Capitolo cinquantadue.

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Siamo stati in centrale due ore quando finalmente ci hanno fatto uscire, hanno detto che dovranno esaminare bene il coltello e le informazioni che gli abbiamo dato.

È tardissimo, sono appena tornata a casa e c'è il caos più totale.

La casa é in un disordine che non si può neanche lontanamente immaginare, Lily dorme sul divano, Jordan rincorre Christian che scappa urlando, Violet mangia, Maggie piange e Harold guarda la scena, vicino a me, all'entrata.

Guardo Harold e corro a prendere Maggie in braccio.

"Lily, piccola, vai di sopra nel letto" dico piano a Lily che in tutto questo caos ancora dorme.

"Jordan, Christian e Violet a letto, subito" urlo e salgono tutti all'istante.

"Tu vai a dormire che domani devi svegliarti presto, faccio io qui."

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Inutile a dirsi che non ho dormito, ho passato tutta la notte ad aggiustare casa insieme a Maggie che come sempre dorme a tratti.

È mattina e ho chiesto a Lara se poteva andare a casa a controllare i ragazzi perché devo accompagnare Violet dal dottore, fortunatamente mi ha subito detto di si.

Io e Violet stiamo aspettando di fare la sua prima ecografia ed è particolarmente in ansia.

Mentre non mi vede mando un messaggio a Matt.

'Ci vediamo alle 4:00 fuori al bar di fronte scuola, non mancare. Sam'

"Cosa fai?" mi chiede Violet.

"Niente" le dico "Sta tranquilla, andrà bene" continuo.

Lei annuisce e torna a mangiarsi le unghie.

"Violet Shaw, è il suo turno" dice una voce.

Ci alziamo entriamo nello studio.

"Chi delle due è incinta?" chiede il dottore.

"Io" dice timidamente Violet.

"Quanti anni hai?"

"14"

"I giovani d'oggi, stenditi." dice quasi disgustato.

"È incita già di due mesi, il bimbo cresce ed è tutto nella norma, la prossima ecografia tra un mese" dice il dottore dopo averla controllata.

Violet lo ringrazia e andiamo via, nel percorso verso casa la vedo sempre più nervosa e una lacrima le riga la guancia.

"Che succede?" le chiedo

"So di aver fatto uno sbaglio, so di essere piccola ma io lo amo, ne sono sicura e pensavo che anche lui mi amasse. Scusa, scusa se ti sto accollando anche i problemi della gravidanza, ne hai già tanti da sola, scusami ho combinato un gran casino" dice piangendo.

"Piccola mia" l'abbraccio "Va tutto bene, affronteremo questa cosa insieme, si sistemerà tutto e ti prometto che ti starò accanto, non è un peso ok?" le sussurro nel orecchio e le dico quest'ultima frase guardandola negli occhi.

"Grazie" dice piano.

"Non dirlo neanche per scherzo" le sorrido e continuiamo a camminare.

Il tempo di tornare a casa, preparare il pranzo e sistemare tutto si fanno già le 4, con una scusa riesco ad uscire di casa per incontrare Matt.

Il caldo di luglio inizia a farsi sentire e nonostante la semplice canotta e i pantaloncini abbastanza corti, quasi sudo.

Scarto l'idea di prendere il pullman, la  gente è troppa e con questo caldo non è affatto l'idea migliore quindi continuo a camminare sperando che il percorso si accorci.

Non c'é odio senza amore #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora