Canzone per il capitolo
It will rain - Bruno Mars
-Si ripetimelo, voglio sentirmelo dire un'altra volta.-
Dovevo dirgli per la terza dolorosa volta che avevamo chiuso.
-Non parli più? Dimmelo ora, come l'altro giorno, avanti.-
Perchè voleva sentirmelo ridire? Non aveva fatto male già la prima volta, perchè la tirava così per e lunghe? Non avevo voglia di ridirglielo, mi sforzai già tanto a dirlo una volta, non volevo.
-Adam smettila...- Dissi provando a mantenere la calma, al contrario di Adam che sembrava agitatissimo, nascondeva la sua agitazione dietro quel tono da duro, ma io lo avevo smascherato, oltre alla rabbia che aveva in corpo nascondeva una grande irrequietezza.
-Voglio che mi dici esattamente cosa mi hai detto sul tetto quella sera.- sentenziò a denti stretti, avvicinandosi di poco al mio viso.
-Perchè dovrei?-
-Devo sapere se ci credi veramente.-
-Noi..-
Driiiin
Benedetti quella campanella, che usai come scusa per tagliare quella discussione, e senza finire la frase, mi voltai per recarmi nella mia classe, fregandomene dei libri che mi sarebbero serviti, e lasciando Adam come al solito senza risposte.
Mi sentivo in colpa, ma doveva capire che ormai non doveva più avere niente a che fare con me. Io lo amavo e impormi di stargli lontano era difficile, guardarlo con indifferenza mentre lui vuole delle lecite spiegazioni non era facile, e lui non faceva altro che rendere il tutto ancora più complicato.
Anche le sue occhiate non aiutavano, per tutte le lezioni teneva lo sguardo incatenato a me, beccandosi di tanto in tanto delle ramanzine da parte dei professori, dato che era palese che guardando me non dava la minima importanza allo svolgimento delle lezioni.
Doveva finirla.
Le lezioni finirono, come sempre tutti non perdevano tempo a precipitarsi fuori dalla scuola, io invece facevo sempre con calma, avevo il tempo di tutto questo mondo, e un minuto in più non mi avrebbe cambiato la vita, a volte non capivo tutta la fretta che avevano quegli adolescenti.
-Mitchell, puoi avvicinarti, un momento.-
Adam quel giorno non aveva fretta, era ancora in aula, e il professore di quell'ora lo richiamò a se.
-Arrivo.- Con lo zaino in spalla si avvicinò alla cattedra dove era ancora seduto l'insegnante.
-Mi dica prof.-
Quando lo raggiunse io ero pronta per andare e così uscii a mia volta dall'aula.
-C'è qualcosa che non va.- riuscivo ancora ad udire la voce roca del professore da fuori la classe.
-Riguardo cosa?-
-I tuoi voti sono andati molto a peggiore in questo periodo.-
Mi poggiai alla parete esterna dell'aula dal corridoio, interessata a ciò che i due si stavano dicendo.
-si, c'ho fatto caso.- disse poco convinto Adam.
-Mi sembra strana questa cosa, perchè fino a poco tempo fa andava tutto bene, le verifiche tutte ottime stessa cosa le interrogazioni, e ora oltre i numerosi ritardi e i voti bassi e le impreparazioni, a lezione e come se sei assente.-
-Me ne rendo conto.-
-Questo non va bene, perchè è uno dei migliori della classe, ed è un davvero peccato rovinarsi proprio l'ultimo anno, se continui così sai bene che ti ritroverai con la media abbassata, e sicuramente non potrai più prendere la borsa di studio che ti spettava.-
-Lo so.-
-Vorrei sapere cosa c'è che non va, in modo da poterti aiutare, potrei parlare con i tuoi genitori per risolvere e..-
-No prof, non è una cosa che si può risolvere.- Se prima Adam era stato educato e diligente a rispondere ora non lo sembrava più.
-Anche ai problemi più gravi c'è sempre una soluzione.- continuava la voce ferma del professore.
-Mi dispiace, non so cosa dirle, e per quanto riguardai voti e tutto il resto, ne sono perfettamente consapevole, grazie per l'interessamento ma per ora non c'è niente da fare, arrivederci.-
Mi sentivo tremendamente in colpa, sapevo benissimo che ero io il motivo del cambiamento di Adam, lo avevo sconvolto fino al punto di fargli perdere la voglia di studiare, e io non ero l'unica che se n'era accorta.
I passi che sentivo sempre più vicini erano il segnale che Adam stava uscendo dall'aula, e sarebbe stato poco consono farmi trovare lì dov'ero, chiunque avrebbe capito che stavo origliando. Mi nascosi non molto lontano dalla porta in modo da non farmi vedere, ma affinché io potessi vederlo, ed eccolo lì.
Uscì, seguito dal professore che dopo avergli fatto un cenno si diresse verso l'uscita principale. Adam non se ne andò subito, rimase al centro del corridoio, aspettava che l'ultima persona della scuola uscisse, finché non rimase anima viva.
Una frazione di secondo, e un forte boato, seguito da altri, mi fece sussultare rischiando di farmi scoprire. Adam si era scagliato contro la fila di armadietti attaccati alla parete del corridoio, li prendeva a pugni e a calci con una foga tale da rompere tutto quello che gli capitava a tiro. Potevo benissimo scorgere le sue nocche insanguinate, sentivo i suoi gemiti di dolore e rabbia fuoriuscire ad ogni colpo ben assestato. Quando gli armadietti furono quasi tutti ammaccati, passò al cestino dei rifiuti, con un solo calcio lo fece arrivare fino alla fine del corridoio spargendo varia immondizia per tutto il pavimento.
Non lo avevo mai visto scaricare la rabbia in questo modo, e la cosa mi spaventava, sentivo il mio respiro affannarsi mentre cercavo di cacciare via le lacrime che minacciavano di uscire.
-Perchè!? Perchè!? Perchè!?- continuava a ripetere preso dallo sconforto.
Si tolse la maglia sudata gettandola a terra, si fermò pochi attimi riprendendo fiato, poi abbassò lo sguardo che gli cadde sul suo petto, proprio in corrispondenza di quella piccola macchiolina di inchiostro a forma di cuore che aveva in comune con me.
Guardava attentamente il suo tatuaggio, per un attimo mi sembrò che si fosse calmato e tornai a respirare normalmente, poi però nel suo volto tornò un'espressione di rabbia ancora più forte e decisa di prima.
-PERCHE'!!??- Disse alzando spropositamente la voce , e colpì con un pugno il muro vicino al mio nascondiglio, lasciando il segno profondo delle sue nocche. Per la paura smisi di guardare.
Per pochi secondi ci fu silenzio. Un assenza di suoni che mi fece tremendamente preoccupare. Poi un singhiozzo, e un altro, e un'altro ancora.
Sporsi la testa leggermente per controllare, ed Adam era a terra, teneva le mani sul suo volto, e piangeva silenziosamente, come se non si volesse far sentire nemmeno da se stesso, come se nell'urlare e nel fare un gran baccano rompendo una scuola non ci fosse niente di male, e se crollare e piangere fosse vietato.
Mi sentivo male, sentivo il suo dolore, mi arrivava forte e chiaro, e mi faceva male, un male atroce. Ormai non opponevo più nessuna resistenza alle mie lacrime che scendevano anch'esse silenziose rigandomi il viso, e mi tenevo una mano sulla bocca per non emettere alcun rumore, anche se anch'io come Adam avevo voglia di spaccare tutto.
Questo dolore era ingiusto, tutto questo era proprio quello che volevo evitare. Non vedevo Adam piangere da tanto, e da quella volta mi ero ripromessa che non sarebbe più successo, che il mio compito era quello di proteggerlo, di farlo stare bene, e invece feci tutto il contrario.
Quest'episodio mi riporta al mio primo giorno di scuola, anche quella volta Adam prendeva a pugni un armadietto, se solo mi fosse fatta gli affari miei, e fossi rimasta la timida che non da confidenza alla gente, nessuno si sarebbe fatto male.
Non potevo vederlo così, era una tortura interminabile, speravo che dopo pochi minuti avrebbe smesso di piangere, che si sarebbe rialzato ascigandosi le lacrime e avrebbe fatto come se non fosse successo niente, e invece passò più di mezz'ora, le nostre lacrime insieme avrebbero potuto formare un nuovo oceano, ci stavamo consumando, non resistevo più.
-Emm... Adam.-
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Con un cuore d'acciaio
Science FictionL'amore, quello che tutti conoscono, riesce a cambiarti la vita, questo amore invece è in grado di dartela. L'amore che ho provato è diverso, perchè io sono diversa. Nessuno sapeva cosa avevo dentro, che il mio cuore non batteva, che non avevo ossa...