3

324 22 2
                                    

Riccardo's pov

"Frà siamo arrivati."

Mi sveglio di soprassalto, e mi tolgo le cuffie che avevo messo per addormentarmi.

"Già?" Mi stropiccio gli occhi.

Vedo Alessandro prendere la mia valigia e passarmela. Ancora non mi sono reso conto che siamo atterrati a Fiumicino.

Appena scesi dall'aereo, un caldo afoso ci ha accolti nella Capitale.

Tornare dopo una settimana di stop è alquanto traumatico. Mi aspettano allenamenti su allenamenti, e per quanto mi piaccia giocare, preferisco stare in vacanza.

In più, sono un paio di giorni che ho questo tarlo nella mia testa. Che si chiama Alessia. Non so nemmeno il suo cognome, ma comunque qualunque cosa io faccia non riesco a non pensare a lei.

Quella sera, per me è stata magica. Non mi sono mai trovato così tanto in sintonia con una persona, sembrava che ci conoscessimo da una vita. E invece stavamo parlando da due ore.

Di Alessia, oltre alla bellezza, ricordo il suo modo di ragionare. Mi piaceva il modo in cui parlavamo di diverse questioni. Sembrava matura, perspicace.

Ma adesso la realizzazione mi colpisce duramente.

Io non mi sarei dovuto avvicinare neanche per sbaglio a lei. Anche se è stato qualcosa più forte di me, avrei dovuto fare finta di nulla e andare avanti.

"Sei arrivato?" Mi arriva il messaggio di Martina, e vorrei non averlo visto.

Mi sento una merda, per come mi sono comportato. Anche se io e Martina non stiamo insieme, ci frequentiamo da poco, e tra me ed Alessia non è successo assolutamente nulla, mi sento comunque in colpa.

Non avrei dovuto passare una notte intera con una ragazza, anche se stavamo in spiaggia e non in una stanza d'hotel.

Ma rispetto a Martina, aveva qualcosa di diverso, qualcosa che mi attirava costantemente. Forse era il modo di parlare, forse quello che diceva. Fatto sta che non sono riuscito a scollarmi ed andarmene.

Roma in realtà è grande, è molto difficile che io possa incontrare di nuovo Alessia. E' stata solo una bella serata che devo custodire gelosamente.

"Andiamo." Mi sprona Alessandro per scendere dall'aereo.

Oggi l'aeroporto è più caotico del solito, da quanto ho capito devono aver cancellato un paio di voli per il maltempo che dovrebbe arrivare.

Cerchiamo l'auto nel parcheggio, e ci immettiamo nel traffico romano delle 18, a malapena si cammina.

Guardo il panorama dal finestrino abbassato. Nonostante sia caldo ci sono delle nuvole minacciose all'orizzonte. Nonostante questo, sono contento di essere tornato a Roma. Ci passo fin poco troppo tempo, ma quando torno è come se non me ne fossi mai andato.

Giocare fuori è allo stesso tempo una benedizione ed una maledizione. Mi permette di concentrarmi al 100%, perchè non ho nessuna distrazione, ma sento una nostalgia incredibile di casa.

Sono dell'opinione che non c'è nessuna città al pari di Roma. Non considero nemmeno tutti i problemi che ha. E' semplicemente casa.

Arrivato a casa, mi accoglie subito mia sorella, Rebecca.

"Richy!" Esclama ed io mollo la valigia per terra per prenderla al volo.

"Ciao Rebi." Le lascio un bacio sulla guancia, e la lascio scendere.

Abbiamo cinque anni di differenza, ma siamo legatissimi. Proprio perchè, essendo il fratello maggiore, sento la necessità di proteggerla, e forse sono fin troppo apprensivo nei suoi confronti.

Dammi un motivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora