Canzone per il capitolo
Rude - MAGIC!
Avevo forse detto che sarebbe andata meglio l'indomani?
"Ahahahahah."Passò quell'indomani così come 2 mesi di scuola, e se avevo una grande fiducia di poter fare amicizia o semplicemente interagire con qualche ragazzo e ragazza della classe, ora quella fiducia era pari a zero.
Eppure avevo una gran voglia di poter conoscere nuove persone. Quando camminavo per i corridoi o me ne stavo nel mio banchetto, vedevo tutti quei ragazzi indaffarati a fare qualcosa, tutti avevano il proprio gruppetto di amici, e avevano sempre qualcosa di cui parlare, sentivo spesso che si mettevano d'accordo per poter studiare insieme dopo le lezioni e uscire a svagarsi.
Provavo ad immedesimarmi in loro, su come potesse essere la loro giornata, la loro vita, circondati da tutta quella gente.
Poi pensavo alla mia, e pensavo a come fosse una schifezza autentica.
Mi sentivo inadatta. Un'inetta che guarda gli altri vivere da lontano, in un posto distaccato dal resto del mondo, che si muove attorno a lei, sognando e aspettando qualcosa che non arriverà mai.
L'unico tipo di rapporto che avevo con queste persone si basava solo su sfuggenti occhiate che mi lanciavano quelle poche volte che ero al centro dell'attenzione, cioè quando i professori mi chiamavano per rispondere a qualche domanda riguardante le lezioni.
Forse era sbagliato il mio approccio.
In effetti riflettendoci bene, non avevo dato il massimo per essere notata, non avevo mai preso l'iniziativa per parlare con qualcuno, non ero mai andata al banco di qualcuno a chiedere -Hey come va?- no, era sicuramente sbagliato sperare che qualcuno lo avrebbe fatto al posto mio.
Ormai avevo capito, mi avevano classificato, come la ragazza timida e distaccata della classe, che se ne stava per le sue.
Pazienza.
La ricreazione era finita, la campanella era appena suonata e tutti i ragazzi che erano nel cortile corsero verso l'interno della scuola per arrivare in tempo nelle proprie classi. Aspettai che entrassero tutti, e che si smaltisse la folla che tutta in una volta affollava le entrate e corridoi rendendoli impercorribili. Non mi piaceva affatto essere spinta e compressa da quell'ammasso di persone, perciò preferivo aspettare che la confusione andasse via. Quando il cortile si svuotò completamente mi alzai dal muretto sul quale ero seduta e mi avviai.
I corridoi erano deserti, potevo camminare senza problemi. Mentre avanzavo con calma verso la mia aula sentii dei forti rumori metallici provenienti da lontano, incuriosita, cercai la fonte del suono sospetto.
-Apriti maledetto!-
Girai l'angolo e vidi un ragazzo intento a tirare pugni ad un armadietto ed infierire verbalmente contro di esso.
Mi avvicinai, riconobbi il ragazzo, e i suoi occhi verdi, era leggermente sudato sulla fronte, la lotta contro l'armadietto lo aveva sfinito.
Mi avvicinai ancora di più, e sussultai quando quella volta lo colpì con la testa, come segno di rassegnazione.
-Che succede?- Gli chiesi, quasi non credendo di aver rivolto finalmente la parola a qualcuno, e che fosse proprio lui quel qualcuno.
Lui mi osservò con un'espressione seccata, si guardò intorno e poi tornò su di me.
-Il mio armadietto mi ha sfidato e l'ho preso a botte, semplice- sembrava infastidito.
-Mi sa che ha vinto lui- risposi seria, mi stava evidentemente prendendo in giro.
Non rispose, si rigirò verso il suo oggetto d'interesse, che non ero ovviamente io e gli tirò un ultimo pugno, questo fece male, dalle sue nocche fuoriuscì del sangue.
Sarei dovuta andare, era logico che non mi voleva attorno, ma quel giorno la mia bocca parlava senza il consenso dei miei neuroni, o quello che erano.
-Non si apre, posso aiutarti?- mi proposi.
La sua espressione diceva "ma questa ancora qua è?!", le sue labbra invece -Torna a fare l'asociale.- mettendoci tutto il disprezzo che poteva.
Rimasi un po' sbalordita dalle sue parole, non me lo aspettavo, ma la mia teoria di come mi vedesse la gente qui a scuola fu accertata.
Certamente però non me ne sarei andata a testa bassa confermando la sua frase, e lasciandolo nella sua fierezza.
Improvvisamente lo spinsi via da dove si trovava piazzandomi davanti all'armadietto, nella sua precedente postazione. Preso alla sprovvista lo spostai molto facilmente, anche se volendo avrei potuto farlo volare con una sola manata, ma non era il caso.
-Ma che fai???- lo ignorai.
L'anta era bloccata per lo spostamento di un meccanismo all'interno della manovella della password, senza badare al ragazzo che accanto a me si dimenava deridendomi e annunciando il mio ovvio fallimento nell'impresa, riuscii in breve tempo a risolvere il problema.
Fatto ciò mi girai per guardarlo, e contemporaneamente, mettendoci un bel po' di forza, aprii con sicurezza lo sportello.
Rimase spiazzato.
Incredulo per ciò che avevo appena fatto in pochi secondi non riuscì a fare altro che fissarmi con la bocca aperta. Non disse nulla, neanche io parlai, aspettai un po' e me ne andai per la mia strada, sentendo ancora il suo sguardo addosso.
STAI LEGGENDO
Con un cuore d'acciaio
Science FictionL'amore, quello che tutti conoscono, riesce a cambiarti la vita, questo amore invece è in grado di dartela. L'amore che ho provato è diverso, perchè io sono diversa. Nessuno sapeva cosa avevo dentro, che il mio cuore non batteva, che non avevo ossa...