Il cibo dell'ospedale mi fa alquanto schifo. Totalmente insipido, e privo di qualsiasi sapore.
Ieri notte sono stata io stessa a chiamare l'ambulanza. Non mi sentivo male, e premevo affinché potessi alzarmi con le mie stesse gambe.
Alla fine mi sono solo rotta un braccio, e direi che me la sono cavata abbastanza bene.
I medici mi hanno comunque voluto tenere sotto controllo per la notte, per evitare che avessi qualche trauma di cui non si erano accorti.
Siccome ho dato pure una bella botta in testa, mi hanno svegliato a intervalli regolari. Per vedere se era tutto apposto.
Mia madre mi ha mangiato viva. Mi ha rimproverata per essermi messa alla guida nonostante avessi sonno.
"Il problema non è la macchina, ci avresti potuto rimettere la vita!"
Per la prima volta nella mia vita ho dovuto darle ragione, ma non solo per quel motivo. Avrei potuto coinvolgere qualcun altro, e magari non sarei stata io a perdere la vita. Per me questo è uno scenario nettamente peggiore.
Sento la porta aprirsi.
"Mà ti ho detto che non ho bisogno di-"
Alzo lo sguardo dal telefono e mi trovo davanti Riccardo.
"Oh."
Non so nemmeno a questo punto se dovrei essere ancora arrabbiata con lui. Mi rendo conto che ieri sera ho fatto la stronza, aveva davvero ragione.
Con tutto il tempo che ho passato da sola a fissare questa stanza asettica, ho avuto il tempo di riflettere.
Riccardo era preoccupato per me. Perché non voleva che rimanessi da sola con Marco.
Ma io come al solito ho capito fischio per fiasco. Quindi sarebbe anche il caso di seppellire l'ascia di guerra.
"Mi hai fatto morire dalla paura."
Così serio non l'ho mai visto. Probabilmente l'ho spaventato davvero.
Non l'ho avvisato io, ma è stata Ludovica a farlo. Io non avrei nemmeno voluto che lo sapesse, perché testarda come sono, me la volevo cavare da sola.
"Sto bene, guarda che bel gesso mi hanno messo." Dico indicando con lo sguardo il mio braccio sinistro.
Riccardo scuote la testa, e lo vedo trattenere in sorriso.
Si siede proprio accanto al mio letto.
"Mi dispiace per ieri... Io mi sono espresso male." Dice. "Io non dubitavo di te in quel senso, avevo paura che Marco ti potesse fare male, dopo l'ultima volta. Non me lo sarei perdonato se-"
"Io non ti ho lasciato parlare, è colpa mia." Lo interrompo. "Eri preoccupato per me, adesso lo capisco."
"Non dovevi metterti alla guida se avevi sonno Alè, quando Ludovica mi ha detto dell'incidente mi è preso un infarto."
"Non è che sei diventato un po' troppo apprensivo?" Domando sdrammatizzando e lui alza gli occhi al cielo.
"Non c'è niente da ridere."
"A me fa ridere, molto."
Riccardo prende la mia mano destra fra le sue.
"Non farlo mai più, d'ora in poi guido solo io."
"Beh, per forza, la mia macchina è da buttare." Alzo gli occhi al cielo.
"Non riesco a non pensare che se tu fossi-"
"Non ci pensare e basta, perché non è successo."
Anche io ci ho pensato. Ho immaginato quanto sarebbe stato brutto per Riccardo. Adesso capisco perché dicono di non andare mai a letto arrabbiati. Non si sa mai cosa può succedere.

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Dammi un motivo
Fanfiction"Dammi un motivo, uno solo, e lascio perdere tutto." Alessia e Riccardo si conoscono per puro caso, mentre si trovano all'estero in vacanza. Al ritorno a casa però, scopre che è il nuovo ragazzo della sua migliore amica, Martina. Quando in un'amiciz...