39. Sei pentito?

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Canzone per il capitolo

All of the stars - Ed Sheeran


Sentii una mano sulla mia guancia che mi spinse a girare la testa e a smettere di guardare il cielo, per osservare qualcosa di più bello, qualcosa di un infinito più grande di quello dell'universo.

I suoi occhi riuscivano a stregarmi, dentro ci vedevo più stelle di quante ne potevo contare nel cielo blu della notte, il verde di quegli occhi in contrasto con l'iride dilatata nera come la pece mi ipnotizzava, avrei potuto addormentarmi da un momento all'altro.

La sua mano che mi accarezzava il viso riscaldava ogni singola cellula del mio corpo, e i suoi occhi iniettati nei miei, il suo verde e il mio castano si mescolavano fino a creare un colore nuovo.

Nessuna parola, solo i nostri occhi, il rumore del mare e la luce flebile della luna.

Eravamo l'uno di fronte all'altra coricati di fianco.

D'un tratto i suoi occhi si chiusero, e poggiai la mia mano su la sua, che aveva smesso di muoversi. Si era addormentato.

Ma la mancanza dei suoi occhi non rovinarono il capolavoro che era, anzi era tremendamente dolce e bello.

Un motivo in più per resistere al sonno. Non potevo perdermi uno spettacolo del genere, Adam era uno spettacolo unico, ed io ero fortunata di potergli stare così vicina.

Ora ero io ad accarezzare ritmicamente la sua mano.

Avrei voluto stare lì ad osservarlo per tutta notte per cogliere ogni singolo istante di quella notte, ma il sonno ebbe la meglio su di me, la sua immagine divenne sempre più sfuocata, e infine si chiusero anche i miei occhi.


Una luce mi colpiva il viso e mi spinse a svegliarmi, stavo così bene volevo continuare a dormire, ma quando aprì gli occhi sbattei le palpebre più volte, e cambiai subito idea.

Rieccolo, era ancora lì di fronte a me, il suo viso più vicino che mai, i suoi occhi più luminosi di sempre, dietro di lui sorgeva lentamente il sole, non sapevo cosa mi accecava di più, la luce del sole o il sorriso di quel ragazzo che non smetteva di fissarmi.

-Buongiorno dormigliona.- Disse lui piano, e si avvicinò stampandomi un bacio sulla fronte.

-Buongiorno a te.- Non avevo mai dormito con qualcuno, e dovevo ammettere che quel risveglio fu stranissimo per me, ero abituata a svegliarmi da sola nella mia stanza, no ad Adam che mi da il buongiorno.

-Come hai dormito?- Chiese lui.

-Molto bene, tu?-

-Mai dormito meglio.- E un largo sorriso si fece largo sulla sua faccia, poi si stirò sbadigliando rumorosamente.

Me ne approfittai per mettermi seduta e osservarmi attorno, il resto dei ragazzi stava ancora dormendo sistemati chi sui teli, chi sui sacchi a pelo.

-Ti va di fare una passeggiata?- Adam si era alzato, e continuava a stiracchiarsi facendo scrocchiare più parti del suo corpo.

-Ok.- Misi le mani avanti per farmi aiutare a mettermi in piedi.

La spiaggia era lunghissima e bellissima, ci avvinammo al bagnasciuga e camminammo, lui nel lato del mare, calciando l'acqua delle piccole onde che lo raggiungevano, e io dal lato opposto, evitando in tutti i modi il contatto con il mare.

-Sai era da tanto che non dormivo così bene.- Disse lui, continuando a camminare e guardando dritto davanti a se.

-Davvero, e perché?-

-Non so, solitamente non sto tanto sereno la notte,mi rigiro più volte, faccio sogni non molto belli e tendo a svegliarmi più volte, invece stavolta ho dormito bene, almeno credo, ti ho tirato qualche calcio?-

-No no, sei stato buono e tranquillo.-

-E come fai a saperlo, mi hai guardato mentre dormivo per caso?-

-Tu ti sei addormentato quasi subito, era inevitabile non guardarti.- Dico io arrossendo, non sopportavo quando mi succedeva.

Lui se ne accorse, e fece una piccola risatina. -Ammetto che anch'io ti ho guardata dormire.-

-Cosa?- chiesi leggermente scossa - Per quanto tempo?-

-Da quando mi sono svegliato, cioè per un bel po, sembri una bambola mentre dormi, anche per me era inevitabile non guardarti.- Ora era lui ad arrossire. Ma perchè ci succedeva questo?

-Oh, emm ok.- dissi io palesemente imbarazzata, facendo susseguire degli infiniti istanti di silenzio assoluto, che poi decido di rompere con una domanda, la prima che mi salta in mente. -Te ne sei pentito?-

Lui mi guarda, sapeva benissimo a cosa mi riferivo, mi guardò attentamente, come per analizzarmi, e poi guardò in corrispondenza del mio tatuaggio, e poi di nuovo me.

-Per niente.- Si avvicinò a me, era molto vicino, troppo vicino - e tu?- non lo avevo mai visto così serio.

-No, come potrei?!-

Fece un sorrisetto, uno di quelli furbi e divertiti, e in un attimo mi trovai a terra, sdraiata sulla sabbia. Mi aveva spinto e fatta cadere e ora era sopra di me che mi bloccava con le gambe e mi faceva il solletico.

Le nostre risate sempre più forti si diffondevano in tutto l'ambiente.

-No Adam fermo!!! No!!-

-Sta ferma e subisci!-

Avevo sentito parlare del così detto "solletico", ma non l'avevo mai provato, e non credevo che avesse fatto effetto su di me, invece si, ad ogni suo tocco una forte risata usciva dalle mie labbra, io non volevo ridere, ma ridevo.

Risata dopo risata, la situazione si ribaltò e riuscii a liberarmi per poter passare al contrattacco.

-No no a me no!- Gridava Adam implorandomi, ma la sua forza riusciva ad sovrastare sulla mia, e riprese il controllo.

Era come se con lui, abbassassi le difese, non avevo bisogno di sentirmi più forte, se avrei voluto mi sarei liberata in un solo secondo, ma così facendo sarebbe finito tutto, e io non volevo.

-Ti arrendi?- disse offrendomi una piccola tregua, mentre però mi teneva lo stesso bloccata sotto di lui.

-Mai-

Lui rise, mi lasciò i polsi, e si soffermò ad osservarmi dall'alto mentre io cercavo di riprendere fiato per le grasse risate.

-Non vuoi più uccidermi di solletico?-

-E' l'ultima cosa che vorrei.-

-Quindi mi stai risparmiando.-

-Certo, mi servi viva.-

-Ti servo per fare cosa?- dissi ancora ridendo, non mi ero ancora ripresa dalla guerra di pochi secondi prima.

-Per vivere.-

Accennò un piccolo sorriso e si levò da sopra il mio corpo sdraiandosi accanto a me.

Adam mi sbalordiva ogni giorno sempre di più, come fa una persona conosciuta meno di un anno a fa, a diventare così importante, addirittura essenziale affinché si continuasse a vivere. Come può una persona ad entrarti dentro in questo modo, ad essere parte del tuo essere, della tua felicità, del tuo star bene, di ogni tuo giorno di ogni minuto, di ogni secondo, della tua vita.

Adam era questo per me.

Io ero questo per Adam.

E ora lo sapevo, non credevo che lui fosse uno che diceva cose a caso, che pronunciava parole del genere senza misurarle. Come avrebbe potuto una persona con un cuore così buono e puro poter dire delle bugie. Io che quel cuore potevo vederlo, lo sapevo, tutto quello che mi diceva era vero,e me lo dimostrava a ogni singolo sguardo, a ogni tocco, lo capivo benissimo.

Se gli avessi dato tutto quello che avevo, se avessi fatto dipendere ogni momento della mia vita da lui, ero certa che non me ne sarei mai pentita.





Con un cuore d'acciaioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora