CApitolo 84
La domenica mattina era iniziata con una calma apparente. Davide mi aveva avvisato che sarebbe andato a una festa tra ragazzi, organizzata da un vecchio amico. Non era insolito per lui avere queste uscite, e io avevo imparato a gestire la sua vita sociale movimentata. "Prometto di non fare tardi," mi aveva detto con un sorriso prima di uscire, lasciandomi a casa con i miei pensieri e una pila di libri che avevo programmato di leggere.
La sera era calata rapidamente, ma di Davide nessuna traccia. Ogni ora che passava mi faceva sentire più inquieta. Avevo mandato un paio di messaggi, a cui non aveva risposto, e l'idea che stesse ancora con gli amici mi dava fastidio, ma cercavo di calmarmi.
Quando il suo messaggio non arrivò neppure a mezzanotte, qualcosa dentro di me scattò. Non era da lui. Forse aveva bevuto troppo e aveva deciso di restare lì per sicurezza. Cercai di convincermi che fosse una scelta responsabile. Eppure, una parte di me non riusciva a smettere di immaginare il peggio.
Alle sei di lunedì mattina, il rumore delle chiavi che girano nella serratura mi sveglia di soprassalto. Mi alzo in fretta, il cuore che batte forte. Davide entra in casa, e basta uno sguardo per capire che c'è qualcosa di terribilmente sbagliato.
Ha i capelli arruffati, il collo della camicia sgualcito, e un segno di rossetto ben visibile sulla pelle appena sotto l'orecchio. Lo vedo arrancare verso il divano, con l'odore di alcol che riempie la stanza. Non c'è bisogno di parlare per sapere che ha bevuto troppo, ma i suoi occhi — dilatati, quasi persi — mi dicono altro.
"Davide," dico con voce bassa, ma piena di tensione. "Cos'è successo?"
Lui si volta lentamente verso di me, cercando di mascherare il suo stato con un sorriso stanco. "Niente, solo una serata che... è andata per le lunghe."
Mi avvicino, incrociando le braccia. "Ti sei guardato allo specchio?"
Lui alza un sopracciglio, confuso, ma quando mi vede indicare il collo si tocca il segno del rossetto, cercando di capire. "Non è quello che sembra, Noemi."
Scuoto la testa, sentendo la rabbia salire come un'onda. "Non è quello che sembra? Ti presenti a casa a quest'ora, con il rossetto addosso, ubriaco e... le tue pupille!" Mi fermo un momento, poi corro verso il bagno, prendo un test rapido per le sostanze e glielo porto. "Fallo."
"Davvero, Noemi? Pensi che io..."
"Fallo, cazzo!" lo interrompo, la voce che trema. Non riesco a distinguere se è per la rabbia o la paura.
Davide mi guarda, confuso, ma vede che non ho intenzione di mollare. Con un sospiro frustrato, esegue il test. L'attesa è breve, ma sembra eterna. Quando il risultato conferma che nel suo sistema ci sono tracce di droga, la mia mente va in tilt.
"Chi ti ha dato questa roba?" chiedo, stringendo i pugni.
Lui scuote la testa, visibilmente scosso. "Non lo so. Qualcuno deve avermi passato qualcosa senza che me ne accorgessi. Non ho preso niente di proposito, te lo giuro."
Lo guardo negli occhi, cercando di capire se sta dicendo la verità. Eppure, è il segno di rossetto che continua a tormentarmi. "E questo?" chiedo, puntando il dito verso il collo.
Davide si passa una mano sul viso, come se volesse cancellare la stanchezza e il disordine. "Non lo so, Noemi. Non ricordo niente. È tutto un vuoto."
"Un vuoto?" urlo, la voce che si spezza. "Ti presenti a casa così e mi dici che non ricordi niente? Dopo tutto quello che abbiamo passato?"
Lui cerca di avvicinarsi, ma io indietreggio. Non voglio sentirlo, non voglio che provi a spiegarsi. Ho la sensazione che qualsiasi cosa dica peggiorerà solo le cose.
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l'amore-- Davide Frattesi&me
Fiksi RemajaNoemi una ragazza normale di 14 anni che va a San Siro e che pazza innamorata di Davide Frattesi, che forse ricambia? ma con dei genitori a casa e con la scuola cosa succede? ATTENZIONE CERTE PARTI contengono cose un po fragili:)) buon divertimento...