Canzone per il capitolo
Reality - Lost Frequencies feat Janieck Devy
Per una settimana non ebbi ne il coraggio ne la voglia di uscire dal mio appartamento. Erano successe troppe cose per i miei gusti e avevo bisogno di staccare per un po, e prendermi un po di tempo per far si che le acque si calmassero e per riflettere, cosa che non portò a nulla. Dentro di me solo tanta confusione. Per quanto mi sforzassi mi risultava inutile tentare di ordinare tutto.
Così con ancora una matassa da sbrogliare in testa e con il terrore che potesse succedere qualcos'altro tornai a scuola il lunedì seguente.
La prima lezione stava per cominciare e mi diressi direttamente in aula. Appena varcai la porta tutti gli sguardi dei presenti si alzarono verso di me, a quanto pare non si erano ancora totalmente scordati dell'accaduto.
-Hannaaa!!!-
Mentre ero intenta a posare il pesante zaino al mio posto qualcuno mi venne addosso urlando il mio nome.
Anche se era passata solo una settimana mi era mancata Alice. Anche perchè negli ultimi giorni anche a causa dell'imminente mostra non avevamo avuto molte occasioni per stare insieme.
-Ciao Alice.- ricambiai l'abbraccio salutandola affettuosamente.
Il resto della classe aveva smesso di fissarmi.
-Sei stata male? Come mai sei mancata per tutti questi giorni?- mi domandò preoccupata.
-sssi..- mentì, in un certo senso, cosa avrei dovuto dirle?
-E cosa hai avuto?-
Le domande di quella ragazza riuscivano sempre a mettermi in difficoltà.
-Febbre.. Alta.- le prime cose che mi vennero in mente.
-Capisco! L'importante e che ora stai bene!-
Le sorrisi, e ognuno se ne andò al suo posto non appena fece la sua entrata la temuta professoressa di matematica.
-Buongiorno ragazzi! Segnate nel vostro diario che questo giovedì faremo la verifica sul nuovo argomento.-
Questa notizia bastò a terrorizzare l'intera classe, niente era più temuto della verifica di matematica.
La prof si mise comoda sulla sua sedia imbottita e disse - Siccome vi voglio preparati, oggi faremo esercitazione.
-Mitchell alla lavagna!-
Al sentire quel nome mi pietrificai. Non mi ero neanche accorta che era in classe.
-E anche tu Reyes, raggiungi in tuo compagno.-
io?
-Veloce Reyes!-
-Si, mi scusi.- e velocemente mi alzai dalla mia sedia per mettermi alla lavagna accanto ad Adam.
Se prima ero calma, ora non lo ero più, la sua presenza mi aveva completamente destabilizzata.
-Adam scrivi quello che ti detto e risolvi.- Lui annuì e si apprestò a scrivere velocemente con il gesso i numeri e gli strani simboli che la professoressa gli diceva per poi continuare da solo.
Era così concentrato, non esitava neanche un po a scrivere,sapeva quello che faceva, e lo faceva bene, riuscendo a guadagnarsi solo gesti di approvazione dall'insegnante che non ebbe alcuna occasione di correggerlo.
Mentre scriveva una rapida occhiata andò a me, e lo fece titubare per soli pochi secondi, ma poi riprese subito.
Era serio, mi mancava il suo sorriso, potevo solo immaginare cosa avesse dentro, e di nuovo quell'enorme senso di colpa mi colpì, perchè ero anch'io colpevole della mancanza di quel bellissimo sorriso.
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Con un cuore d'acciaio
Science FictionL'amore, quello che tutti conoscono, riesce a cambiarti la vita, questo amore invece è in grado di dartela. L'amore che ho provato è diverso, perchè io sono diversa. Nessuno sapeva cosa avevo dentro, che il mio cuore non batteva, che non avevo ossa...