14. Quel qualcuno

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Canzone per il capitolo

Adore - Jasmine Tompson


In quei due giorni non feci altro che aspettare che arrivasse quel momento. Mi ero fatta un'amica e lei mi aveva addirittura invitata a casa sua. Ero felice e non vedevo l'ora di arrivare a destinazione e passare un bel pomeriggio in compagnia di Alice.

Erano le 4.30 e non avevo idea di dove fosse l'indirizzo scritto sul piccolo foglietto che tenevo in mano. Ero a piedi e camminavo svelta percorrendo prima le vie principali e poi quelle secondarie, finendo spesso in vicoli ciechi, ma non mi perdevo avevo fortunatamente un'ampia memoria fotografica, e mi orientavo facilmente.

Era mezz'ora che camminavo senza sosta, e stavo quasi per perdere la speranza, ma poi con mio grande stupore trovai la via! La casa era molto grande vista da fuori, una bella villetta a due piani con tanto di giardino sul retro. Non era poi tanto lontano da casa mia, il quartiere era lo stesso.

Entrai nella proprietà, e feci per dirigermi verso la porta di ingresso, suonai il campanello e rimasi in attesa.

Sentii abbaiare, e mi girai nella direzione della provenienza del suono che si faceva sempre più forte man mano che un grosso cane si avvicinava a me correndo e ringhiando. Sembrava pericoloso, era un bel Pitbull, e al collo teneva uno stretto collare con appeso un pezzo di corda spezzato, si era sicuramente liberato, e se era tenuto al guinzaglio c'era sicuramente un motivo.

Per un attimo temetti che mi aggredisse, ma appena mi fu vicinissimo smise di ringhiare e cominciò a scodinzolare e a farmi le feste.

Poco dopo mi ritrovai sull'uscio di casa un'Alice a dir poco sconvolta dalla visione del suo cane che si lasciava accarezzare da me. Sbiancò in viso.


-E' dolce il tuo cagnolino.- dissi ad Alice dopo che mi fece accomodare in camera sua. Era davvero grande, e le mura erano pieni di abbozzi e figurini.

-Dolce? Il cagnolino per poco per rimetterlo in gabbia mi stava azzannando! Molto dolce il cagnolino.- disse sarcastica, -Che io sappia non ha mai scodinzolato a nessuno, mi ha sorpreso che si è comportato così con te.-

In effetti era strana come cosa, ma per quanto ne sappia gli animali con me erano sono mai stati aggressivi, lo sapevo da sempre praticamente. Qualsiasi tipo di animale mi si era sempre avvicinato senza problemi. Mi sentivo molto Biancaneve.

Oltrepassato il discorso del cane, Alice prese degli arnesi tra cui un lungo metro da sarta e una sorta di quadernetto degli appunti dal cassetto di un mobile e mi disse -Ora a lavoro!-

-giusto!-

Mi guardava in attesa come se stesse aspettando che facessi qualcosa.

-Dai spogliati come vuoi che te le prendo le misure?-

Senza problemi mi tolsi la maglietta e i jeans rimanendo in intimo.

Nel frattempo Alice si avvicinò ad un'apparecchiatura posta sopra un comò, premette un pulsante e da lì uscì della musica, era uno stereo, non ne avevo mai visto uno e appena percepii il suono risaltai.

La canzone che suonava ad alto volume era This love dei Maroon V.

Vedevo Alice che si girò di scatto subito dopo averla messa e avanzava a ritmo di musica verso di me, era buffa, ma si sapeva muovere bene.

-Su balla!!- mi incitava, io ero immobile, non avevo mai ballato, non avevo mai fatto un mucchio di cose veramente. Ma la città era l'occasione del mio riscatto, dal mio arrivo feci cose, anche se insignificanti all'apparenza, che non avrei mai pensato di poter fare.

E quel giorno avrei ballato! Non sapevo come fare al dire il vero ma tentai goffamente di imitare la mia amica lì di fronte a me, che sembrava molto ma molto più capace.

-Daii muovi quei fianchi!!- si avvicinò ancora di più mi prese le mani che fece oscillare per farmi aumentare il ritmo e stare al suo passo.

La canzone era arrivata al ritornello e cominciai a scatenarmi sul serio, sembravamo delle pazze, lei cantava a squarciagola, ed era diventato ormai impossibile trattenere le risate. Dal pavimento ci spostammo sul suo grande letto in cui saltammo senza sosta. Non mi ero mai divertita così.

Dopo aver ripreso fiato, decidemmo di rimetterci al lavoro.

-Le tue misure sono perfettamente proporzionate!- disse mentre scriveva l'ultimo appunto sul suo taccuino. -Vado a sistemare delle cose, tu stai qui e vestiti, torno subito, ok?-

-Ok.- risposi.

Alice uscì chiudendo dietro di se la porta.

La mia mente stava ancora ballando, ricordando ciò che successe pochi momenti prima, e la mia attenzione fu catturata dallo stereo. Mi avvicinai ad esso per esaminarlo, ma toccandolo per sbaglio premetti qualcosa che fece partire della musica. Nel tentativo di rimediare non feci altro che peggiorare la situazione aumentando ancora di più il volume che era quasi assordante.

Immediatamente la porta della cameretta si spalancò. Pensai subito che fosse Alice e che mi avrebbe aiutata a sistemare la situazione.

-LA PUOI ABBASSARE QUEST...- una voce maschile urlò, ma si interruppe subito.

Per mia sorpresa quello di fronte alla porta che mi guardava con gli occhi sgranati era Adam, l'ultima persona che avrei mai immaginato di incontrare in quel momento.

Eravamo entrambi sorpresi, molto sorpresi, e ci guardavamo immobili quasi come paralizzati.

Divenne tutto rosso in volto quando il suo sguardo si spostò dal mio viso al mio corpo, che solo in quel momento realizzai che era svestito. Ero praticamente nuda di fronte a lui.

Il tempo sembrava fermo e nessuno dei due riusciva a dire niente, quando feci per aprire la bocca per parlare, in un attimo si girò uscendo di corsa dalla camera facendo sbattere la porta in un tonfo incredibile che superò il volume della musica.

Di corsa mi vestì per evitare un altro imbarazzante incontro, quando entrò Alice che subito abbassò il volume dello stereo.

-Alice non immaginerai mai cosa è successo!- dovevo raccontargli tutto.

-Cosa??- disse preoccupata vedendomi stranamente agitata, un ragazzo della scuola era entrato a casa sua e lei sicuramente non lo sapeva, perchè mi aveva detto che saremmo state sole quel pomeriggio.

-Adam Mitchell era a casa tua! L'ho visto! Cosa ci faceva qua?- ero super agitata, forse non per il fatto che qualcuno aveva irrotto a casa sua, ma proprio perchè quel qualcuno era Adam, c'era sempre lui nel mezzo.

Senza capire il motivo Alice reagì sprofondando in una fragorosa risata, dovrebbe essere preoccupata, invece non riusciva a smettere di ridere, io la fissavo aspettando una spiegazione.

-Hanna non te l'ho detto- disse tra una risata e l'altra.

-cosa?-

-Io e Adam siamo - fece una pausa cercando si riprendersi dalle troppe risate, a me la cosa non faceva ridere per niente, anzi mi sentivo stranamente agitata e aspettavo il continuo della sua frase.

Cosa sono lei ed Adam?

-Pensavo l'avessi capito.-

Qualcosa dentro mi stava mangiando viva.

-siamo fratelli!-

-ah.- mi sfuggì, e quella sensazione di scompiglio che sentivo passò immediatamente.


#SpazioAutrice
Ragazzi 1K !!!!!!
Grazie grazie e grazie, anche se non è una cifra esorbitante io sono molto felice *-* non finirò mai di ringraziarvi per tutto!
Quindi... grazie <3
Io vi esorto ancora di più a seguire la storia, votare e commentare.
Siete fantastici.

Baci ♡
-Marty





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