12.

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Le porte si schiusero, tenevo i caffè bollenti tra le mani,arrivai di corsa nella sala riunioni.
Ma proprio quando stavo entrando,mi ritrovai il signor Tomlinson davanti a me.

"Martina. Dove sei stata fino adesso?"
"Oh... Ecco i caffè!"
"No non mi rispondi così cara."
"Bene vuoi sapere dove sono stata?"
"Sì.proprio quello!"
"Ebbene ecco qua la tua risposta... Al quinto piano,a prendere quei fottuti caffè per te. Contento?"
"È perché ci hai messo così tanto?"
"Beh.. Quelli sono affari miei,non tuoi."
"Hai parlato fino ad ora con quel biondo sfigato?"
Mi voltai,cambiando direzione,mi rivolsi verso di lui e lo raggiunsi.
I miei occhi s'incrociarono con i suoi.
"Stammi a sentire,lui è un ragazzo normale e il suo nome è Niall Horan,se è questo che vuoi sapere allora ho concluso il discorso."
Dissi scandendo ogni singola parola.
"Non finisce qui. Ne riparliamo dopo."
"Allora entriamo!" Commentai.
"Tu rimani qui." Disse guardandomi con odio.
"Stronzo." Gridai guardandolo negli occhi.
Lui se ne andò strappandomi i caffè dalle mani.
Io rimasi ferma immobile.
Mi nascosi dietro il muro e restai ad ascoltare i vari problemi di cui discutevano.
Era tutto riguardante confronti di problemi economici e finanziari dell'azienda,ma qualcosa mi fermò.

"Tomlinson. È solo una la soluzione.
Quella ragazza deve sparire.
Non porta nessuna crescita all'interno dell' azienda."
Un nodo alla gola.
Il cuore spezzato.
Le lacrime agli occhi.
Il nervoso cresceva ma dovevo mantenere la calma o avrei commesso dei veri e propri disastri.
Ma una voce intervenì.
"No non posso farlo.
È appena arrivata,si sta abientando.
Datele tempo."
"Non possiamo farlo,Tomlinson è rischioso."
"D'accordo allora tenete questi,non vi dispiaceranno. Datemi tempo e vedrete che vi sbagliate."
"Hai tre mesi soltanto tre mesi per fare tutto ciò che abbiamo deciso."
"C'è la farò."
"Addio Tomlinson."
La porta si aprì.
Ero nella merda,mi avrebbero scoperta.
Corsi silenziosamente fino al mio ufficio.
Ma Veronica,la nuova segretaria,mi vide.
Dannazione.
"Martina dove stai andando?"
"Non ti riguarda."
"Invece sì che mi riguarda."
"Chiudi quella boccaccia e fai il tuo lavoro,sono abbastanza grande,non ho bisogno della mamma lo sai?"
" arrangiati."
Entrai nel mio ufficio.
Presi delle carte volanti e le sistemai.
"Dov'è andata Veronica?."
"Nel suo studio."
"Martina aprì subito questa porta!"
"È aperta."
"Ah.. Ops!"
Chiuse la porta del mio ufficio a chiave e si diresse verso di me.
" Ritornando al discorso di prima..."
"Basta,non voglio più parlarne."
"D'accordo,ma non voglio che parli con quel ragazzo."
"Geloso. Sei solo geloso."
"Sono geloso di chiunque ti guardi,ti scriva e ti parli."
"Peccato che in questo mondo non esisti solo tu."
"No. Ti prego non con le tue filosofie,non ora!"
"E tu non fare il solito geloso e possessivo."

Le sue mani toccarono i miei capelli.
Spostò una ciocca di capelli dietro il mio orecchio.
"Louis le tende!"
"Cazzo le tende!"
Si spostò dalla mia scrivania e chiuse le tende.
"Devi sempre rovinare i momenti più belli eh?"
"Non volevo che ci vedessero tutti!"
"Perché credi che io ti stia per baciare?"
Lo guardavo stupita.
"Ma che cazzo di domande fai?"
"Beh.. Ti sbagliavi."
"Ma vaffanculo stronzo!"
"Calma donna mia!"
"No che non mi calmo!"
"Ma si può sapere che hai stamattina?"
"Non te ne frega nulla."
"Ah,ho capito,donna mestruata?"
"Louis... cazzo chiudi quella bocca e smettila di dire cazzate."
"Okay okay."
"Senti adesso vai. Ho da fare!"
"Hey. Io me ne vado quando cazzo mi pare hai capito?"
"No."
"Ah non hai capito beh... Vediamo se capisci ora." Sospirò.
Lo stavo mettendo alla prova.
Ma sapevo che ci sarebbe cascato.
Spaccò il vaso di fiori che tenevo sulla scrivania.
Poi mi prese per un braccio strattonandomi l'arto,mi portò nell'angolo della sala.
Le sue braccia impedirono le vie d'uscite.
Il suo corpo si avvicinò al mio.
Il suo respiro si interrompeva con il mio.
Il collo si distorse lievemente,per arrivare a toccare le mie labbra.
Le sue labbra con le mie.
Quel sapore unico,l'incrocio tra menta e caffè.
Il suo profumo mi faceva sentire a casa.
Il suo tocco, possessivo e doloroso.
Finì per baciarmi.
" contenta ora?"
"Non esattamente."
"Che vuoi ancora?"
"Voglio che mi lasci sola."
"D'accordo. Ma promettimi che non dirai più parolacce qui dentro."
" promesso,ma non farmi arrabbiare o ti torturerò."
"Non saresti in grado."
"Continua a crederci.."
"Zuccherino ora devo andare."
"A dopo Louis."

Si staccò dalle mie labbra e si allontanò da me.
"Louis."
"Dimmi piccola."
"Grazie."
"Per cosa?"
"Ti ho sentito prima. Grazie."
"Tu cosa?" Alterò la voce.
"Io sono rimasta lì ad ascoltare,e ho sentito tutto."
"Oh.. Proprio tutto?"
"Sì. Grazie per avermi difeso."
"Ti ho dato un opportunità,vedi io non posso licenziarti. Sarebbe troppo difficile da supportare."
"Capisco."
"Posso andare ora o devo restare qui?"
"Vai pure,non voglio esserti un peso."
"Oh non lo sei."
"Ma io.."
"Non lo sei."
"Grazie ancora per ciò che hai fatto."
"Vai a casa,ti concedo di andare prima."

I suoi passi si stavano allontanando da me.
Mi alzai dalla sedia presi la borsa e tornai a casa.
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Heyyy!
Rieccomi!
Ho voluto accontentarvi perciò ho postato un capitolo,come avete detto prima nei commenti,grazie.
Vi voglio bene. Spero vi sia piaciuto.
All the love ❤️🙈
                                   |Martina|

Shadows  |L.T.| Fan Fiction (#wattys 2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora