Capitolo settantatre

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Non vuole sentirmi, non risponde a telefono. Ho parlato con i ragazzi ma al momento dicono che é meglio lasciarlo in pace, mi manca, come fa a pensare che sia vero? Perché non mi crede?

Chi era? Perché ancora cospirano contro di noi? Perché godono nel vederci soffrire? Perché volerci separare? Ho troppe domande adesso per la testa, domande a cui non ho tempo di pensare, vorrei risolvere, pensarci o semplicemente passare il tempo a letto disperandomi ma purtroppo non posso, ho troppe cose da fare e non ho nemmeno tempo per deprimermi.

"Sto male, malissimo" dice Violet arrivando in cucina con una pancia enorme "Ospedale, per favore"

"Oddio, oddio, oddio, ok allora prendi le tue cose, anzi no, HAROLD prendi le cose di Violet, andiamo" dico in panico.

Harold guida veloce verso l'ospedale mentre Violet cerca di respirare e chiamare Matt.

Arriviamo in ospedale e con noi anche Matt, entrano in sala parto e ci fanno aspettare fuori, chiamo Lara e mi dice che i bimbi sono con lei e sono tranquilli.

Un altro bambino in casa, Maggie ha appena due anni, i gemellini sono piccoli, uno in più.

Chiamo Cameron ma continua a non rispondere, gli mando un messaggio.

'Violet sta per partorire, ti prego vieni.'

Ancora niente, perché non si muovono, cosa starà succedendo?

Calmi tutti, sono appena entrati no? Si. Si.

"Ho l'ansia" dico ad Harold

"Anch'io, é normale credo, la nostra piccola sorellina sta per partorire"

"É così piccola Harold"

"Tu stai facendo la mamma di 5 bambini,, ragazzi ed hai appena due anni in più a lei"

"É diverso"

"No, non è vero"

"Ma io non riesco a gestire nulla"

"Hey Sam, tranquilla, stai facendo un lavoro ottimo" dice avvicinandosi a me "Sei fantastica con i ragazzi, li stai crescendo alla perfezione, stai facendo tanto per loro" mi abbraccia forte e forse é quello di cui ho bisogno.

"Non sto facendo tutto da sola" gli sussurro

"Quasi e tranquilla, Cameron starà correndo qui, tra qualche minuto lo vedrai spuntare da quella porta"

"Si ma non per me" dico staccandomi da lui

"Per la nostra famiglia che é un po' la sua famiglia, per le persone che ama, per te Sam. Perché ti ama"

"Se mi ama perché non mi crede?"

"Perché non é facile, non é facile quando ti dicono che la tua ragazza ama un altro, ti fai prendere dalla rabbia, non ti controlli ma se io non ti amassi me ne fregherebbe, di tutto, di te. Non mi farei problemi a lasciarti ed andarmi a divertire con le altre come ho sempre fatto. Ti amo Sam e lo sai" dice Cameron entrando in sala d'attesa.

Un sorriso spunta sul mio viso e mi avvicino a lui, lo abbraccio ma lui mi allontana.

"Non é facile, te l'ho detto, hai letto anche tu quello che ho letto io, mettiti nei miei panni e dammi solo tempo, solo il tempo di capire chi era e cosa voleva. Adesso siamo qui per Violet, pensiamo solo a lei"

Annuisco, un po' delusa ma anche sollevata, mi crede ma ovviamente ha bisogno di tempo, capisco. É giusto.

Un dottore arriva da lontano e subito ci alziamo con il sorriso sul volto.

Ma il sorriso non dura per molto.

"Mi dispiace" dice ed io sento già una lacrima che scorre.

Sento le braccia di Cameron stringermi forte.

Harold da un pugno ad una parete.

Persone che vanno avanti e indietro, il dottore che ci lascia soli, cosa sta succedendo?

Non c'é odio senza amore #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora