22. Mettici il cuore

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Canzone per il capitolo

Til it happens to you - Lady Gaga


Da quel giorno a scuola mi sentivo come controllata, ovunque andassi, qualunque cosa facessi incontravo lo sguardo intimidatorio di Clarissa.

Mi rivolgeva occhiatacce altezzose dall'entrata a scuola fino all'uscita. Ero controllata costantemente.

Mentre camminavo in corridoio avanzava a passo svelto verso di me venendomi "accidentalmente" addosso, ricevendo così una spallata, peccato che quella che si fece più male fu proprio lei. Il suo intento di mettermi paura era fallito quella volta.

Assunse un'espressione di dolore e se ne andò tenendosi la spalla dolorante, senza staccare gli occhi puntati su di me.

Avevo recepito il messaggio già la prima volta: non dovevo dire niente ad Adam su quello che avevo visto. Ma lei ostinava a farmelo presente in continuazione, così, in questi modi, a mio parere infantili. Ma io le restavo indifferente, tanto sapevo che non gli avrei detto niente lo stesso.

-Ma che succede?-

eccolo...

Adam spunta fuori così, riesce sempre a coglierti di sorpresa.

-Niente, perchè?- doveva aver visto la scena di poco fa sicuramente.

-Prima, con Clarissa, si è fatta male?- lui ci teneva davvero tanto a lei, tanto da preoccuparsi, peccato che per l'altra non era così, se le importava veramente, non avrebbe fatto, be.. quello che aveva fatto.

Non potevo dirgli che la sua adorabile e innocua ragazza mi stava perseguitando.

-Ci siamo scontrate per sbaglio.- dissi vaga.

-umh, ok. E tu?- disse e si avvicinò ancora di più toccandomi il punto della spalla che era andata a sbattere contro Clarissa.

Un'improvvisa sensazione di calore mi pervase, e mentre lui controllava e aspettava da me una risposta, io rimasi muta. Era impossibile, e non riuscivo a spiegare il perchè ogni volta che c'era lui mi bloccassi in questa maniera.

Forse pensavo al fatto di Clarissa, mi aveva detto di starli lontano, e lui mi stava vicinissimo in quel momento, non volevo peggiorare la situazione.

-Oh non mi sono fatta niente, non c'è bisogno che ti preoccupi.- dissi allontanandomi immediatamente, facendogli lasciare la presa.

Un'altro venerdì era arrivato.

Mi stava piacendo il corso d'arte, mi tranquillizzava e ci stavo prendendo mano a disegnare e tutto, insomma mi stavo impratichendo e già ricevevo alcuni complimenti da parte degli altri corsisti e dall'insegnante stessa.

Il venerdì era il mio giorno preferito.

Cioè, ero a contatto con la natura, grazie alla finestrona che mi stava di fianco, avevo una grande tela bianca di fronte a me pronta per essere colorata, buona musica che aiutava la mia ispirazione, e bella gente che mi stava attorno, e di fronte...

-Ragazzi!- fece la sua entrata la professoressa Dunn, -ho il piacere di informarvi, ahhh!!- emesse un gridolino, era davvero eccitata, mi domandavo cosa ci avrebbe detto. -sono riuscita a far allestire una mostra, che si terrà tra circa 2 settimane, ognuno di voi parteciperà e potrà esporre le proprie opere!- saltellava dalla gioia mentre ci spiegava.

Sembrava che il suo sogno si fosse realmente realizzato, e forse era davvero così.

La classe era entusiasta e non vedeva l'ora, tutti ridevano ed esultavano, anch'io ero felice, non sapevo cosa si facesse esattamente in una mostra, ma l'idea.. mi piaceva, si.

Si, tutti erano di buon umore, tranne lui.

-Il tema della mostra saranno i sentimenti, ognuno di voi sarà libero di esprimersi come meglio vuole, e visto che manca poco... SU, ALZATEVI LE MANICHE E METTETEVI A LAVORO!-

Sentimenti, e ora come avrei fatto? Io non sapevo come... io non conoscevo, i sentimenti. Sentimen..ti, al plurale, allora ce ne sono tanti, e io non ne conoscevo neanche manco uno.

Bea mi aveva insegnato tante cose, ma su questo argomento proprio non sapevo niente.

Io.. non ero umana, io non ero come tutti gli altri, come potevo provare emozioni, come può provare sentimenti una macchina robot, un cyborg?

Bene, vedremo cosa sarebbe venuto fuori, qualcosa dovevo pur fare.

Alzai lo sguardo e vedi Adam, fissava il vuoto, e sembrava molto preoccupato, e pensieroso.

In una mostra l'artista espone le proprie opere, e solo dopo mi ricordai che lui aveva qualche problemino con la sua passione... Lui adorvaa disegnare, ma a causa della sua bassa autostima, si ostinava a tenerlo nascosto.

-Adam tutto ok?- gli chiesi, non si sbloccava, era come bloccato a guardare un punto preciso del pavimento, e cominciava a preoccuparmi.

-...Adam?-

-e ora cosa faccio?- si rivolse a me con lo sguardo pietoso e disperato.

-Adam, tu devi fare quello che più ti piace- lo pensavo sul serio.

-Ma sai cosa è una mostra? Tutti rideranno quando leggeranno il mio nome sotto questa tela- disse in modo dispregiativo, e spinse il suo cavalletto facendolo oscillare, stava per cadere, ma prima che succedesse lui lo afferrò prontamente, e lo rimise a posto.

Lui adora disegnare, se non ci tenesse, avrebbe lasciato che la sua tela cadesse, senza farsi alcun problema.

-...potresti non mettere il nome.- pensai a quanto fossi stupida per quello che avevo appena detto.

Si sporse verso di me e mi guardò, se i suoi occhi parlassero mi avrebbero detto "ma mi stai prendendo il giro?".

Sbuffò e si rimise diritto.

Improvvisamente si alzò facendo fischiare la sedia e senza dire nulla uscì dall'aula.

Rimasi così come una scema.

Mi dissi di smettere di pensare ai suoi problemi, in fin fine, non mi riguardavano, perchè starci male? E mi concentrai sul mio lavoro.

Si avvicinò la professoressa a me e mi disse -Hanna! Oh Hanna, i tuoi lavori passati sono eccezionali, davvero, sei molto brava.- era la centesima volta che me lo diceva -vorrei tanto che tu rappresentassi "l'amore", affido a te questo incarico, lo sai che è l'emozione più importante, e vorrei che fosse fatta al meglio!-

Io? L'amore? proprio io?

-Professoressa, io non so se sarò in grado..- non avrei potuto farcela.

-sssh, shh shh shh...- mi azzittì dolcemente - Cara, sono più che sicura che riuscirai a fare un gran lavoro, si vede lontano un chilometro che quando fai qualcosa ci metti il cuore.- mi diede due pacche alla schiena, e se ne andò dal prossimo ragazzo.

Non sapevo se ridere o piangere.

Una ragazza senza un cuore a rappresentare l'amore.

Al destino non mancava di certo l'ironia.









Con un cuore d'acciaioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora