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London

Dopo la pioggia c'è sempre l'arcobaleno ...

E' bello ritrovare quaderni vecchi con idee, pensieri, ricordi, legati a viaggi o più semplicemente a piccoli momenti della mia quotidianità. La parte migliore però è ritrovarmi ancora oggi dentro quelle parole, a mesi di distanza, nonostante i cambiamenti interni ed esterni a me. E allora mi piace partire a raccontare dal passato, anche se così remoto non è.
E' il 26 aprile del 2014 e dopo aver passato quattro giorni per le strade di Londra, sono sul treno per tornare a Stansted per riprendere l'aereo che, a malincuore, mi deve riportare a casa. Gli aeroporti, come le stazioni, i parchi, insomma i posti affollati sono gli ambienti in cui scrivo più volentieri. Credo sia dovuto all'enorme quantità di stimoli che mi arrivano da tutto quello che mi succede attorno; quindi nel momento in cui sto attendendo l'imbarco comincio a rileggere quelle parole disordinate che ho scritto qua e là.
Sono seduta per terra, a gambe incrociate, il quadernino appoggiato sulle gambe, le cuffie nelle orecchie, è il momento di Rino Gaetano, "Supponiamo un amore"; rileggo ciò che ho scritto partendo dal primo giorno e mi rendo conto che se all'inizio erano solo appunti scritti qua e là, con il passare delle giornate le frasi si fanno più lunghe, i pensieri più complessi, le descrizioni più dettagliate. Ritrovo posti, volti, colori, profumi. Ho tutto quello che mi serve per rimettermi a scrivere. In realtà continuo solo da dove mi ero fermata, poco prima, mentre ero sul treno che mi riportava in aeroporto.
Sono appena salita sull'espresso che dalla fermata di Liverpool Street corre verso Stansted. Appena passata la zona del centro di Londra vedo comparire le  case meno curate della periferia. Il divario è assurdo, vedo i retro delle piccole case disposte in modo lineare una accanto all'altra, sono sporchi, fatiscenti. Inizia ad esserci più verde, campi, pecore.

A Londra lascio un po' di me con la speranza di tornare prima o poi e potere, con tutta calma, tornare nei posti che più mi hanno colpito, e cercarne altri, sempre più interessanti. Vedere, anzi guardare, cercare, con una consapevolezza diversa.
Se dico Londra ci sono tanti colori, immagini, volti che mi saltano agli occhi, alle orecchie, alle mani, al naso, al palato, al cuore.
Il grigio del cielo la maggior parte del tempo, il grigio delle case, delle strade, non è una sola tonalità, sono mille diverse sfumature, questi colori in Italia non ci sono, non li conosco, e mi stupisco nel pensare che mi mantengono tranquilla, questi mille grigi ne formano poi uno solo che con la sua autorevole presenza mi infonde una sensazione piacevole, mi fa sentire a mio agio.
Azzurro, come il cielo che ho visto senza nuvole per cinque secondi sopra il Big Ben; è un azzurro che mi riempie, m'infonde calore, soprattutto quando è contaminato da quel giallo-oro luccicante, che mi fa piangere gli occhi, il sole, che mi ricorda che non è solo una mia sensazione, la primavera è arrivata, eccome se è arrivata! E' un calore che mi scalda anche dentro e sto bene e non mi ricordo di nessuno in quel momento, ci siamo solo io e il sole, e ringraziando il cielo almeno con lui non ho un rapporto complicato!
Verde, come i prati, i giardini, le aiuole che trovi in moltissimi punti della città. Verde speranza dicevano, ed è così, è fondata quella teoria; sdraiarsi sul prato, naso all'insù, solite cuffie nelle orecchie, pensieri spenti. La speranza secondo me parte da qui.
Rosso come il contorno della scritta "underground" che ho visto mille e mille volte in questi giorni, rosso come la linea Central della metro, quella su cui son salita per prima; rosso come i bus, i tipici bus londinesi, come le vecchie cabine telefoniche sparse per le strade di Londra, ormai inutilizzate, che pesano di un valore storico, culturale ma soprattutto affettivo che ne impedisce la rimozione.
Londra è pulita, è rispettosa, per nulla invadente. Londra è tutto e niente. Sai che allungando la mano puoi afferrare tutto ciò che vuoi, ma non ti obbliga, ti mostra solamente le occasioni che hai a disposizione. Di Londra mi piace anche e soprattutto quello che non mi piace. Libertà, assoluta.
Poi arrivo in aeroporto, trovo altre persone che stanno per tornare, altri italiani, altri bresciani e il sogno si rompe, è il primo accenno di ritorno alla normalità; ho un solo modo per evitare di irritarmi ulteriormente: cuffie nelle orecchie, penna alla mano; il mio universo parallelo non si è chiuso del tutto posso continuare a sognare in pace. "Rincorrere i sogni ci ha sempre portato fortuna" diceva una canzone e io provo a fidarmi.
Ora sono in volo, con la testa e il cuore a Londra, un pezzo a Camden Town, un pezzo alla National Gallery, un pezzo in Denmark Street, un pezzo a Covent Garden. Per logica avendo sparpagliato pezzi di me prima o poi è necessario che io torni a riprenderli.
Alla prossima Londra, al prossimo viaggio, alla prossima scritta "underground", al prossimo venditore di giornali, al prossimo ponte sul Tamigi, al prossimo caffè imbevibile, al prossimo passante che sorride gratuitamente, al prossimo ragazzo che suona la chitarra fuori dalla stazione di Camden Town.
Londra.
Io e te abbiamo conti in sospeso.

"Tesoro,svegliati siamo arrivati."

Aprì lentamente gli occhi,la luce era fortissima,un'immagine sfuocata appariva alla mia vista.

"Louis."

"Sì tesoro,siamo arrivati."

"Dove?"

"A Londra."

"Mi sono addormentata?"

"Sì, eri così dolce!"

Stavo sognando,era tutto un sogno,ma presto diventerà realtà.
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Hey!
Buongiorno a tutti
Spero vi sia piaciuto questo capitolo.
Vi voglio tanto bene.
All the love
|Martina|

Shadows  |L.T.| Fan Fiction (#wattys 2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora