Capitolo venticinque.

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Il solito leggero mal di testa a cui sono ormai abituata prende il sopravvento appena mi sveglio.
Ieri sera è stato davvero fantastico era da tanto che non mi divertivo così, scuoto leggermente Cameron che mi tiene stretta a se, starei così per sempre ma ho bisogno di andare in bagno e di prendermi una bustina.

"Dove vai?" chiede assonnato.

"Devo andare in bagno" dico facendolo girare dall'altra parte.

Mi alzo per andare in bagno e mi ricordo che oggi è sabato, non siamo andati a scuola, non devo andare neanche a lavoro, già è tutto perfetto no?

Scendo giù in cucina per prendermi la medicina.

"E tu chi sei?" sento una voce sconosciuta dietro di me.

Mi giro e mi ritrovo davanti un ragazzo poco più alto di me, con capelli e occhi neri.

"Tu chi saresti scusa?" dico, accorgendomi che non mi toglie gli occhi di dosso.

Non è colpa mia che ho dormito solo con la maglia di Cameron, che mi arriva al ginocchio e un paio di box.

"Un amico di Cameron, tu sei una delle sue tante puttanelle?" mi guarda ancora "Strano solitamente non restano fino a tardi e non dormono con le sue maglie"

"Guarda che abito qui, quindi mi dispiace ma la tua teoria non regge" dico calma, non ho voglia di discutere con questo inutilmente.

"Abiti qui?" inizia a ridere "Sei una sorella nascosta o una fidanzata? No, sarai una sorella nascosta" continua con la sua fastidiosa risata.

"Cosa ci fai tu qui?" benvenuto alla festa Cam.

"Amico mio, che piacere vederti ed è stato un piacere anche conoscere questo bel bocconcino" sorride in modo pervertito lo sconosciuto.

Vedo Cameron irrigidirsi

"Sam, va sopra" dice.

Obbedisco senza discutere anche perché il mal di testa invece di diminuire sta aumentando.

Salgo sopra in camera e mi stendo di nuovo sul letto.
Sono, giusto un po', preoccupata per quello che sta accadendo giù, lo sconosciuto non sembrava un bravo ragazzo e appena Cameron lo ha visto non sembrava affatto contento

Mi squilla il telefono, è Lara.

'Pronto?' rispondo.

'Ciao Sam, scusami so che è sabato ma non è che potresti venire dalle 5:00 alle 7:00?' dice 'Ovviamente ti pagherò in più' continua dopo un attimo di silenzio.

'Certo' dico senza pensarci, mi paga e il sabato non scendo prima delle 9:00.

'Perfetto, a dopo' dice staccando.

Appena stacca sento delle urla, non capendo però ciò che dicono di sotto.
Mi avvicino alle scale senza farmi vedere.

"Cameron ne ho bisogno, dai infondo sono di famiglia" dice lo sconosciuto.

"Vattene da casa mia Eddy, non siamo di famiglia e non ho quei soldi" dice Cameron, sembra un'altra persona e sta per perdere il controllo.

"A quanto pare tale padre tale figlio,  uno di noi doveva prendere queste sembianze" dice Eddy andandosene.

Ma Cameron non ha fratelli o almeno che io sappia.

Lo vedo dare un pugno alla porta e dirigersi verso le scale.

Corro verso la camera e mi butto sul letto, fingendo di dormire.

"Davvero vuoi che io creda che tu non abbia ascoltato niente?" parla lui, continuo a fingere, sembrerò una bambina ma non sono pronta a sentire bugie, che sicuramente mi racconterà.

Non c'é odio senza amore #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora