5. Il mio cuore

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Canzone per il capitolo

Me and my broken heart


Non fu stato facile accettarlo, ma per quello che ne sapevo io ero un cyborg, o qualcosa del genere.

C'è chi nasce uomo, chi animale, chi pianta, chi sasso, e poi ci sono. Non sapevo nemmeno se reputarmi un essere vivente, ma se ero lì su quella terra un motivo ci sarebbe stato.
Esteriormente ero normale, una ragazza tra i 18/20 anni, niente poteva far capire che, internamente, si nascondeva lo scheletro di una macchina robot.

Io e Bea decidemmo che la mia natura doveva rimanere un segreto. Nessuno a parte noi doveva sapere, Beatrice lo accettava, gli altri invece... non potevamo di certo rischiare, chissà cosa sarebbe successo, se si venisse a sapere che un "robot" girava in paese. Non volevo immaginare le reazioni della gente, non era il caso.

Le mie giornate scorrevano normalmente. Come tutti voi avevo bisogno di dormire la notte, sentivo la stanchezza e di conseguenza riposavo, bastavano anche poche orette. La mattina la sveglia era puntata alle sei, ovvero al sorgere del sole, quando il gallo cominciava a cantare.
Non potevo di certo approfittare della generosità di Bea, così lavoravo, riuscivo a svolgere numerose mansioni, ed ero anche molto brava in tutto quello in cui mi applicavo. Aiutavo a pulire la casa, a cucinare, mi prendevo cura del raccolto e delle bestie, cucivo, lavavo il bucato, facendo tutto ciò che si doveva fare, senza fermarmi o lamentarmi, era un dovere per me, se non l'unica cosa che potevo fare. Mi sentivo utile in quel modo. Ero così veloce ed efficace a fare il mio dovere che Bea rimaneva spesso senza fare niente. Già nella mattinata tutto il lavoro era quasi sempre terminato e rimanevamo senza fare niente dopo il pranzo (si, avevo bisogno anche di nutrirmi, non ero poi così diversa in certe cose).

Nel tempo libero Bea si dedicava totalmente a me e alla mia educazione, come la chiamava lei. Mi sentivo una bambina delle elementari, e in un certo senso lo ero, avevo tanto da conoscere e sapere, si, una bambina un pò troppo cresciuta, ma fortunatamente imparavo in fretta.

Oltre a "studiare" sui libri e fare teoria, svolgevo anche parecchia "pratica", Beatrice mi portava nel bosco, per riconoscere i diversi tipi di alberi, piante, arbusti e funghi, le loro proprietà, funzioni, quali erano buoni da mangiare, quali potevano essere usati come farmaci. Avevo visto da vicino un sacco di animali diversi tra loro, compresi gli insetti, e osservato come si nutrono, come crescono i loro piccoli, come si difendono.

La sera ci distendevamo sull'erba e scrutavamo il cielo tempestato di stelle, apprendendo tutto sulle costellazioni, i pianeti, i moti della terra e dell'universo.

Tutto ciò mi affascinava particolarmente ed ero entusiasta di poter imparare così tante cose. Il mondo era meno misterioso in questa maniera.

Le giornate andavano avanti così, io e Bea, eravamo due ragazze, apparentemente coetanee che si sostenevano a vicenda, io la aiutavo con i lavori che prima riusciva a terminare a mala pena, e lei mi aiutava a sentirmi parte di questa vita.

L'argomento di quel giorno era Anatomia, Bea sembrava quasi preoccupata, non aveva la solita espressione esultante, ogni volta non vedeva l'ora di spiegarmi la consueta lezione.

Il corpo umano.

Non il mio.

La ragazza si prestò come manichino, indicando nel suo corpo la collocazione di ogni organo, spiegandone la funzione.

- Inoltre, molto importante per la nostra vita è il sistema circolatorio, formato da numerosi vasi sanguigni , le arterie, le vene e i capillari, nelle quali circola il sangue, pompato da un organo muscolare involontario chiamato cuore.- mi spiegava Bea, mentre l'ascoltavo attentamente.
-Il cuore è posto qui, nella cavità toracica, se metto la mano sul petto riesco a sentire i suoi battiti. Prova tu, vieni-
Mi avvicinai a lei e poggiai il mio palmo lì dov'era il suo cuore.

Tum-tum, tum-tum, tum-tum

Quasi non mi venne un colpo.

-L'ho sentito! Ma... batte di continuo?!- chiesi stupita.
-Si batte sempre Hanna, dal nostro primo respiro all'ultimo.-

Mi concentrai attentamente sul petto della mia insegnante, lì dove mi aveva indicato precedentemente.

Fu qualcosa di nuovo, a distanza riuscivo a sentire i battiti del suo cuore, più mi concentravo e più il suono era distinto e pulito, poi vidi qualcosa, guardavo il suo torace, e pian piano sembrava che si sbiadisse, e... quello che successe mi lasciò senza fiato.

Io riuscivo a vedere il cuore di Bea, era davanti a me, lo vedevo davvero, lo vedevo che pulsava, ininterrottamente.

Con immenso stupore da parte di entrambe quel giorno scoprii di essere capace di poter guardare oltre.
Avevo questa capacità.

Carica per la nuova scoperta corsi fuori, mi girai verso la casa e... pazzesco! Concentrandomi attentamente riuscivo a vedere l'abitazione come se fosse sezionata, i muri non c'erano più, vedevo le stanze, con tutto ciò che c'era dentro.
Mi girai e guardai dalla parte delle montagne in lontananza, e ciò che era distante mi apparse vicinissimo.

Ero felice e parecchio stupita, avevo una capacità che nessuno aveva e che chiunque avrebbe invidiato, addirittura pagato, mi sentivo ricca e speciale.
Esausta per l'improvvisa scarica di energia, mi stesi a terra.

Ma il sorriso che avevo in viso scomparve proprio come il senso di pienezza e vita che sentivo un attimo fa, quando, poggiandomi la mano al petto, quello che sentii fu solo silenzio.

Non ero speciale, e sbagliai enormemente a pensarlo anche solo per un secondo.

Non avevo niente in più degli altri.

Il mio cuore non batteva.

Con un cuore d'acciaioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora