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Non si respira a Barcellona. È maggio, e nemmeno a Roma ho percepito un caldo così asfissiante.

Non c'è nulla che mi dia sollievo. Nemmeno una Sangria ghiacciata. In questi giorni ne ho bevute parecchie, ma pare che non siano mai abbastanza, deve esserci qualcosa dentro che le rende irresistibili.

È l'ultima sera in Spagna, domani verso ora di pranzo dovrò prendere l'aereo di ritorno per l'Italia. L'ultimo giorno di una vacanza con le mie amiche, Sara e Ludovica. La quarta mancante, è dovuta rimanere a Roma per seguire delle lezioni.

Non vorrei nemmeno tornare in Italia. Qui, nonostante il caldo torrido, si sta bene. Mi piace lo stile di vita, mi piace il suo patrimonio artistico, mi piace pure andare la mattina a La Bouqueria.

È stata una buona idea prendere una pausa dalle lezioni, prima della sessione estiva. Era da parecchio tempo che progettavamo un viaggio.

"Ancora scrivi a lui?" Mi domanda Sara vedendomi al telefono.

"Te l'ho già detto-"

"Sì, è complicato, lo so."

Sara mi bacchetta con un buon motivo.

Io e Marco ci siamo lasciati ormai tre mesi fa. Siamo stati insieme per tutto il liceo, e l'università ha determinato la nostra definitiva crisi.

Io sono rimasta a Roma, mentre lui è andato a studiare a Milano. I nostri impegni erano diventati inconciliabili, e alla fine abbiamo deciso di porre fine alla nostra storia.

Nonostante questo, ci sentiamo quasi quotidianamente, come due fidanzati. Anche se l'amore c'è stato, l'abitudine è ancora più forte. Entrambi stiamo faticando a distaccarci l'uno dall'altro.

Spengo il telefono poggiandolo a faccia in giù sul tavolo.

"Ma vuoi passare tutta la serata seduta? Sbrigati a finire la Sangria e andiamo a ballare!" Mi sprona Ludovica ed io alzo gli occhi al cielo.

"Non posso neanche bere in pace." Borbotto.

"Ludo ha ragione, è già tardi!"

"Va bene va bene, mi muovo." Sbuffo, e faccio gli ultimi sorsi dalla Sangria, prima di abbandonarla definitivamente sul tavolo.

"Sappiate che vi odio.

Ho un ottimo rapporto con entrambe, ma quando si coalizzano contro di me...

Prendiamo un taxi per arrivare in discoteca, altrimenti la camminata sarebbe stata troppo lunga, e sui tacchi è fuori discussione.

Il Pacha è una delle discoteche più belle di Barcellona. Ci siamo già state la prima sera, e ce ne siamo innamorate così tanto che abbiamo deciso di tornarci di nuovo, per concludere la vacanza.

La musica si sente da fuori, e appena entriamo diventiamo completamente sorde.

"Andiamo a prendere da bere!" Urla Sara, prima al mio orecchio, poi a quello di Ludovica.

Il gin lemon che mi rifilano al bancone, è pura benzina, e credo che tra la Sangria di prima e questo, ci vorrà poco prima di finire K.O.

"Bevi un po', almeno ti dimentichi una volta per tutte Marco."

Alzo gli occhi al cielo all'affermazione di Sara.

"Guarda quanti ragazzi, trovatene uno."

Mi spinge, dato che pure lei è alticcia, e mi fa inciampare su un ragazzo. Mi prende per non farmi finire per terra.

"Oddio scusami."

È alto, ha i capelli lunghi e mossi, e degli occhi verdi che brillano anche al buio.

Dammi un motivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora