Non ha senso, se papà è fuori da più di cinque anni perché non lo sapevo. E poi Jeremy e Jace? È letteralmente impossibile che non lo sapessero e allora perché nessuno mi ha detto niente? "Gli darò gli auguri da parte tua, tranquilla" disse Jeremy il giorno del suo compleanno.
È tutto il pomeriggio che penso a questo, anche mentre giocavo con i bambini non ho smesso un attimo di pensarci.
Sono ormai le 10:00 e Cameron per fortuna non si è accorto di niente.
"Sam, Sam? Stai bene?" chiede Cameron, come non detto.
Annuisco cercando di essere convincente.
"Ah si? E allora quella faccia?"
"Niente ho discusso con la prof e mi ha sospeso per due giorni" dico mezza verità.
"E stai così per la prof? Non ci credo, non potrei mai crederti" dice.
"Fa quello che ti pare" dico già stanca dalla conversazione.
"Io mi sono aperto con te, mi sono fidato e ti ho detto del mio passato, perché tu non riesci a fidarti?" inizia ad urlare, facendo aumentare i miei mal di testa.
"Il mio passato? Un passato normalissimo, vissuto felice con la famiglia che tutti desiderano, non potevo desiderare di meglio" mento.
"Ti prego smettila di dirmi palle, è la cosa che mi fa più incazzare al mondo" dice.
"Non è facile per me Cameron, non riesco a fidarmi, né di te, né di nessun altro"
"Neanch'io ci riuscivo ma per te ho fatto un eccezione, vuoi sapere la fine? Com'è andato a finire ciò che ho iniziato a raccontarti l'ultima volta? Ti devo dimostrare che ti puoi fidare?"
"Se è uno scambio quello che vuoi, per me possiamo anche terminare la conversazione qui" vado in camera.
Non voglio pensarci cazzo ma perché non capisce che per me non è semplice, proprio lui dovrebbe capirmi.
Mi stendo sul lettino con la musica al massimo.Sto per addormentarmi quando mi arrivano due messaggi.
Da: Sconosciuto.
Bambola, quanto sei bella nel letto piegata di lato. Sembri così tranquilla e beata, peccato che non sarà ancora così per molto.
Mi alzo subito per chiudere le tende della stanza e leggo l'altro messaggio.
Da: Violet
Devo parlarti, domani alle 4:00?
Per: Violet
Piccola devo lavorare, vieni con me?
Da:Violet
Perfetto, vengo da Cameron alle 4:00 e andiamo insieme
Finalmente la musica riparte, gli occhi si chiudono, la porta si apre ma non ho forze per aprire di nuovo gli occhi, qualcuno si mette nel letto vicino a me e per un momento mi mette ansia questa cosa.
"Sono io piccola, tranquilla" dice la voce di Cameron.
Penso che per colpa di mio padre ormai non dormirò neanche più tranquilla.
**
"Quindi fammi capire, hai detto ad Ian che saresti uscita con lui ma quella sera Matt si è presentato fuori casa e tu non gli hai saputo dire di no e ci sei uscita lasciando solo Ian, ovviamente il giorno dopo gli hai detto che ti sei sentita male e hai dormito tutto il giorno e quindi ci sei uscita il giorno dopo, ok mi sembra chiaro che tu non hai per niente le idee chiare però non puoi uscire con entrambi si verrà a sapere e dopo sai che non sarai più conosciuta come la brava ragazza" dico a mia sorella.Ci stiamo dirigendo verso casa dei bambini e Violet mi ha raccontato un po' di cose.
"Si lo so e che boh non lo so Sam, non lo so. Matt sento di amarlo ma non mi fido lui, non riesco a fidarmi dopo quello che è successo, Ian, siamo sincere, è un figo e si gli voglio bene ma non credo di provare niente di serio per lui" dice confusa.
"Non devi per forza fidarti al cento per cento per ora" dico per poi bussare alla porta e ad aprirmi è Harry.
"Lei sarebbe?" chiede lui, come sempre, incazzato.
"Mia sorella"
"La prossima volta porta tutta la famiglia senza chiedere tranquilla"
"Mio Dio quanto sei pesante, dovevo farle compagnia e dovevo lavorare, non dà fastidio, come qualcun altro qui, tranquillo"
"Ah non da fastidio come te?"
"Nono, per fortuna non da fastidio come te" dico per poi entrare ed andare da Caroline.
Sta in un angolino a piangere e trema, ma cosa sta succedendo?
"Piccola cosa succede?"
Mi guarda con occhi spaventati, come se non mi riconoscesse, trema troppo e non mi risponde, respira a fatica sembra che non riesca a fare niente.
"Sta avendo un attacco di panico" corre Harry preoccupato.
"Soffre di attacchi di panico?" gli chiedo.
"Si, sai non tutti abbiamo una vita facile come l'hai avuta e l'hai ancora tu" dice con disprezzo.
"In realtà anche lei soffre di attacchi di panico da quando aveva 5 anni e continuano ancora oggi, non sai niente del suo passato.."
"Lascia stare Violet" la interrompo.
Prendo Caroline in braccio cercando di farla calmare mentre Ivan è seduto vicino a me e cerca di non piangere, vuole farsi vedere duro. Lo so, l'ho detto tremila volte ma questi bambini mi ricordano troppo me e Harold da piccolini. Uguali. In tutto.
"Dai piccola và tutto bene, sono Sam, calmati" dico abbracciandola.
Ha smesso di tremare e le lacrime sono diminuite, sembra che si stia addormentando.
"Ivan stai bene?" gli chiedo.
"Sisi ovvio, sto sempre bene, grazie" dice assumendo un comportamento strano, come se la risposta l'avesse già pronta.
"Sam ti devo parlare" dice, entrando in salone, Harry.
Faccio segno a Violet di controllare i bambini e vado con lui in cucina.
"Scusa" dice improvvisamente.
"Di cosa?" chiedo presa alla sprovvista.
"Non sapevo soffrissi di attacchi di panico fin da piccola"
"Non sai niente di me, non dovresti giudicare così in fretta una persona" dico abbastanza incazzata.
"Ti ho chiesto scusa, che cazzo vuoi di più?" alza la voce.
"Mi tratti di merda da quando lavoro qui e devi ringraziare che ho bisogno di questo lavoro e quindi non ti rispondo e adesso pretendi di essere perdonato dopo un semplice scusa per poi tornare a torturarmi già da domani?" urlo più di lui.
"Vaffanculo"
"Dopo di te caro"
"Ho passato una vita di merda, non ho voglia di passare l'inferno anche con te ragazzina"
"Di nuovo con questa storia? Non sei l'unico che ha avuto un 'passato difficile'. Io faccio il mio lavoro e tu vivi la tua vita, io e te non dobbiamo per forza essere amici"
"Perfetto"
"Perfetto"
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Non c'é odio senza amore #Wattys2019
RomanceSam, seconda di sette figli, ha sedici anni, ha sedici anni ed ha amici che sono come fratelli, nemici a scuola, rapporto stretto con l'alcool, ha sedici anni ma si comporta come i ragazzi più grandi, ha poca fiducia nel mondo ma infondo tanta spera...