Capitolo quattordici.

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Una brutta sensazione si faceva spazio in me, Jace doveva essere qui già da un po' e invece di lui nessuna traccia.
Vado verso le scale, sperando di non incontrare papà, quando sento dei rumori prevenire da una camera. Mi avvicino lentamente e vedo Jace insieme a mio padre, lui mi si avvicina e mi stringe con violenza.

"Perché mi fai questo Jace, credevo che tu mi amassi" piango.

Non credevo fosse capace di una cosa del genere.

"Piccola e innocente Sam" ride.

"Che cazzo ridi brutto stronzo"

Mi sveglio di scatto tutta sudata e con Harold vicino a me.

"Tutto bene?" mi sussurra.

Annuisco incapace di dire anche solo una parola al momento.

"Vuoi che dorma con te?" chiede.

Annuisco ancora facendogli spazio nel letto.
Mi stendo vicino a lui abbracciando, chiudo gli occhi ma ogni volta quelle immagini sfiorano la mia mente, non devo essere debole é acqua passata mi ripeto, solo acqua passata.

"Perché? Mamma fai qualcosa ti prego aiutami" urlo e piango.

La mamma é qui, sta guardando tutto, papà l'ha legata, lei piange tanto e mi sussurra di scusarla, so che lei non c'entra niente ma perché sta ancora con papà?

Urlo quando la cinta tocca di nuovo, con più forza, la gamba.

"Non urlare" dice mio padre.

"Ho voglia di divertirmi, passiamo al prossimo step" dice Jace.

"Sam basta, svegliati cazzo" urla Harold.

"Si, sono sveglia scusa"

"Hai fatto di nuovo un incubo?" chiede.

"Si"

"Sempre quello?" insiste.

Continuo ad annuire

"Non vuoi parlarne?"

Scuoto la testa.

Mi alzo dal letto con lo sguardo fisso fuori dalla finestra, piove forte, ci sono i tuoni e i lampi.

"Dove vai Sam?" mi chiede mio fratello.

"Esco" dico dirigendomi in bagno.

Ho bisogno di una doccia gelida.
L'acqua fredda mi leva un attimo quei pensieri dalla testa, mi vesto velocemente.
Harold si é riaddormentato quindi esco dalla stanza e mia madre é qui davanti a me. Mi guarda dritto negli occhi tremando.

"Mamma cosa c'é?" le chiedo.

"I-io" balbetta e sussurra

"Mamma, tutto bene?"

"Si, ho solo fatto un brutto sogno, dove vai?" dice.

"A prendere un po' d'aria"

Annuisce

Esco fuori di casa vedo un ombra, sussulto.

'É solo frutta della mia immaginazione' penso a voce alta.

Inizio a camminare, così senza meta, con la pioggia che mi bagna.

Flashback.

Cammino sotto la pioggia e non é possibile che a 10 anni, solo 10 anni sono già costretta a scappare  di casa, solo di notte posso ma almeno sono tranquilla, sono più al sicuro qui che a casa.

Non c'é odio senza amore #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora