Capitolo quarantatre.

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"Io sono incinta" dice scoppiando in lacrime

"Come incinta? Com'è possibile?" dico sconvolta.

Incinta? La mia sorellina é incinta. Ha solo 14 anni.

"Com'è possibile, lo sai Sam, io non l'ho fatto apposta, noi siamo stati attenti ma adesso mamma mi ucciderà"

"No che non lo farà, Harold quanti anni ha?"

"20 ma questo che c'entra?"

"Mamma quanti anni ha?"

"34"

"Quindi?"

"Ha avuto Harold a 14 anni ma comunque io non sono pronta a diventare mamma" dice ancora in lacrime.

"Il padre?" chiedo

"Matt ma é tutto un enorme casino"

"Ciao ragazze, che ci fate qui?" si avvicina Harold con Christian.

"Christian da quanto tempo fratellino, come stai?" chiedo cercando di sembrare indifferente alla notizia che Violet mi stava dando.

"Bene ma Violet perché piangi?" chiede il più piccolo.

"Io? Oh no niente e che non vedevo Sam da un po' e mi mancava" risponde stupidamente.

"Violet, ma secondo te siamo così stupidi?" dice Harold

"Si, siete così stupidi e ci credete" cerco di stroncare il tutto.

Harold mi capisce e cambia subito argomento.

---

La mattinata con i miei fratelli é andata bene oltre a quel piccolo particolare a cui sinceramente non riesco a credere. Ora sono dai bambini e Caroline é in una crisi di pianto.

"Vai di sopra, nella camera di Caroline, nel primo cassetto dovrebbe esserci il suo pupazzo preferito" mi dice Harry.

"Vado"

Corro di sopra e aprendo il primo cassetto trovo un disegno, ci sono disegnati due bambini, la mamma che li tiene per mano e un uomo disegnato in dimensioni molto più grande che cerca di fargli del male. Studio psicologia da tre anni ormai e non mi é difficile capire che il problema in questa famiglia è proprio il padre, da questo disegno si capirebbe a prescindere dalla psicologia inoltre, ma la cosa che mi sconvolge di più, che mi fa paralizzare è che la piccola ha scritto il suo nome e cognome mettendo una striscia sul cognome quasi potesse cancellarlo, il problema? Caroline Shaw.

Shaw.
Tutta quella somiglianza, le stesse paure, le stesse crisi. Adesso capisco tutto, Lara voleva seriamente proteggermi. Tutto ciò che ho passato io lo sta passando quella bambina, ciò che la mia famiglia ha passato lo stanno passando loro.

Lui non é cambiato, lui é il solito mostro, lui continua a rovinare vite. Continua a prendersela con bambine innocenti, continua a sfruttare donne che non hanno fanno nulla, lui continua ad essere l'uomo che ho tanto odiato, di cui ho avuto tanta paura, lui continua ad essere lui. Lui ha perso la testa tanti anni fa e non é riuscito più a guarire da se stesso.

"Cosa stai facendo?" mi chiede Harry vicino la porta.

"Tu lo sapevi" dico mostrandogli il foglio con la voce tremolante "Tu hai sempre saputo tutto"

"Ho provato a levarti da questa situazione ma tu non hai voluto" dice avvicinandosi.

"Dovevi dirmi la verità e non allontanarmi, tu dovevi solo dirmi la fottutissima verità" dico accasciandomi per terra.

Lui continua ad avvicinarsi e si mette a terra vicino a me, mi abbraccia e io mi libero in un pianto pieno di odio e rabbia.

"Mio padre vive qui, lui fa del male a voi come lo ha fatto a noi " parlo tra un singhiozzo e un altro.

"Shh calmati piccola, calmati"

"Tu, tu sei mio fratello" dico ancora incredula.

Lui si limita ad annuire ed asciugarmi le lacrime.

Non posso ancora realizzare il tutto. Non riesco a smettere di piangere, l'uomo che mi ha fatto soffrire abita in questa casa e fa del male a delle persone a cui tengo.

Mi alzo piano da terra, guardo dritto davanti a me e forse sarò anche un po' inquietante in questo momento, Harry mi guarda confuso mentre io vado giù e abbraccio i bambini, poi vado in cucina e prendo carta e penna.

Sembrerà strano ma adesso ho bisogno di scrivere qualcosa e ne approfitto di fare quello stupido tema per la tesina.

Tema: La pazzia.

Come si diventa pazzi? Com'è possibile che una persona possa realmente perdere la ragione?
Da qualcosa accaduto? Da qualche trauma?

C'è chi diventa pazzo per vie delle  droghe, del alcool, c'è chi non riesce ad affrontare la morte di qualcuno di troppo importante.

I 'pazzi', secondo me, sono le persone più sensibili al mondo, cosi sensibili da non riuscire a reggere la sofferenza, l'odio, la rabbia o perfino il troppo amore. Non sono in grado di reggere le emozioni e cosi sensibili da non riuscire a vivere una vita normale.
E una volta persa la ragione cosa si fa? Si impazzisce no? E quindi? Quindi inizi a danneggiarti, inizi a danneggiare chi ti è vicino.

Cosa fare? Il problema maggiore è forse che non ci si può rendere conto di non essere più in grado di ragionare.

Prima esistevano i manicomi, quanto erano utili o meglio, quanto sarebbero utili senza violenza?
Secondo me, davvero quasi zero, non si impazzisce a stare chiusi in una stanza da soli? Non si peggiora non potendo parlare con nessuno, non vedendo più la luce del sole, non vedendo più le strade in cui si é vissuti.

Uno psicologo, mi correggo, uno psichiatra? Si, potrebbe aiutarli o forse no, forse per alcuni non serve neanche quello.

Fino a qualche anno fa pensavo che la famiglia era l'unica in grado di poterli aiutare.
Fargli rivivere un momento di gioia, vedere delle vecchie foto, ricordare. Ricordare tutti i bei momenti, tutte le cose belle passate insieme, ricordare tutto, tutto ciò per cui lui dovrebbe continuare a vivere, per cui dovrebbe reagire, alzarsi, aiutarsi. Ma ahimè ho capito che non parliamo di alzheimer qui.

Ma adesso parlo a te, a voi e vi chiedo di prendere coscienza e se in un momento di lucidità vi rendete conto che è troppo tardi e che non potete fare più nulla per aiutarvi, se nessuno più può aiutarvi non fate soffrire ancora di più le persone che ti circondano, non fatelo, andate via.

Scappare non é una soluzione ed é vero, nella maggior parte dei casi, ma perché far soffrire persone che vi hanno voluto bene. Perché continuare a soffrire. Scappate e andate via, fatevi ricordare per quelli che eravate e non per quelli che siete ora, non per quelli sotto effetto di alcool o di droga. Fatevi ricordare per le cose belle che hai fatto e non per quelle brutte.

Poso la penna e porto il foglio ad Harry.

"Questo é il mio tema se non ti piace aggiustalo, cambialo insomma fa ciò che vuoi" gli dico dandogli il foglio "Domani continuiamo"

Vado da Caroline che finalmente ha smesso di piangere.

"Sei la bambina più forte del mondo, ricordalo sempre. Io ti salverò Caroline, ri salverò da quel mostro cattivo, lo prometto" le dico.

Mi abbraccia forte e mi da un bacio sulla guancia accarezzandola subito dopo.

Mi alzo e vado da Ivan.

"Non tremare, non farti vedere debole da lui perché non lo sei. Sei un bambino troppo cresciuto e troppo maturo per l'età che hai, non hai vissuto un infanzia normale cercando di salvare tutti. Lo so piccolo, lo so ma ti prometto che ti regalerò l'infanzia che non hai avuto, ti prometto che salverò questa famiglia" gli dico.

Gli scende una lacrima "Perché lo fai? Come fai a sapere tutto e perché vuoi salvarci?" dice.

"É strano lo so ma te lo spiegherò un giorno, un po' più là, quando sarai grande abbastanza e quando tutto questo sarà finito"

"Harry" dico allontanandomi dal piccolo " Tu mi aiuterai, noi salveremo questi bambini, ci sono già passata, lui se ne andrà, ok?"

"Come pensi di fare?" chiede.

"Adesso devo andare ma ne parleremo dopo. Tranquillo troveremo un modo."

Non c'é odio senza amore #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora