47. Mano nella mano

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Canzone per il capitolo

Keep together - Hunter Hunted

Andava tutto alla grande, la mia fonte di felicità durante quell'allegro e prosperoso periodo era sempre lui Adam.

Passammo così interi mesi, vedevo tutto sotto una luce diversa, era tutto bello e splendente, nessun problema era mai così grave, nessuna giornata era mai troppo disastrosa, finché avevo lui al mio fianco era tutto perfetto, persino io stessa.

Non mi ero mai sentita in quel modo, la relazione con Adam mi faceva bene, più che bene.

Avrei voluto tanto che fosse stato così per sempre.

Ma ero troppo occupata a godermi il momento per pensarci, era come se nella mia testa ci fosse sempre festa, come se i miei occhi a cuoricino fungessero da filtro e evitavano che potessi vedere oltre le rose profumate che rivestivano le mie giornate.

-Torna qui!!-

-Noo!-

-Dove scappi?-

-Via da te.-

-Non riuscirai a resistere per molto tempo.-

Era una bella giornata e non mi andava di restare chiusa nella sua camera. Mi ero appena liberata da una delle sue solite strette prese, anche se un po a malincuore, non mi dispiaceva affatto stargli vicina, e andai verso la porta della stanza spalancandola.

-vedremo.- dissi furba, per poi solcare l'apertura ed immettermi nel lungo corridoio.

In risposta Adam si alzò, e mi venne dietro correndo, cercando di raggiungermi.

Correvo per la casa, facendo giri pazzeschi appositamente per complicare l'inseguimento.

Arrivata alle scale non esitai a sedermi nel corrimano e scivolare elegantemente fino al piano inferiore, per poi fermarmi e guardare l'interdetto Adam rimasto a fissare dal piano superiore la scena.

-oh wow!- esclamò.

Una mia buffa linguaccia riuscì a farlo riprendere e corse giù per i gradini, saltandone qualcuno per fare prima, ma io ero già andata avanti, non mi fermavo.

Arrivai in cucina, la mia intenzione era passare per il salone e uscire, ma mi ero inserita in un vicolo cieco, e Adam mi aveva raggiunta.

L'ampio tavolo da pranzo, troppo grande per ospitare solo quattro persone, ci divideva.

-Ora dimmi come hai intenzione di scappare.- domandò lui, posando pesantemente le mani sulla superficie del mobile laccato in legno.

Io feci un piccolo movimento a sinistra, ma lui era pronto a sbarrarmi la strada, ero così costretta a provare a destra, ma lui anticipava ogni mia mossa.

-Se ancora non l'hai capito tu non vai da nessuna parte.- Ecco l'Adam che faceva la parte del cattivo, peccato che non era a conoscenza di tutte le mie potenzialità.

-Sei sicuro?- Gli feci l'occhiolino.

-Sicurissimo.-

Feci per scattare nuovamente a destra, inducendo così Adam a seguirmi verso quella direzione, ma velocemente mi rigirai verso la parte opposta, e invece di raggirare il tavolo, proprio come si aspettava il poverino di turno con un agile balzo saltai in avanti sul tavolo, superando il mio avversario, atterrando dall'altro lato.

Gliel'avevo fatta, Adam ormai non si stupiva più delle mie gesta, per questo si limitò a ridere divertito.

-Tu sei pazzesca.-

Con un cuore d'acciaioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora