Canzone per il capitolo
To build a home - The Cinematic Orchestra
Mi avevano sparato.
Adam era praticamente in preda al panico, farneticava qualcosa nervosamente, ma non gli davo la giusta attenzione, ogni fibra del mio corpo e tutti i miei sensi erano concentrati su quelle voci, dovevo capire chi erano di preciso, anche se non avevo molti dubbi.
-Hanna dobbiamo andare, che ci fai ancora qua?-
-E ti pareva.- affermai in un sospiro vedendo finalmente le figure delle persone che avanzavano all'orizzonte. Erano ancora lontane, ma io potevo vederle chiaramente. Era impossibile non riconoscere quelle tute bianche, erano loro, erano tornati, mi avevano trovata, un'altra volta.
Avanzavano a passo svelto ma cauto, il fatto che fossero armati fino al collo, anche di più della scorsa volta, mi spaventava, ma comunque anch'io ero dotata di particolari qualità, non ero di certo poco pericolosa per loro.
Se avessi voluto avrei ingranato la marcia e in un secondo sarei scomparsa da lì, andando il più lontano possibile da loro, ma questo non era possibile, avevo Adam con me, e non avrei potuto lasciarlo solo, lui mi serviva, sarebbe stato inutile scappare da sola, non mi sarei realmente salvata, perché ormai lo sapevamo tutti e due che avevamo bisogno l'una dell'altro.
-Sono loro.- informai Adam.
-Loro? Loro, quelli dell'altra volta?- cercava di focalizzarli tra la nebbia e gli alberi fitti, ma inutilmente.
-Esattamente.- afferrai veloce la sua mano, e cominciai a correre tirandomelo appresso, dovevamo raggiungere casa il più in fretta possibile, i passi degli uomini che mi davano la caccia si facevano sempre più vicini, non dovevo permettergli di arrivare a noi.
-Come ci hanno trovati?- Domandò Adam con il fiatone.
Non avevo risposta, non lo sapevo, Dio solo sapeva di cosa erano capaci quelle persone, non sapevo chi fossero, ne tanto meno i loro strumenti, ormai era inutile chiedere il come, ci stavano inseguendo, non inportava nient'altro.
-Non lo so, tu pensa a correre più velocemente che puoi.- dovevamo sbrigarci.
-Ci provo.-
Correvamo tra le fronde del bosco, io, ovviamente stavo due passi avanti a lui, e ci aprivo la strada spostando gli ostacoli che trovavo lungo il tragitto, per facilitare e accorciare il nostro percorso, beccandomi spesso e volentieri dei colpi di foglie e rami in viso o addosso.
Con i passi e le voci dietro che mi mettevano ansia mi sembrò di correre per un eternità, e pensare che eravamo vicini, ma quando finalmente avvistai quella casa, provai un po di sollievo, la nostra unica possibilità di salvezza si trovava sotto quel tetto malconcio.
-Eccola!- esclamai come se stessi vedendo il paradiso, e lo era in un certo senso, per un periodo abbastanza lungo della mia vita, quello fu il mio rifugio, il mio unico e solo riparo dal male del mondo, a quel posto erano legati tanti bei ricordi tanto quanto brutti.
-Muoviamoci!-
Arrivammo alla porta, cacciai tutti quei pensieri che non facevano altro che rendere la situazione più complicata di quanto già lo fosse, e forzai la serratura arrugginita, che avevo accuratamente chiuso prima di partire e lasciare per sempre quel posto.
Prima di entrare mi guardai dietro, per essere sicura di non aver quegli uomini alle calcagna. Nessuno in vista, erano ancora lontani, non ci avevano visti entrare in casa.
Richiusi alla bene e meglio la porta, e feci per riprendere fiato concentrandomi per un attimo solo sul mio respiro, ma me ne trovai presto a corto quando alzando gli occhi non potei fare a meno di tornare indietro nel tempo e collegare ogni singolo mobile o soprammobile di quella casa a uno specifico ricordo.
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Con un cuore d'acciaio
Science FictionL'amore, quello che tutti conoscono, riesce a cambiarti la vita, questo amore invece è in grado di dartela. L'amore che ho provato è diverso, perchè io sono diversa. Nessuno sapeva cosa avevo dentro, che il mio cuore non batteva, che non avevo ossa...