore, a gestire il club quando non eri in grado."
Una vocina nella mia testa mi suggerisce di non continuare, ma non le do retta.
" Sei il mio braccio destro e una buona amica."
I suoi occhi inchiodano i miei e sono lucidi.
" No, idiota, sono innamorata di te."
Le sue labbra raggiungono le mie con uno scatto, ma istintivamente mi ritraggo, causandole dolore.
Il suo busto è ancora sporto in avanti e gli occhi chiusi, resta immobile, come se avesse bisogno di un attimo in più per affrontare questo rifiuto.

"Sally, mi dispiace, io..."
" Sono pronta ad aspettare che dimentichi Iris."
Non avrei mai voluto vedere la mia amica così, ne tanto meno farle del male, eppure la stessa vocina di poc'anzi mi dice di essere un idiota per non essermi accorto dei suoi sentimenti.
" Non accadrà mai."
Sono sincero, fino al midollo, fino al cuore.

" Ma non può esserci futuro con lei, lo sai, in fondo lo sai."
I suoi occhi tremano, urlano ciò che prova, implorano una possibilità.
" Ciò che provo per lei non è legato alla possibilità di averla nella mia vita o meno."
È importante che capisca, che comprenda quanto ami Iris.
" Ho rinunciato a lei in passato non perché non ricordasse nulla di noi, ma per darle l'opportunità di non soffrire rivelandole ciò che abbiamo perso quella notte, oltre ai suoi ricordi."
Il sacrificio più grande che abbia mai fatto.
" Ma è stato un errore far vincere i miei sensi di colpa e le mie paure."
Me ne rendo conto adesso che è di nuovo qui.
" Non sarà più così, perché dopo averle detto la verità, se me ne darà modo, farò di tutto per riacquistare la sua fiducia e il suo amore, altrimenti vivrò come fin ora, nell'ombra del nostro ricordo."
Anche se non so se sarò in grado adesso di fare ancora a meno di lei.

Sally resta in silenzio, a fissare il vuoto e mordere il labbro inferiore, posso solo dirle che mi dispiace, poi, mi alzo e raggiungo l'auto.
La mia direzione è il Club, che raggungo in pochi minuti, non essendomi allontanato molto.
Lascio l'auto davanti il cancello, non preoccupandomi di intralciare il passaggio, osservo le finestre dell'appartamento, sono chiuse, con le tende tirate, e un groppo in gola mi rammenta ciò che sto per fare.

Distruggere ancora la donna che amo.

Quando entro e arrivo nel mio ufficio, impiego qualche minuto per trovare la forza di salire quelle scale.
Un bel respiro e busso alla sua porta.
I secondi scorrono, ma di lei nessuna traccia, la chiamo a gran voce, busso ancora, ma Iris non c'è.

Afferro il telefono dalla tasca del cappotto, digito il suo numero che ho imparato a memoria per quanto l'abbia fissato da quando è nelle mie mani, tentando di non chiamarla, ma lo trovo spendo.

"Iris, dove sei?"

"Iris, dove sei?"

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