Capitolo trentotto.

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Sto letteralmente correndo per la scuola per evitare Cameron. So che prima o poi dovrò affrontarlo ma non ora e non qui.
Qualcuno mi prende per il braccio costringendomi a girare.
Austin.

"Cosa fai? Devo scappare" dico.

"Da?" ride.

Giusto lui non sa niente ma ora non é il momento per spiegarglielo.

"Me" dice una voce.

Mi giro ed eccolo lì.

Ha le mani nelle tasche dei jeans, una maglia bianca semplice con un giubbetto di pelle. I suoi occhi sono chiari quasi lucidi, da quelli mi trasmette tanto,vanche se non sembra, chi non lo conosce potrebbe vederlo e dire 'wow beato lui,é felice' no, no e no i suoi occhi parlano. Ma non devo farmi incantare, ascoltare, parlare ma non perdonare. É troppo grave quello che mi ha fatto.

"Allora io vi lascio soli?" chiede Austin quando vede che ci siamo incantati a guardarci.

"Cosa? No" Scatto all'istante "Io, io ho lezione adesso, si ehm mi fai compagnia?" chiedo al mio amico.

Lui annuisce confuso.

"Sam ti prego." dice Cameron.

"Non qui, vengo dopo a casa tua" dico nervosa.

Non voglio andare a casa sua, dove tutto é successo. Si, qualcuno può pensare che infine non ha fatto niente, si é reso conto al momento giusto che stava per fare uno sbaglio. Era ubriaco era sotto effetto di droghe ma si é fermato, lui si é fermato e si questo é vero ci ho pensato ma rivivere tutto mi ha fatto perdere la fiducia in lui. Ma poi sul serio? É ancora coinvolto con tutta quella merda? Si droga, spaccia e beve cosa dovrei fare? Dovrei rovinarmi la vita insieme ad un ragazzo del genere per cosa? Penso di meritarmi di meglio, per la prima volta in vita mia penso che io posso avere di meglio, penso che ho sofferto già troppo per avere solo sedici anni, penso che devo tornare a divertirmi e a vivere la mia vita. Ero meno sensibile, ero meno debole e mi piaceva, mi piaceva e anche tanto.

"Hey, stai bene?" mi sveglia Austin

"Si, sto bene" dico cercando di convincere più me stessa che lui.

Entro in classe senza salutarlo e senza dirgli una parola. Basta devo tornare la persona strafottente di prima, basta soffrire e fare la bambina.

"Buongiorno" entra la prof di psicologia.

"Giorno" rispondiamo in coro.

"Oggi interrogo, una domanda a ciascuno di voi " dice la prof.

"Sam, ci sono tre parti di noi secondo Freud no? L'Es, l'io e il super-Io. Cosa sono realmente spiega in modo semplice e veloce."

"L'Es é la parte istintiva di noi, quella più potente e difficile da controllare, quella che può commettere errori. Il super-io sono le regole, praticamente il contrario dell'es, con il super-io non si nasce, esso inizia a svilupparsi con le regole, anche quelle dei genitori quando si é piccolissimi. E poi c'è l'io che é la quello che riesce a non farci essere né troppi controllati e né troppi impulsivi "

"E a te solitamente cosa prevale?" chiede ancora.

"L'es" dico senza pensarci.

É vero, non posso negare che sono un tipo impulsivo, non nego che commetto molti sbagli.

"Cosa un po' sbagliata, non pensi?" dice.

"Si forse"

"Il tuo io dovrebbe aiutarti a far prevalere il tuo super io"

Annuisco non avendo voglia di discutere.

La prof annuisce soddisfatta di aver avuto lei l'ultima parola
"Continuiamo la prossima volta, ok?" mi chiede.

Faccio un cenno per farle capire che va bene.

**

Sono le tre e sto andando a casa di Cameron. L'ansia mi sta uccidendo, ho fatto una specie di discorso mentale che dimenticherò sicuramente quando sarò davanti a lui.

Arrivo davanti la porta e dopo una serie di paranoie riesco a bussare.

Mi apre quasi subito e mi fa entrare.

"Vuoi sederti?" mi chiede dopo un po' di silenzio.

"No e se non hai niente da dirmi io me ne vado" dico.

"No, non andartene, io davvero posso spiegarti, siediti" mi siedo e aspetto che continui a parlare "Ti ricordi quel periodo di cui ti parlai?" annuisco e lui continua "Beh, poco tempo fa sono tornati e mi hanno riconvolto. Non volevo ma loro mi sono stati vicini e anche se é difficile da credere mi hanno aiutato Sam, non potevo lasciarli in difficoltà. Mi dispiace, io davvero ci tengo a te, non voglio che finisca così" conclude.

"Cameron, io non posso stare con un drogato alcolizzato. Non posso avere paura che ogni volta che litighiamo tu esca ad ubriacarti o peggio ancora a drogarti. Non posso avere paura che tu possa farmi del male ogni volta che ti rispondo. Non posso vivere così a sedici anni" dico convinta.

"Lo so, lo so davvero ma cercherò di uscirne, io ti giuro che non berrò più e ti giuro che cercherò di uscire da quella merda. Non posso farcela senza di te Sam" dice quasi in lacrime, non l'ho mai visto così

"Cameron tu sei consapevole di quello che stavi per fare? " dico quasi in un sussurro

"Si" sussurra "Mi sono sentito una merda, un mostro, io non so perché ho reagito così ma so che non riesco a togliermi dalla testa quella scena e andremo con calma, non ti sfioreró nemmeno se vuoi, Sam io ti giuro sulla mia vita che non succederà mai più"

"Cosa voleva dirvi Meredith? " domando, é una cosa che mi sto chiedendo da quando ho letto la lettera e voglio cambiare discorso.

"Ci ha parlato di te. Ma siamo riusciti a levarti dai casini. So che é strano ma in realtà loro sono dei bravi amici, Sam mi perdoni?"

Cazzo, io non vorrei ma non riesco neanche a dirgli di no. Mi sembra così sincero.
Io avrei mai abbandonato i miei amici? No.
Lo avrei detto a Cameron se sapevo la reazione che avrebbe avuto? No, non penso.

Ma é sbagliato è un errore troppo grave. Non so davvero cosa fare, questi tre giorni senza di lui sono stati difficili ma non so se merita di essere perdonato.

A interrompere il mio momento di riflessione é la porta.

"Scusa un attimo" dice Cameron alzandosi.

Vado dietro di lui per vedere chi è.

"Hey amico, devo parlarti di Meredith" dice il ragazzo alla porta.

Alto e pieno di tatuaggi, occhi e capelli neri, un po' inquietante ma un bel ragazzo, deve essere uno del gruppo.

"Sam,mi dispiace io..."

"Voglio sapere anch'io" dico interrompendo cam.

"Chi é lei?" dice il ragazzo di cui non so il nome.

"Sam, la ragazza di cui ti parlai. Sam lui é Erik" ci presenta.

Andiamo sul divano e Erik inizia a parlare.

"Allora vuole seriamente vendicarsi, ha cambiato idea. Sam seriamente per un po' ti conviene non andare a scuola, almeno finché non riusciamo a convincerla" dice il neretto.

"E chi mi dice che dovrei fidarmi di te" dico.

"Noi vogliamo aiutarti Sam e non metterti in pericolo, sta tranquilla"

"A me quella non fa paura"

"Ma dovrebbe. Ascolta Sam, io non dico che tu non sia capace di tenerle testa, il problema é che se il padre venisse a saperlo ti ucciderebbe con le sue mani, se solo la figlia lo ordinasse tu saresti morta" dice Erik e non so perché ma mi trasmette sicurezza.

Cosa strana lo so, é uno spacciatore,gli spacciatori non trasmettono sicurezza ma lui si e mi porta ad annuire semplicemente procurando un sorriso sia da parte sua che da parte di Cameron.

Non c'é odio senza amore #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora