19. Gli opposti

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Canzone per il capitolo

It's worth it - Jackie Thomas


Settimana dopo settimana la mia voglia di recarmi al corso cresceva sempre di più. Mi trovavo davvero bene, l'ambiente era ottimo, la professoressa sapeva come metterci al nostro agio e ci faceva divertire, oltre che fare il suo lavoro di insegnante d'arte.

Ma non era solo quello il motivo, ero felice dell'arrivo del corso anche perchè grazie ad esso potei avvicinarmi ancora di più ad Adam.

Ogni giorno ci posizionavamo nei nostri soliti posti, l'uno di fronte all'altra, e l'imbarazzo e la timidezza che c'era prima piano piano scomparì. Dopo pochi minuti di silenzio a inizio lezione, uno dei due cominciava dire qualcosa, anche stupida, e da li iniziava la nostra infinita conversazione.

Parlavamo di tutto, e di niente.

Mi sentivo bene quando ero con lui, e ancora di più quando mi rivolgeva la parola, non è la stessa sensazione che provavo quando ero con qualcun'altro, con lui era, non so, diverso. Ad esempio, con sua sorella Alice mi divertivo un mondo, stavo benissimo con lei, ma c'era qualcosa di diverso, lui mi faceva questo strano effetto che non sapevo spiegare.

Non era come gli altri.

Anche quel giorno nel cortile si stavano allenando la squadra di calcio e le cheerleader, mentre noi con tranquillità stendevamo colore a tempera sulle nostre tele bianche, ancora per poco.

Alzando lo sguardo scorsi Adam intento a guardare qualcosa fuori.

Presa dalla curiosità cercai di capire cosa stesse fissando, e vidi chiaramente Clarissa, che con il suo abitino succinto da cheerleader si dimenava insieme alle altre ragazze del suo gruppo. Non l'avevo mai notata finora.

La vidi fare una rovesciata con tanto di spaccata laterale finale, di sicuro non era il suo primo anno di cheerleader, era molto atletica e ammirata, tutti le batterono le mani.

-E' brava la tua ragazza!- dissi ad Adam che non intendeva distogliere lo sguardo dalla sua amata.

Dopo un po lo distolse, e potendolo guardare in faccia vidi i suoi occhi brillare.

-eh già- disse sorridendo, -si sa muovere davvero bene.-

Decisi improvvisamente di sapere di più su la loro relazione, credevo che non ci sarebbe stato niente di male se avessi fatto qualche domandina.

-Da quanto state insieme?- era ovvio che stessero insieme, chiederlo sarebbe stato troppo scontato.

Adam mi osservò con il volto corrucciato, temetti di essere stata indiscreta, ma poi si rilasso e mi rispose -Quasi un'anno!-

Un anno, è tanto? è poco? Non ne avevo idea di come funzionassero queste cose.

-Wow!- sperando che "wow" fosse una risposta adeguata.

-Me l'ha presentata tempo fa un amico che abbiamo in comune e ci siamo piaciuti subito, così da li a poco ci siamo messi insieme, e ora siamo qui.- disse senza fare trasparire un briciolo di entusiasmo, ma forse era solo una mia impressione.

-E' molto bella!- senza volere stavo lodando la sua ragazza, solo perchè non sapevo che dire.

-Lo è.-

Mi girai verso il cortile, e vidi come Clarissa si divertiva e stava perfettamente a suo agio tra tutti quei ragazzi. Ogni volta che la guardavo o parlava sempre con qualcuno o rideva, era molto socievole, questo era chiaro.

Poi guardai Adam, così zitto e di poche parole.

-Siete gli opposti.- mi scappò di dire.

Lui scattò verso di me e in un secondo momento scoppiò a ridere.

-Lo hai notato anche tu!-

Accennai un sorrisetto, mi aveva dato ragione.

-Si in effetti siamo molto diversi tra di noi, lei è sempre impegnata, conosce un sacco di persone ed è molto schietta, ha una parlantina che..- si fermò.

-io invece, non so... sono un tipo più riservato.-

-Come si dice, gli opposti si attraggono- lo avevo letto in qualche libro,di cui ora non ricordavo il titolo.

-Si, può essere.- disse quasi vagamente tornando sulla sua tela, e così feci anch'io.

-E tu invece?- pensavo che la discussione fosse chiusa.

-Cosa?- chiesi non riuscendo a capire.

-Hai lasciato il fidanzatino in Texas?-

Fidanzatino? ...Texas?

Giusto io "vengo" dal Texas, teoricamente, non ci avevo fatto ancora l'abitudine, dovevo studiarmi bene il copione della mia vita passata per evitare di fare brutte figure e dire cose diverse ogni volta.

Che io sappia non avevo un "fidanzatino"

-emmm... no!- Forse era solo una mia sensazione che il quella stanza la temperatura si stesse alzando.

-Davvero?- mi chiese quasi stupito.

-Si! cosa te lo fa pensare?-

-Una come te deve per forza avere un ragazzo!- disse come se niente fosse, in maniera abbastanza disinvolta.

Una come me...

Cosa avevo di così eccezionale da far pensare di essere desiderabile fino a questo punto?

-Una come me?-

-Hanna ti sei mai guardata allo specchio?- domandò alzando un sopracciglio.

-Ah, tu parli dell'aspetto fisico.- dissi piano, e subito un'espressione di preoccupazione si fece larga sul ragazzo che avevo di fronte.

Lo sapevo, Adam era uno di quelli che guardano solo l'aspetto esteriore, ecco perchè stava con Clarissa, anche se non avevano niente in comune, lui ci stava per la sua bellezza, mi sembrava ovvio.

Mi sentivo come... delusa?

-Anche, ma penso che tu sia una ragazza dolce e intelligente oltre che bella.- disse velocemente stavolta.

Mi bloccai, sentii qualcosa, come una fitta al petto, ma anche questa volta non ci feci caso. Che stesse dicendo sul serio? Oppure lo disse solo per recuperare in extremis?

Mi guardava con uno sguardo tenero, e mi era impossibile non credergli, e smentii tutto quello che avevo pensato di male su di lui.

Adam pensava tutte queste cose su di me, e la cosa mi tirò su improvvisamente. Mi faceva piacere sapere di essere apprezzata.

L'Adam dei primi giorni, quello che non mi calcolava e che mi trattava male, stava cambiando, mi stava conoscendo.

La stessa cosa io, pian piano cominciai a comprenderlo, a conoscere le sue innumerevoli sfaccettature.

Era un pozzo di mistero quel ragazzo per me, e chiaramente lo ero anch'io per lui, le domande fra di noi non mancavano mai, e avevamo sempre qualcosa da chiedere l'uno sull'altro.

Io volevo sapere tutto di lui, qualcosa di misterioso per me mi spingeva ad avvicinarmi sempre di più, ma la cosa mi faceva paura, forse non avrei dovuto, ma quel qualcosa era più forte del mio buon senso.




Con un cuore d'acciaioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora