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Come avevo previsto, non ci è voluto molto prima che Martina si facesse viva.

Qualche ora dopo la scenata di Marco, si è presentata a casa, pretendendo di spiegarmi tutto. L'ho liquidata in breve, perché sinceramente non avevo bisogno di spiegazioni. Né da lui, né tantomeno da lei.

In una situazione del genere cosa c'è da spiegare? Nulla. Come si giustifica un tradimento? Non si può.

Però mi sono sentita di dirle una cosa.

"Fino a ieri mi ha detto che voleva che fossi la madre dei suoi figli." Ho detto riferendomi a Marco, e sono quasi scoppiata a ridere. "A te l'ha mai detto?"

Lei ha scosso la testa, ovviamente.

"Sei sempre la seconda scelta, persino di Riccardo."

Forse sono stata dura, e cattiva, ma in quel momento sicuramente non potevo mostrarmi debole.

Insieme a Martina c'era Sara, perché sapeva che anche lei avesse qualcosa in sospeso con me.

Per lei ci sono rimasta male. Ormai avevo assorbito il fatto che Martina e Marco fossero due stronzi, ma non riuscivo proprio a digerire che lo fosse anche Sara.

Conoscevo Martina da sei anni al massimo, ma Sara dall'asilo. Da una vita. È come se mi avesse tradito una sorella, se solo l'avessi.

Non sono riuscita a trovare neppure una giustificazione per lei. Ha preferito coprire Martina, che conosceva solo grazie a me, piuttosto che rivelarmi tutto.

"Volevo salvare il gruppo." Ha detto. "Peccato che ho fatto solo peggio tenendo un segreto del genere."

È sempre stata intelligente, e infatti ha capito da sola l'errore. Avrebbe dovuto capirlo dal principio, però.

Riccardo è tornato a Bologna. In realtà, me ne sono accorta mentre guardavo le storie su Instagram. È possibile anche che lui me l'abbia detto, peccato che io non abbia aperto nessuno dei suoi messaggi.

Non posso dire che non mi manca, sarebbe una bugia troppo grande.

Non so nemmeno io perché abbia deciso di distaccarmi così nettamente. Forse volevo stare da sola, per capire. Oppure volevo semplicemente chiudere questa storia, tanto non avrebbe portato a nulla.

È inutile che ci giriamo intorno, già le premesse erano incompatibili con una storia seria. E infatti poi si è sviluppata in senso opposto.

"Dai usciamo un po'!" Esclama Ludovica girandosi verso di me.

"Ma non mi va." Faccio una smorfia mettendo in pausa Netflix.

"Ti serve un po' di svago."

Probabilmente ha ragione, è forse una settimana che non metto piedi fuori di casa.

"E dove andiamo?"

"A ballare."

Sbuffo, ma ormai le ho detto di sì e non posso più tornare indietro.

È già tardi quindi abbiamo pure fin troppo poco tempo per prepararci. Presto i vestiti a Ludovica, dato che non era una cosa programmata.

Quando mia madre ci sente scendere le scale, con tanto di rumore di tacchi, alza il suo sguardo dal telefono, ed abbassa gli occhiali sul naso.

"Dove andate a quest'ora?" Domanda indagatrice, ma subito risponde Ludovica.

"Andiamo a ballare, Alessia è un po' giù di morale."

Mia madre non dice altro, e noi allora scappiamo prima che possa dire altro.

Fortunatamente è stata Ludovica a risponderle, ero sicura che non avrebbe detto nulla. Se fossi stata io, può darsi che non sarebbe andata a finire così.

Dammi un motivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora