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Parigi è più radiosa di quanto immaginassi. Forse, perché la dipingono sempre d'autunno o d'inverno, e mi sono ero abituata a questa immagine.

Oppure perché ho sempre messo ogni città a paragone con Roma, e nessuna ha mai retto al confronto, e per questo sono partita prevenuta.

Con me c'è Riccardo, e probabilmente è questo l'altro motivo per cui questa città mi sembra così bella.

È stato difficile giustificare la mia assenza per tutto il weekend. Mia madre mi ha preso per pazza quando mi ha visto con la valigia uscire di casa.

Alla fine, per convincerla che non stessi facendo una follia, le ho detto che io e Ludovica ci eravamo organizzate, e semplicemente mi ero scordata di dirglielo.

Di certo non potevo dire a mia madre che avevo lasciato Marco perché mi tradiva, e che adesso avevo una nuova fiamma. Tutto questo cinque minuti prima di andare in aeroporto.

Tra l'altro, sapendo com'è mia madre, Riccardo a primo impatto non le piacerebbe. Lei amava Marco, perché le dava l'impressione del bravo ragazzo.

Riccardo invece sembra essere l'opposto, eppure è centomila volte meglio di Marco.

Ma per saperlo dovrebbe conoscerlo, e per il momento è un'idea che non mi è passata nemmeno per l'anticamera del cervello.

"Andiamo?" Domanda Riccardo ed io annuisco.

Mi affretto a finire il mio caffè, e riprendiamo il nostro giro.

Le strade di Parigi sono piene di café, e i tavoli all'esterno sono sempre occupati, a prescindere che sia estate o inverno.

Rispetto ad altre città in cui sono stata, Parigi ha un fascino diverso. Le strade sono così pittoresche, e si respira l'arte nell'aria.

Non è raro, vedere sul marciapiede persone che dipingono e che vendono quadri. A dimostrazione che è la città dell'impressionismo.

Mi sembra così strano trovarmi alla luce del giorno, mano nella mano con Riccardo.

Ero così abituata a tenere nascosto qualsiasi cosa ci fosse tra di noi, che adesso mi sembra strano il contrario.

Ho insistito per tutta la mattina affinché andassimo al Louvre, e mi ha accontentata alla fine. Anche se probabilmente se ne sarà pentito non appena ha visto la fila chilometrica.

È uno dei musei che ho sempre voluto visitare.

Sapevo già cosa vedere. Mi sono informata ieri sera, e mentre Riccardo dormiva ho cercato quali fossero le opere più importanti.

Mentre attraversiamo le sale, mi ritrovo davanti il gruppo scultoreo che più volevo vedere.

Amore e Psiche.

"Chi sono?" Mi domanda Riccardo ed io accenno un sorriso.

"Non conosci il mito?" Gli domando ma lui scuote la testa.

"Amore si era innamorato di Psiche, che era una mortale. Si incontravano solo di notte, in segreto, perché non voleva che lei lo guardasse in volto, un po' per testare la sua fiducia." Dico guardandoli. "Ma anche perché guardarsi negli occhi è un gesto intimo."

Sposto lo sguardo su Riccardo, e quando i nostri sguardi si incrociano lo vedo sorridere.

"Ma Psiche ha disobbedito."

"E poi? Cos'è successo?"

"Amore se n'è andato, e Venere per punire Psiche l'ha sottoposta a delle prove."

"E alla fine?"

"L'ha perdonata, e vissero tutti felici per sempre." Dico con un velo di ironia nella mia voce.

Dammi un motivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora