Capitolo dieci

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Mi sveglio particolarmente nervosa.

Ho bisogno di farmi una doccia, una doccia gelida, anche se fuori ci saranno 0 gradi praticamente.

Entro nella doccia e come sempre è già tardi, così faccio veloce per poi vestirmi e uscire.

Bene piove, devo comunque camminare a piedi poiché il pullman è come sempre già passato.

"Hahah guardate la sfigatella é tutta bagnata" eccola.

Appena arrivata fuori scuola e la voce di questa puttana già mi provoca, oggi non é proprio giornata.

"Che cazzo vuoi Cris?" le dico, cercando di essere tranquilla.

"Cosa c'é nervosa? Avresti bisogno di un ragazzo forse sei in astinenza?" dice ridendo con le oche delle sue 'amiche'

"Senti, io per vivere uso cibo, acqua. É a te che serve altro considerando che non stai con le gambe chiuse per più di due ore di fila. E ora vado che tu avrai dei lavoretti da fare sta venendo il tuo ragazzo" indico Cameron "Non vorrei disturbarvi" faccio per andarmene ma mi blocca.

"Stronza, come ti permetti di dirmi queste cose sei solo una troi..."

Le tiro uno schiaffo interrompendola.

Mi prende per capelli.

Inizia una vera e propria lite, la gente é a cerchio intorno a noi e tutti guardano lo spettacolo.

Cris ha del sangue che le esce dalla bocca e dal naso ma non si arrende, non la smette.

"Cazzo Sam calmati" La voce di Ian.

Non mi calmo.

Non mi interessa, anche se continua ad urlare.

"Merda Sam, la stai uccidendo" stavolta é Cameron.

Mi rendo conto che Cris é in lacrime.

Respira a fatica.

Mi stacco.

Me ne vado via sotto gli occhi di tutti, non capisco che cazzo hanno da guardare tutti ma non sanno che chi si fa i cazzi suoi vive più a lungo?

Entro in classe e tutti mi fissano, avranno saputo o assistito oggi.

Sono quasi tutti miei amici, cioè li conosco tutti sono abbastanza 'popolare' nella scuola e tutti sanno il mio carattere quindi non sono sorpresi.

Il prof di letteratura entra ed è una delle poche materia che ho sempre amato, mi piace vedere come in epoche diverse, in momenti diversi, con emozioni diverse i poeti esprimono i loro stati d'animo, adoro leggere le poesie e imparare i vari modi di scrivere, adoro tutto questo.

Purtroppo la preside entrando interrompe la lezione che stava per iniziare.

" Sam vieni con me" mi chiama la preside.

È abituata spesso vado a trovarla nel suo ufficio.

"Ah, anche tu Willo" chiama Cris con il suo stupido e ricco cognome.

Mi alzo e seguo la preside fino al suo ufficio.

"Accomodatevi" ci dice

"Allora? Cos'é successo? Mi è giunta voce che avete dato spettacolo stamattina fuori scuola" continua.

"É errato" parla Cris

"Quindi non vi siete picchiate? Chiede stranita la preside

"Lei mi ha picchiato, quindi è sbagliato dire vi siete picchiate. Io non l'ho neanche sfiorata e no perché non sapessi farlo o perché era sbagliato, insomma sarebbe stata legittima difesa, ma perché penso che con la violenza a prescindere non si risolva nulla, avrei preferito che venisse da me e con calma mi esponesse il suo problema, anche se sinceramente non penso ci fosse realmente qualcosa che la infastidiva, voleva solo prendersela con me perché non mi sopporta e vuole farsi vedere grande davanti a tutta la scuola non capendo che così non fa bella figura" dice difendendosi e non dicendo quasi niente di vero.

Non c'é odio senza amore #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora