Capitolo cinque.

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Dopo tutta la notte passata in ospedale Emily ancora non si sveglia, è in coma e vederla legata ad una macchina, fa un male che non riesco a descrivere.

Entro nella stanza per vederla, non riesco più a stare seduta su quella sedia in silenzio.

La osservo, osservo i suoi capelli neri, il suo viso pallido e vorrei così tanto vedere i suoi bellissimi occhi grigi brillare.

É sempre stata una bambina allegra, solare e che ama giocare con tutto, una bambina che si adegua a tutto.

Ricordo la prima volta che Lory, sua madre, entrò in casa con questa piccola bimba bellissima, stavo giocavo con Austin e avevo solo 5 anni.
Ricordo che piano piano che cresceva, quando non mi vedeva da lei per un po' si preoccupava e mi chiamava con il telefono del fratello.

"Hey piccola" inizio a parlare, è una cosa stupida e ne sono consapevole, ma la speranza che mi senta è più forte, è più importante del mio sentirmi stupida "Cosa hai fatto? Sai che dovi stare più attenta quando giochi. Emily qui tutti abbiamo bisogno di te, tutti ti vogliamo bene, di là c'é anche Rosy, ti ricordi qualche anno fa? Quando ti truccavamo, vestivamo e ti facevamo fare le sfilate? Sai quelle dove tuo fratello era il giudice" predo un respiro profondo, cercando di non piangere "Tuo fratello é molto in pensiero ed è  vicino la tua mamma, ti stiamo aspettando tutti, tutti vogliamo rivedere i tuoi occhioni e il tuo splendido sorriso, hai ancora così  tanto da vivere piccola mia, tante esperienze da fare, non puoi lasciarci ora" quasi senza accorgermene non riesco più a trattenere le lacrime e sento una goccia bagnare il mio viso.

Decido di uscire dalla stanza per far sì che Austin possa rientrare, ed appena esco vedo mia madre, cosa ci fa qui? Guardo Lory e mi fa segno di si con la testa.

"Cosa vuoi?" le chiedo senza preoccuparmi del mio tono di voce scontroso.

"Parlare, parlare con te. So cosa ne pensi e so cosa hai passato"

"Appunto, lo sai, lo sai ma non hai mai fatto niente per proteggermi, ed ora? Ed ora? Cosa stai facendo? Magari vuoi che tutto si ripeta. Io non potrò mai fidarmi di nessun altro e anche tu non dovresti cazzo, Vaffanculo" urlo quasi dimenticandomi che mi trovo in un ospedale.

Mi tira uno schifo e con sguardo deluso si allontana.

Mi avvicino a Lory, ho bisogno di un abbraccio di una donna che mi ha fatto anche lei un po' da mamma.

"Piccola tu non sai cos'é successo anche a lei e non puoi prendertela così, so che hai sofferto ma é pur sempre tua madre" mi dice Lory.

"Ora non voglio pensarci, ti prego." le rispondo.

***

Mi in cammino per tornare a casa sono le 3:00 di notte e già oggi non sono andata a scuola per passare tutto il giorno qui. Dormono tutti e non voglio svegliarli, preferisco tornare a piedi ho bisogno anche di fare 2 passi.

Appena esco dalla porta un velo di gelo mi colpisce, fa molto freddo e piove.

Inizio a camminare e penso, penso ad Emily e al fatto che ancora non si sia svegliata, prenso alla discussione avuta con mamma e al passato, ecco il passato. Ogni volta che ci penso é sempre la stessa storia, inizio ad agitarmi, a sentire voci in vicinanza senza capirle o riconoscerle, le lacrime scendono velocemente sul mio viso e il respiro sta accelerando.

Qualcuno mi scuote,
mi muovo e non sto capendo più niente, mi aggrappo a questa persona che non ho ancora ben identificato, piango, piango tanto e credo mi stia venendo un attacco di panico.

"Sam, Sam rispondimi sono qui, sta tranquilla, abbracciami sono qui" lo sento. Non riconosco la voce, non riesco a vederlo, ma la sensazione del suo tocco mi fa capire che è qualcuno di cui potermi fidare.

"Non mi lasciare, ti prego" non so neanche perché lo sto dicendo.

"Non ti lascio Sam, sono qui." mi rassicura ancora.

Ho l'affanno, gli occhi ricoperti di lacrime e ancora non mi muovo, le mie gambe non mi reggono e la mia vista è oscurata.

"Tranquilla, ora ti porto con me a casa, va bene? "

Non riesco a contraddirlo anche se ancora non ho capito chi è. Allora mi prende in braccio portandomi fino alla macchina, ho le palpebre pesanti e in poco tempo non vedo più niente se non nero.

***

Bummm Buumm Bumm

Cos'é? Una sveglia? Si, ma non é la mia, come ci sono finita in un letto? Inoltre, un letto non mio, con uno sforzo apro gli occhi, é la camera di Cameron, un braccio adesso mi avvolge la vita, era lui ieri sera? Perché non mi ha portato a casa mia allora?

Mi alzo e vado nel bagno che si trova nella camera, mi faccio una doccia, ne ho bisogno, me ho bisogno per riprendermi da ieri.
Esco e cerco i vestiti, che ovviamente ho lasciato in camera, brava Sam. Mi metto l'asciugamano intorno al corpo e vado in camera cercando di fare veloce, con scarsi risultati.

"Buongiorno eh" mi dice e riesco a capire, anche se di spalle, già che sta sorridendo.

Mi giro.

"Buongiorno, ho fatto una doccia spero non ti dispiaccia. Grazie per ieri, non sapevo fossi tu" gli sorrido ed entro in bagno per finire di prepararmi.

Non c'é odio senza amore #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora