30. La mia forza

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Canzone per il capitolo

Dumb - Jason Derulo


Avevo già detto quanto adoravo correre. Quello che mi piaceva quando ero in corsa era la velocità, ma in quel caso, non ero al mio massimo, anzi per me non eravamo neanche tanto veloci. Il passo umano non era come il mio.

Anche se la mia velocità era contenuta riuscivo ugualmente a sentire tutte le sensazioni che mi facevano sentire l'adrenalina quando correvo libera nel bosco. Sentivo il vento in faccia, i suoni sfuggevoli e confusi, i capelli che volavano liberi, il suolo sotto i miei piedi. Quella volta erano tutte quelle sensazioni, più altre, nuove.

Non ero sola mentre correvo. Sentivo il calore di Adam attraverso le nostre mani che tenevamo ancora intrecciate per evitare di perderci durante il tragitto, sentivo il suo respiro che dopo un po si faceva sempre più affannato, il rumore delle sue scarpe al tocco del terreno, che si confondeva con quello dei miei passi, e sentivo anche il suo cuore, si se mi concentravo riuscivo a sentirlo per bene.

I suoi battiti, sempre più veloci.

Poi non so perchè, mi concentrai su di me, forse speravo in qualche strano miracolo, ma dentro di me solo il silenzio. Non si udiva niente lì dentro.

-Sei stanca? Vuoi che ci fermiamo?-

La sua voce mi fece riconcentrare sulla corsa, che a causa dei miei pensieri avevo rallentato.

A guardarlo, era lui quello stanco, aveva delle piccole goccioline di sudore che gli scendevano sulla fronte, in confronto io ero una pasqua.

-Per niente, su muoviamoci. -Detto ciò, rafforzai la presa sulla sua mano e cominciai ad andare più veloce.-

Nonostante la sua evidente stanchezza, non si fermò , ne moderò il passo, anzi riuscì benissimo a starmi dietro durante tutto il percorso fino a scuola, in cui ovviamente, nonostante la nostra maratona, arrivammo in ritardo.

Ma ne era valsa la pena, pensai.

Solo a fine lezioni, quando era ora che tutti andassero a calduccio nelle proprie case, ebbi un'ulteriore incontro con Adam.

Mentre sistemavo i libri dall'armadietto al mio zaino, mi si avvicinò.

-Fai palestra per caso?- mi domandò appoggiandosi con le spalle all'armadietto accanto al mio, osservandomi con le braccia conserte.

-No, veramente no.-

-Allora fai qualche sport, pallavolo? Tennis? Ginnastica artistica?-

-Nessuno sport-

-Cioè neanche una corsetta il pomeriggio tardi o il fine settimana?-insisteva con le sue domande.

-No niente di niente.- mi fece ridere il modo in cui mi domandava queste cose.

-Ma sei sicura?- chiese con un sorrisetto.

-Si Adam, mai fatto sport, perchè me lo chiedi?-

- Perchè ti tieni abbastanza in forma, e come ragazza sei molto forte e veloce, stamattina io ero alla stregua, non ce la facevo più, tu invece non ti sei neanche affaticata. -

Mi misi a ridere pensando alla faccia esausta di Adam. Però un po mi preoccupava il fatto che avesse notato queste "anomalie" in me. Dovevo trovare una scusa, qualcosa che non lo facesse insospettire.

Oppure continuare a ridere come una scema, dato che non mi veniva nulla in mente.

-Hei che ci trovi da ridere? vedi che mi vengono i complessi di inferiorità.- disse facendo una faccia triste.

Con un cuore d'acciaioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora