Harold non mi ha fatto sapere più niente, non mi ha più chiamata o mandato un messaggio, andrò a casa non mi interessa di mamma devo chiarire questa questione.
Decido di alzarmi da questo divano, prendere il giubbino e scendere, prendo il pullman che mi lascia proprio fuori casa.
Non ci metto piede da quando 'mamma' mi ha cacciata, ho un po' d'ansia, in realtà mi manca, mi manca vivere con i miei fratelli, mi manca il mio divano e soprattutto la mia camera, la camera in cui sono cresciuta, in cui ho pianto e ho riso, ho passato di tutto in quella camera è una parte di me e non è mai facile lasciare una parte di se stessi ma ora è meglio non pensarci, busso alla porta e una voce che riesco a riconoscere all'istante urla un leggero 'Un attimo' ad aprire la porta dopo un secondo è appunto Violet."Oddio cosa ci fai tu qui? " mi abbraccia forte.
"Devo parlare con Harold" mi stacco da lei.
"È con mamma nella camera da letto" mi sorride e mi fa spazio per salire e andare da loro.
Busso e senza aspettare una risposta entro, mio fratello accenna un leggero sorriso mentre mia madre si è trasformata e mi guarda malissimo.
"Cosa ci fai tu qui?" dice mamma.
"Sono venuta a scoprire cosa mi nascondi" le dico.
"Vattene subito" risponde subito lei.
Guardo mio fratello per cercare di capire qualcosa.
"Sam, va via" dice anche lui.
"Io non me ne vado finché non mi dite che succede" ribatto.
"Sam, sono le 5:00, non devi andare a lavoro?"
Fanculo é tardi, senza salutare sbatto la porta e vado via.
Arrivo in poco tempo fuori casa dei piccoli.
Ad aprirmi è Caroline.
"Ciao Sam" dice la piccola facendomi entrare.
"Ciao" le sorrido notandola più tranquilla confronto alle altre volte.
"Ivan dorme, Harry oggi è più nervoso del solito evitalo" mi avvisa.
"Grazie del avviso piccola" ridiamo insieme.
Mi squilla il telefono, un messaggio.
Da Harold
Ti dirò tutto tranquilla.
Non rispondo al messaggio e appoggio il telefono sul tavolino in salone.
"Allora cosa vogliamo fare?" chiedo a Caroline.
"Non so, giochiamo un po'?"
"Certo, con le bambole?" le chiedo.
"Io avrei un idea migliore, gara di macchinine?" risponde.
Mi ricorda troppo me da piccola questa bambine è incredibile.
Annuisco felice e saliamo di sopra per giocare.
-
Un'altra giornata di lavoro è passata e non ho scoperto ancora niente ,fortunatamente però oggi Caroline e Ivan erano molto più tranquilli, arrivo subito a casa e trovo un Cameron incazzato sul divano.
"Sei tornata finalmente" dice.
"Si, ma tutto bene?" gli chiedo.
"Certo, potevi dirmi però che i bambini a cui fai da babysitter hanno un fratello grande"
"E tu cosa ne sai?" chiedo confusa.
"Se non lasciassi rispondere agli sconosciuti quando il tuo telefono suona non lo saprei"
Cazzo avevo lasciato il telefono sul tavolino ,avrà risposto lui e non me lo ha detto.
"Ah si lo avevo lasciato in salone, ero in cameretta" gli dico.
"Com'è lui?" chiede.
"Come dovrebbe essere?" rido.
"Ci prova?"
"Geloso?" lo provoco.
"E perché dovrei?"
"Allora non ti interessa se mi ha chiesto di uscire?" mento.
"Cosa?" si gira di scatto.
"Mi ha chiesto di uscire ma tu non sei geloso quindi"
"Chi è questo? Nome e cognome"
"Scherzo cretino, mi odia. Gelosonee" rido.
"Non sono geloso semplicemente sei mia e ciò che è mio non si tocca"
"E io sarei tua?"
"Si"
"E chi ti dice che io sono disposta ad essere tua"
"Non fare la preziosa che lo sappiamo tutti che lo vuoi più di me" dice per poi baciarmi e andarsene di sopra.
**
"Sam, non hai interrogazioni se non vuoi essere bocciata quest'anno vieni" dice la prof di letteratura.
Un'altra giornata è iniziata, siamo a scuola, ultima ora e la prof ha deciso di interrogarmi.
"Ok" dico alzandomi e raggiungendo la cattedra.
--
"Wow da te non me lo aspettavo, si vede che ti piace e che hai studiato, brava davvero 5"
Ho sentito male, vero?
"Come 5 prof? Ho studiato, ho parlato per più di mezz'ora, non avrei potuto fare di meglio ,non dico 7 ma almeno 6" ribatto, con l'appoggio dei miei compagni.
"Sam io lo faccio solo per aiutarti a dare sempre il meglio"
"Allora io le brucio la macchina per aiutarla a comprarne una nuova"
"Sam smettila"
"No prof, non è giusto"
"Non fare la scema Sam, basta."
"Che stronza" sussurro mentre vado a posto.
"Ripeti" dice la prof.
"Cosa?" faccio finta di niente
"Ripeti quello che hai detto"
"Stronza, ha problemi? Io dico solo la verità" le faccio l'occhiolino e tutti ridono.
"Stavolta ti sospendo, per una settimana" dice scrivendo qualcosa sul registro "Andiamo dalla preside" continua a parlare.
Usciamo e ci dirigiamo nel ufficio della preside, entriamo e ci sediamo.
"Giorno preside, mi scusi ma ho bisogno che lei mi firmi la sospensione di Sam, io mi sono stancata" parla la prof.
"Cosa è successo?" sbuffa la preside.
"Io ho parlato più di mezz'ora, le ho detto tutto bene e lei mi mette 5 'perché ti voglio aiutare' " spiego, imitando la voce della prof alla fine.
"Mi ha chiamato stronza"
"Una settimana è troppo e la porterebbe alla bocciatura, facciamo due e professoressa le metta almeno 6-6 e mezzo" dice la preside facendomi sorridere.
"Va bene Sam, sette e due giorni di sospensione che iniziamo già da domani" dice la prof.
La campanella suona e ad aspettarmi all'uscita c'è Harold, gli vado incontro e aspetto che parli.
"Le prime erano state spedite dalla prigione, le altre no e le prime risalgono a 5 anni fa. Sam, non posso dirti niente solo stai attenta" dice velocemente mio fratello per poi lasciarmi da sola con mille domande.
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Non c'é odio senza amore #Wattys2019
Storie d'amoreSam, seconda di sette figli, ha sedici anni, ha sedici anni ed ha amici che sono come fratelli, nemici a scuola, rapporto stretto con l'alcool, ha sedici anni ma si comporta come i ragazzi più grandi, ha poca fiducia nel mondo ma infondo tanta spera...