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Sono rimasta a letto, finché mia madre non mi ha obbligato ad alzarmi. Sono stata un'ora buona a fissare il soffitto.

Sto ancora cercando di capire, quale destino bastardo ha deciso di far incontrare di nuovo me e Riccardo.

Ma sarebbe comunque successo prima o poi, dopotutto si frequenta con Martina.

Lei non mi ha mai parlato di un ragazzo, quindi sono rimasta sconvolta due volte.

Una a sapere che si sente con un ragazzo, e non ha detto nulla a nessuno.

E due, a sapere che quel ragazzo è proprio quel Riccardo.

Fortunatamente alle altre, non ho raccontato i dettagli della mia serata. Non ho detto che aspetto avesse, perché con tutti quei tatuaggi avrebbero potuto capire. E neanche che si chiamasse Riccardo.

Quindi dovrei riuscire, a tenere questo segreto, con la collaborazione di Riccardo.

Prima di ieri, mi domandavo come sarebbe andata a finire se io avessi in qualche modo dimostrato il mio interesse a Riccardo. Chiedendogli il numero o cose del genere.

Adesso mi ritengo fortunata a non averlo fatto, perché probabilmente, senza saperlo, avrei scatenato la terza guerra mondiale.

Ho passato l'intero pomeriggio a cercare di svagarmi, anche perché la mia mente tornava sempre sullo stesso punto.

Il suono del mio telefono richiama la mia attenzione.

"Ti dovrei parlare." È un messaggio di Marco che mi lascia alquanto confusa.

"È tutto okay?"

"Puoi uscire fuori un attimo?"

Mi guardo intorno come per vedere se ho capito bene.

Mi alzo dal divano, e vado verso la porta. Mi ritrovo Marco davanti a me.

"Ma che ci fai qui?" Domando sorridendo e stringendolo in un abbraccio.

Non posso negare che mi sia mancato, dopotutto siamo stati così tanto tempo insieme. È difficile eliminarlo dalla mia vita.

Mi lascia un bacio tra i capelli, come era solito fare.

"Hai tempo?" Mi domanda ed io annuisco.

Da dietro di me sbuca mia madre, che ovviamente ha sentito la necessità di impicciarsi di fatti non suoi.

"Marco, che sorpresa vederti." Ha lasciato sconvolta persino mia madre. "Come mai sei tornato?"

"È una lunga storia." Taglia corto Marco, probabilmente vorrà spiegare a me il motivo.

Mia madre ha sempre adorato Marco. È un bel ragazzo, intelligente, di buona famiglia, educato. Veramente il prototipo del principe azzurro.

È difficile trovare in lui anche solo un difetto.

"Andiamo." Prendo la mia borsa dal tavolo, e percorriamo il vialetto per arrivare alla sua auto.

Marco mi porta in un posto in centro, per prendere un caffè e parlare.

"Ho deciso di tornare a Roma." Dice tutto d'un fiato.

"Cosa?" Domando di getto. "Lasci l'università?"

"No, voglio trasferirmi, studiare qua."

"Perché?" Domando, ma parte della risposta già la conosco.

"Non mi trovo a Milano sapendo che tu sei qui." Mi guarda dritto negli occhi, e comincio a sentire le palpitazioni. "Ale, io voglio riprovarci."

Dammi un motivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora